234 serie 3000 – Rivarossi (1:80)

Nel 1966 Rivarossi mette in produzione il modello in scala H0 della locomotiva Diesel FS da manovra 234 serie 3000: si tratta di una riproduzione con misure in scala abbondante (1:80 circa) rispetto all’H0 esatta (1:87), come del resto tipico della produzione Rivarossi del tempo, e piuttosto semplificata, in effetti inizialmente il suo mercato di riferimento è quello del giocattolo o poco più. Ciononostante presenta una particolarità degna di nota, la prima versione infatti, non in vendita singolarmente ma solo in confezione con 3 carri cisterna, circuito di binari e alimentatore (art. 30128), è colorata non nel canonico verde vagone FS ma in azzurro: a tal proposito è stato ipotizzato che Rivarossi si possa essere ispirata alle due locomotive I-51 e I-52 della Ferrovia Alifana, molto simili alle 234 FS ma dipinte appunto in azzurro, il motivo di tale scelta rimane però un mistero, tanto più che sui fianchi della cabina sono stampate in rilievo le targhe riportanti la marcatura “FS 234 3005”, non è da escludere che in fase di progettazione i tecnici Rivarossi abbiano preso un abbaglio scambiando le macchine dell’Alifana per quelle FS.

Confezione art. 30128 con 234 azzurra – foto da annunci.net

La cassa, in plastica, riproduce in modo abbastanza corretto le forme del prototipo reale, pur con qualche licenza, in particolare sui fianchi del cofano, in prossimità della cabina, sono presenti due cassoni, al vero inesistenti, che servono a contenere l’ingombro del motore, collocato appunto all’interno della cabina e che, data l’epoca, è ancora quello con cuscinetti a sfere e aziona, tramite vite senza fine, il terzo asse, il quale a sua volta, tramite le bielle di accoppiamento, trasmette il moto agli altri due.

I finestrini della cabina sono totalmente privi di vetri mentre sui praticabili anteriore e posteriore sono montate le ringhiere di protezione, in metallo, che incorporano anche i fanali, questi ultimi dotati di trasparenti e illuminati sul solo lato anteriore.

234 3005, art. 1778, testata posteriore – foto da ebay

Sul frontale del cofano si fa notare il fregio del costruttore (OM), stampato in rilievo, per il resto, a parte le targhe di cui si è detto prima, non vi sono ulteriori iscrizioni o marcature.

I ganci, in metallo, sono in pezzo unico con il carter inferiore che racchiude la trasmissione.

234 3005, art. 1778, vista da sotto – foto da ebay

Nel 1967 viene proposta la versione in livrea verde, anche in questo caso venduta non singolarmente ma in confezione con 3 carri (art. 1-11-21) e sempre destinata al mercato del giocattolo (serie “Junior”).

Nel 1968 i codici articolo delle due confezioni vengono mutati: quella con la 234 azzurra diviene 128, quella verde 11-21, per il resto non vi sono ulteriori variazioni e le due confezioni restano in produzione fino al 1970-71. Proprio in quel periodo la 234 viene elevata al rango di modello “professionale” o quasi e viene posta in vendita singolarmente, comparendo in catalogo nel 1970-71 come art. 1778, nella colorazione verde vagone e descritta come “locomotiva Diesel a tre assi, tipo D 234” (ricordiamo che secondo le norme FS la “D” dovrebbe essere utilizzata solo per le locomotive Diesel a carrelli, sebbene anche al vero, soprattutto negli ultimi anni, la regola è stata disattesa): lo stampo subisce alcune modifiche in corrispondenza dei cassoni davanti alla cabina che, anziché essere eliminati per rendere l’aspetto del modello conforme al vero, vengono addirittura ampliati per ospitare il nuovo motore su bronzine, i cui ingombri sono leggermente diversi dal precedente “a sfere”. Per il resto nessuna variazione o miglioria apprezzabile: la cabina continua ad essere priva dei vetri ai finestrini e sui panconi frontali non c’è alcuna marcatura, che è riportata, invariata (234 3005), solo sulle targhe laterali.

234 3005, art. 1778 – foto da ebay
234 3005, art. 1778, fiancata destra – foto da ebay
234 3005, art. 1778, fiancata sinistra – foto da ebay

Esistono inoltre alcuni modelli sulla cui confezione è riportato il codice articolo 1778-1 e tale codice lo si ritrova anche in alcuni cataloghi delle parti di ricambio, ad esempio in quello del 1976, dove la cassa è identificata da ben quattro codici diversi, una per l’art. 1778-1 e tre per l’art. 1778, di cui una “completa” presumibilmente verde, una seconda azzurra e una terza verde ma senza ringhiere. Nel catalogo delle parti di ricambio del 1970 invece la 234 è descritta come “locomotore 1778 degli impianti 128 e 1-11-21”. A questo punto il mistero si infittisce, probabilmente in origine il codice 1778 era solo un codice interno dell’azienda che identificava appunto la 234 venduta nelle suddette confezioni, successivamente, quando il modello è stato posto in vendita singolarmente e in parallelo si è adottato il nuovo motore, con modifiche alla cassa, è stato introdotto il codice 1778-1, che però non è stato mai recepito dal catalogo generale e negli anni successivi i nuovi lotti produttivi sono tornati a essere identificati dal codice 1778. Non è però da escludere che, per smaltire le scorte a magazzino, alcuni modelli con motore “a sfere” e cassa non modificata, anche in livrea azzurra, siano stati venduti  singolarmente come art. 1778 e che quindi, in quella prima fase, per distinguere la versione originale da quella rinnovata si siano adottati temporaneamente i due codici distinti (1778 e 1778-1 appunto). Siamo comunque sempre nel campo delle ipotesi, chi avesse informazioni più certe non esiti a contattarci.

234 3005, art. 1778, con scatola – foto da ebay

Il modello rimane in produzione senza ulteriori variazioni fino ai primi anni ’80, quando viene sottoposto a qualche minima miglioria nella finitura (targhe tampografate) e, con un nuovo numero di servizio, 234 3003, finalmente riportato anche sui panconi frontali, viene inserito in catalogo a partire dal 1983 (art. 1781). Purtroppo non si approfitta dell’occasione per apportare ulteriori aggiornamenti, come gli ormai indispensabili vetri ai finestrini, o affinamenti di dettaglio: Rivarossi in quel periodo sta attraversando una grave crisi e non intende investire più di tanto su modelli ormai obsoleti soprattutto per le loro dimensioni non in scala esatta, in controtendenza a quanto richiesto dal mercato negli anni ’80 come conseguenza dell’ “effetto E626 Roco”. Così, nel 1987, il 234 esce definitivamente di scena e ad oggi è uno dei mezzi FS di cui manca completamente una riproduzione aggiornata in scala H0. Questo modello, pur con tutti i suoi limiti, ha comunque il merito di essere stato la prima e per decenni l’unica riproduzione non di fantasia di una macchina Diesel FS da manovra.

234 3003, art. 1781 – foto da ebay
234 3003, art. 1781, testata anteriore e posteriore – foto da ebay

Prima di concludere, ricordiamo che Rivarossi ha realizzato la 234 anche in versione semplificata a 2 assi anziché 3 e designata come 225: si tratta questa volta di un modello di fantasia, che analizzeremo prossimamente.