E424 Lima – parte I: prime versioni

Le locomotive E424 FS, pur non godendo della fama di altri gruppi (ad esempio le E428 o le E444), sono state sempre apprezzate dai fermodellisti essendo state prevalentemente impiegate in servizi “umili” con composizioni solitamente leggere e spesso su linee secondarie: proprio quanto riprodotto solitamente nei plastici casalinghi dove lo spazio disponibile normalmente è ridotto.

Nei primi anni ’90 si sentiva l’esigenza di un modello di E424 in scala H0 (1:87) adeguato ai tempi, infatti le E424 Rivarossi risultavano ormai obsolete nonchè fuori scala (come è noto, questi modelli erano realizzati in scala 1:80 circa) mentre quelle Lima (anche in versione “navetta”), pur in scala esatta, soffrivano per uno scarso livello di dettaglio (gli stampi, seppur rimaneggiati, risalivano a oltre 30 anni prima) e soprattutto per una meccanica poco prestante, per quanto affidabile (utilizzava il classico motore “G”).
I nuovi modelli di locomotive FS messi in commercio in quegli anni (E636, E645 ed E646 Roco, E444 ed E656 Lima, E428, E645 ed E646 Rivarossi ecc.) rendevano ancor più stridente il contrasto.

A risolvere la situazione provvede Lima, che nel 1994 mette in produzione modelli di E424 totalmente nuovi rispetto ai precedenti. In prima battuta vengono realizzate tre versioni: la E424 038 (art. 208370LP) in livrea castano-isabella, ambientabile dagli anni ’80 in poi (questa unità ha mantenuto la livrea castano-isabella fino al ritiro dal servizio, nel 2001), la E424 073 (art. 208371LP) in livrea interamente Isabella, ambientabile a partire dai primi anni ’90, e la E424 348 attrezzata per treni navetta (art. 208372 LP) nella vistosa livrea grigio polvere con fasce rosso fuoco e arancio (altrimenti detta “livrea MDVE”, dalla tipologia di carrozze su cui fu introdotta per la prima volta), ambientabile anch’essa negli anni ’90.

E424 038 in livrea castano-isabella, art. 208370LP

Si tratta sicuramente di una delle migliori riproduzioni Lima dell’epoca, tanto che, pur con qualche piccolo rimaneggiamento, i modelli sono prodotti ancora oggi da Hornby con marchio Rivarossi (ne parleremo a tempo debito); la cassa è in plastica, con vetri a filo (belli quelli delle cabine, con la riproduzione degli sbrinatori) e ricca di dettagli da riportare: proprio questi ultimi suscitano qualche mugugno sia per la loro quantità, sia per la difficoltà di montaggio di alcuni di essi a causa degli innesti imprecisi o delle ridotte dimensioni, sia per il fatto che sono forniti in numero contato, cosa problematica in caso di rotture o smarrimenti, del resto la politica commerciale di Lima del tempo prevedeva di non fornire particolari aggiuntivi in sovrannumero per scongiurare l’insostenibile rischio che venissero usati per rifinire altri modelli… fosse mai che la cosa provocasse qualche catastrofe a livello planetario… Alcuni di questi particolari inoltre non sono proprio bellissimi, ad esempio i vari corrimani sono realizzati in alpacca fotoincisa e quindi a sezione rettangolare anziché circolare, inoltre i cavi dell’alta tensione (in plastica) da montare sul tetto e da curvare seguendone la conformazione risultano fragili e tendono a spezzarsi.

E424 073 in livrea isabella, art. 208371LP – foto da ebay

Altra mancanza riguardante la sola versione per treni navetta è relativa agli accoppiatori a 78 poli maschio (quelli femmina non sono riprodotti): sulle E424 questi sono montati all’estremità sinistra del pancone frontale, esternamente rispetto al respingente sinistro, solo sulla prima unità trasformata (E424 292) in un primo tempo erano stati montati in posizione più centrale, a destra del respingente sinistro per poi essere portati sul lato più esterno dopo qualche anno. Ebbene, sul modello Lima gli accoppiatori, riprodotti peraltro in modo semplificato, vanno montati a destra del respingente sinistro (come sulla 292 dei primordi): questo perché si è sfruttato lo stesso particolare aggiuntivo già in produzione per le E646 Rivarossi (i cui accoppiatori hanno appunto, e correttamente questa conformazione), evidentemente l’investimento per realizzare gli accoppiatori in maniera corretta doveva essere insostenibile, quindi si è preferito produrre i modelli con questa piccola ma alquanto fastidiosa inesattezza. Tra parentesi, in nessuna delle recensioni pubblicate sulle principali riviste dell’epoca si è mai fatto il più piccolo accenno a quanto sopra…

La cassa dell’E424 348 navetta riproduce quella delle macchine modificate a partire dal 1990 in poi (tra cui la stessa 348), caratterizzata dalla presenza di cinque finestrini laterali con cornice in gomma in luogo dei sei originari, di cui due di dimensioni minori e originariamente adiacenti alla saracinesca centrale (eliminata in sede di trasformazione): per tale motivo Lima potrà riprodurre solamente unità caratterizzate da questa particolarità.

E424 348 per treni navetta, art. 208372LP – foto da ebay

Molto buona la verniciatura di tutte e tre le versioni, con tonalità dei colori fedeli al reale e riproduzione di targhe (tampografate, non in rilievo) e scritte di servizio. Per contro i numeri di servizio sui panconi frontali risultano sovradimensionati.
I carrelli invece sono in plastica nera non verniciata ma comunque ben dettagliati, con le tipiche molle a balestra e, nella parte anteriore, i cacciapietre con i captatori per la ripetizione segnali in cabina; anche qui sono da montare, con qualche difficoltà, alcuni particolari aggiuntivi come le sabbiere, i cui tubi lanciasabbia, sottilissimi, devono essere faticosamente fatti passare dietro la sottostante molla a balestra, e alcuni cavi afferenti alle boccole.

Sul tetto troviamo i pantografi tipo 42LR con strisciante dritto: già visti l’anno precedente sulle nuove versioni di E321 Rivarossi, oggi non appaiono il massimo della finezza, ma all’epoca erano una delle migliori riproduzioni di questo tipo di pantografo (sicuramente migliori, ad esempio, di quelli dell’E636 Roco). Unica nota stonata, le viti di fissaggio al tetto, troppo grosse e visibili.

Anche la meccanica è totalmente nuova e ricalca lo schema oggi usuale, che si affermava proprio in quegli anni: telaio in metallo (zama), motore a 5 poli in posizione centrale con trasmissione del movimento a tutte le ruote (di cui una per carrello con cerchiatura di aderenza in gomma) tramite alberi con snodi cardanici, vite senza fine e cascata di ingranaggi.
Il funzionamento è buono ma non ottimo: Lima (e parallelamente Rivarossi, in quegli anni riunite sotto un’unica gestione) infatti, diversamente, ad esempio, da Roco che l’aveva introdotta da tempo, non ha grande esperienza con questo tipo di trasmissione e la messa a punto è, eufemisticamente parlando, migliorabile, cosicché la presenza di giochi e di tolleranze eccessive, insieme a qualche errore concettuale in fase di progettazione, rendono la marcia non fluidissima.

Il successo di queste E424, messe in vendita all’inizio del 1994, è notevole, grazie anche al prezzo elevato sì ma non esagerato (198.000 lire, corrispondenti a circa 163 euro attuali), così negli anni successivi saranno prodotte numerose nuove versioni, che analizzeremo man mano nelle prossime puntate.

E424 Lima – parte II: la (prima) E434 068 Rivarossi
E424 Lima – parte III: sull’onda del successo
E424 Lima – parte IV: versioni speciali Norisberghen
E424 Lima – parte V: Breda e XMPR
E424 Rivarossi (ex Lima) – parte VI: dalla Cina con… errori
E424 Rivarossi (ex Lima) – parte VII: rivedute e (quasi) corrette
E424 Rivarossi (ex Lima) – parte VIII: ritorno alle origini