E444 Rivarossi – parte I: prototipi

Nel 1967-68 vengono consegnate alle FS le locomotive E444 001-004, prototipi del gruppo E444, le famose “Tartarughe”: si tratta di macchine innovative, per la prima volta atte a viaggiare a 200 km/h, e la loro presentazione ha una certa risonanza, tanto che le principali case fermodellistiche italiane, Lima e Rivarossi, ne realizzano i modelli contemporaneamente all’entrata in servizio delle unità reali.
Mentre Lima riproduce, già nel 1967, l’unità 001 (sia in scala H0-1:87 che in N-1:160), Rivarossi propone la successiva 003 in scala H0 (art. 1451), che troviamo illustrata in bella evidenza sulla copertina del catalogo novità 1968. L’entrata in produzione però, per qualche motivo, avviene con un po’ di ritardo, infatti sul catalogo 1969/1970 viene specificato “consegna primavera” (1970).

Il modello appartiene alla scuola rivarossiana classica, con misure in scala abbondante (1:80 circa), nondimeno, per l’epoca, è molto ben realizzato, con caratteristiche sicuramente superiori rispetto al concorrente Lima (è da ricordare che comunque quest’ultimo è destinato al mercato del giocattolo o poco più, il Rivarossi invece al mercato modellistico): la cassa è in plastica e in particolare si fa apprezzare la riproduzione dei musi arrotondati, con vetri frontali a filo cassa sui quali sono stampate anche le griglie di protezione, mentre i finestrini laterali, pur corretti nella forma e nella posizione, non hanno vetri a filo. Buona anche l’incisione di griglie e sportelli laterali e delle sottili modanature, al vero in alluminio, che cingono la cassa e il fregio FS frontale, correttamente in rilievo. Sui fianchi sono stampate in rilievo le targhe di immatricolazione e del costruttore, quest’ultima però, anziché indicare il costruttore reale (Officine Savigliano), riporta la dicitura “Rivarossi Como”, cioè il costruttore del modello: è una peculiarità che oggi fa sorridere e che ritroviamo anche in altri modelli coevi. La macchina è riprodotta, ovviamente, allo stato d’origine, con le tre griglie centrali dotate di alette verticali anziché orizzontali e priva del praticabile sul tetto (modifiche al vero introdotte negli anni successivi). Le scalette di accesso alla cabina sono complete, con il gradino più basso, sono inoltre presenti i corrimani d’angolo per i manovratori, riportati in metallo.

E444 003, art. 1451, vista dal lato destro – foto da ebay

Ottima l’incisione dei carrelli, con le caratteristiche molle della sospensione secondaria ben in vista (applicate a parte) e i vari dettagli ottimamente riprodotti. Anche le ruote si fanno notare per la riproduzione, sui fianchi, del sistema di trasmissione ad anello danzante.
Sul tetto troviamo i pantografi 52 FS: oggi apparirebbero decisamente sovradimensionati, per l’epoca invece sono da considerarsi più che buoni.

E444 003, art. 1451, vista frontale – foto da ebay

La colorazione, nella livrea blu orientale-grigio perla con carrelli bruni (come al vero nell’epoca di riferimento), è realizzata in modo accettabile, solo il rosso dei panconi frontali appare un po’ spento, tuttavia Rivarossi si perde un po’nei dettagli: pantografi neri anziché rossi, vele delle ruote rosse anziché nere, corrimani d’angolo in metallo nudo non verniciato anziché blu, loghi FS frontali con fondo blu anziché rosso, custodie dei respingenti rosse anziché blu, targhe blu anziché rosse… Sono comunque difetti veniali, dato che con pochi ritocchi è possibile portare la macchina “a schema”.
Sui fianchi delle cabine manca correttamente il disegno della tartaruga, infatti al vero è stato applicato solo in un secondo tempo.

E444 003, art. 1451, vista dal lato sinistro – foto da ebay

La meccanica è la tipica Rivarossi del tempo, con telaio in plastica appesantito da una zavorra metallica e un solo carrello azionato da un motore ad asse verticale. Il funzionamento è, per l’epoca, piuttosto buono, così come la forza di trazione, grazie agli anelli di aderenza in plastica presenti su due ruote. Meno buona la captazione di corrente, che avviene da due sole ruote per lato, quindi con maggiore suscettibilità allo sporco, è comunque possibile, tramite un commutatore azionato da una vite posta sotto il carrello non motorizzato, predisporre la locomotiva per l’alimentazione dalla linea aerea.
La E444 003 viene inserita anche in alcune confezioni comprendenti carrozze e binari: per il dettaglio rimandiamo alla tabella in fondo all’articolo.

Nel 1979 la E444 prototipo scompare dal catalogo per riapparire 4 anni dopo, nel 1983, con alcuni rimaneggiamenti e varie migliorie nella finitura: praticabile sul tetto, pantografi rossi, custodie dei respingenti blu, targhe non più stampate ma tampografate, con fondo rosso e con quelle del costruttore corrette, scritte di servizio sui longheroni (un po’ sovradimensionate), loghi della tartaruga sui fianchi delle cabine (anche questi un po’ sovradimensionati), rimangono però le ruote rosse e i corrimani d’angolo non verniciati. La locomotiva è ora numerata E444 002 (art. 1469) e così rivista si ambienta negli anni ‘70/primi ’80, anche se con l’incongruenza delle tre griglie centrali, che dovrebbero avere le alette orizzontali e non più verticali (probabilmente Rivarossi, che sta attraversando un periodo di grave crisi, ritiene troppo onerosa la modifica degli stampi) e dei loghi FS frontali che dovrebbero avere il contorno blu.

E444 002, art. 1469 – foto da ebay

Il modello rimane però in catalogo per poco tempo, nel 1988 infatti non lo troviamo già più, probabilmente non è molto richiesto sia per la sua scala sovrabbondante (in quegli anni si affermano definitivamente le riproduzioni in scala H0 esatta) sia per la forte concorrenza dell’analogo Lima, venduto a prezzi decisamente più bassi e soprattutto con misure in scala quasi esatta, pur con tutte le sue imprecisioni.

E444 002, art. 1469, vista frontale – foto da ebay

Una curiosità: sui cataloghi, a partire dalla metà degli anni ’70, la E444 prototipo viene definita da Rivarossi “prima serie”, probabilmente per meglio distinguerla dal modello della E444 di serie (di cui parleremo nella seconda parte), che a sua volta è designato come “seconda serie”: in realtà le E444 001-004 erano appunto dei prototipi costituenti una preserie mentre le successive si distinguevano in due serie (006-055 e 056-117).

In conclusione una tabella con le varie versioni prodotte (singole e confezioni), non si escludono errori od omissioni.

E444 Rivarossi – parte II: unità di serie
E444 Rivarossi – parte III: le TartarugOne
E444 Rivarossi – parte IV: le TartarughiNe