245-250 FS Rivarossi – nuove versioni 2021

Dopo una decina d’anni di assenza sono tornate a farsi vedere le locomotive Diesel da manovra 245 “unificate” FS in scala H0 (1:87), recentemente riproposte da Hornby con marchio Rivarossi e giunte nei negozi poco prima di Natale (2021), con un po’ di ritardo rispetto al previsto per i ben noti problemi.

Le versioni consegnate sono sei, disponibili anche con decoder e sonorizzazione. Innanzitutto abbiamo un’ancora inedita unità serie 1000, la 245 1003 (art. HR2792 e HR2792S DCC Sound), ambientabile negli anni ’80-’90. La data di revisione riportata è il 22/1/93, tuttavia, se vogliamo spaccare il capello in quattro, ci sorge qualche perplessità sui parapetti laterali e frontali, che proprio in quegli anni venivano modificati per motivi antinfortunistici con rialzo e applicazione del battipiede inferiore mentre sul modello si presentano ancora nella precedente configurazione. Tali modifiche sono state introdotte a partire dal 1991-92, ci pare quindi strano che una macchina revisionata nel 1993 non le avesse ancora ricevute. Ad ogni modo tutto può essere e non è da escludere che la 1003 per qualche motivo sia “sfuggita”, purtroppo non abbiamo al momento reperito documentazione fotografica ritraente la locomotiva vera nei primi anni ’90.

245 1003, art. HR2792 – foto da binario2.com

Abbiamo poi una macchina della serie 2000, la 245 2008 (art. HR2791 e HR2791S DCC Sound), che si ambienta negli anni ’80 ed è caratterizzata da alcuni dettagli tipici di quell’epoca come le marcature frontali con ombreggiatura nera e i parapetti non modificati; la data di revisione riportata, se abbiamo letto bene, viste le minuscole dimensioni delle iscrizioni, è il 5/8/86, l’assegnazione è al deposito di Genova Rivarolo.

245 2008, art. HR2791 – foto da rail-modelling.com

A queste si aggiungono due unità serie 6000, la prima delle quali è la 245 6106 (art. HR2793 e HR2793S DCC Sound), assegnata al deposito di Verona e collocabile negli anni ’90-primi 2000: la data di revisione riportata è il 23/4/93 e questa volta i parapetti sono in versione modificata, coerentemente con l’epoca di ambientazione.

245 6106, art. HR2793 – foto da binario2.com

La seconda macchina serie 6000 è la 245 6074 (art. HR2794 e HR2794S DCC Sound), presentata nell’ancora inedita veste di epoca attuale, con marcatura NEV a 12 cifre sui fianchi delle cabine e respingenti a piatti rettangolari, oltre ovviamente ai parapetti modificati. La data di revisione riportata è il 30/6/2015, assegnata al deposito di Pescara. La marcatura frontale riporta la lettera “D”, come visibile anche al vero da diversi anni a questa parte, in passato invece, almeno fino ai primi anni 2000, la “D” era in uso solo sulle locomotive Diesel a carrelli.

245 6074, art. HR2794 – foto da binario2.com

Non poteva mancare, come non era mancata nelle precedenti sfornate, la versione “fuoriserie”, ossia la 250 2001, che al vero – ricordiamo – altri non è che la ex 245 2014, trasformata nel 1986 con l’applicazione della trasmissione idraulica reversibile Voith L3r4 U2, riclassificata e ridipinta in una vistosa livrea arancio, tra l’altro variata negli anni.
A questo giro è stata proposta in due varianti: la prima (art. HR2795 e HR2795S DCC Sound) è collocabile nel periodo metà anni’90-inizio 2000, con assegnazione a Bologna S. Donato e data di revisione 28/10/94. Ci lascia qualche dubbio la marcatura frontale “D 250” dato che, come detto prima, la “D”, almeno nell’epoca in cui si ambienta il modello, era in uso solo sulle locomotive a carrelli.

250 2001, art. HR2795 – foto da binario2.com

La seconda 250 2001 (art. HR2796 e HR2796S DCC Sound), con assegnazione a Livorno, si ambienta in epoca più recente per la presenza del logo FS-Trenitalia frontale e dei respingenti con piatti rettangolari: la data di revisione riportata è il 28/2/2007 e al vero questa macchina ha fatto servizio fino al 2014 (la ricordiamo a S. Giovanni Valdarno nel 2012), quando è entrata nel parco storico di Fondazione FS e attualmente dovrebbe essere in corso di restauro.

250 2001, art. HR2796 – foto da binario2.com

Per questi nuovi modelli si sono sfruttati gli stampi delle casse risalenti al 1995 e già molto buoni all’epoca. Si apprezzano alcune migliorie di dettaglio come i vari corrimani e parapetti, sempre in metallo ma adesso più fini, con sensibile beneficio estetico: purtroppo però i fori di innesto sono rimasti uguali e adesso appaiono un po’ troppo larghi, la cosa comunque, alla normale distanza di osservazione, è pressoché impercettibile.
Molto buona la finitura, le tonalità dei colori appaiono realistiche e le varie marcature e iscrizioni risultano fedeli nella forma e nelle dimensioni.

Ma la grossa novità è il rifacimento integrale della meccanica: come avevamo evidenziato a suo tempo, la vecchia gestione Rivarossi, che probabilmente amava la sperimentazione, purtroppo non sempre con risultati entusiasmanti, aveva adottato un’inedita trasmissione a cinghietta dentata di gomma che alla prova dei fatti si è dimostrata foriera di malfunzionamenti sia per gli eccessivi attriti sia per il degrado e l’indurimento nel tempo. Anche le precedenti edizioni del nuovo corso Hornby avevano ripreso questa soluzione, tuttavia una rivisitazione della parte meccanica era richiesta da più parti e ormai i tempi erano maturi.
La nuova meccanica è di concezione più tradizionale, il motore a cinque poli infatti aziona tutti e tre gli assi tramite vite senza fine e ingranaggi, con un funzionamento regolare e decisamente migliore in confronto al sistema a cinghia. La forza di trazione è piuttosto scarsa, non peggiore ma neppure migliore rispetto alle precedenti edizioni, rispetto a cui queste nuove sono anche un po’ più leggere (125 g contro 175): data l’assenza di anelli in gomma sulle ruote si sarebbe però potuto osare di più rendendo gli assi basculanti o con un minimo di gioco verticale, che invece manca del tutto, per ottenere un appoggio di tipo isostatico e sfruttare così al meglio l’aderenza ruota-rotaia.

L’impianto elettrico è stato aggiornato con la predisposizione per il decoder, con presa a standard Next18 previsto dalla norma NEM 662 per le scale più piccole o, per la H0, ove vi sia poco spazio, come in questo caso.

Con i prezzi, come e anche più di altri prodotti Hornby degli ultimi mesi, si spara in alto, molto in alto – pure troppo – arrivando a 185,50 euro e si sconfina nell’iperspazio con i 320,50 euro (+73%) delle versioni con decoder. A titolo di confronto i primi modelli del 1995 costavano 198.000 lire (prezzo già allora non proprio popolare), corrispondenti, secondo le rivalutazioni ISTAT, a poco più di 155 euro odierni, ed erano fabbricati in Italia con stampi, all’epoca, totalmente nuovi. Se queste nuove produzioni, realizzate presso terzisti cinesi e con stampi che, meccanica a parte, hanno superato il quarto di secolo, costano quasi il 20% in più rispetto a 26 anni fa e anche rispetto a modelli interamente nuovi dello stesso gruppo Hornby, vedi le ultime E464 Lima Expert, evidentemente ci sfugge qualcosa…

Per concludere vogliamo sottolineare che il tema 245 si presterebbe a ulteriori sviluppi: da un lato le versioni d’origine anni ’60-’70, senza parapetti laterali (la cui applicazione è stata disposta nel 1976) e con telaio castano, dall’altro la nuova e accattivante colorazione rosso-grigio di recente introduzione su alcune unità in uso a Mercitalia Shunting e Terminal.

Locomotive 245-250 FS – Rivarossi