Carri DDm FS – Trheingold

Nei primi anni 2000, con il gruppo Lima-Rivarossi che naviga in cattive acque, nel mercato fermodellistico italiano (e non solo) si viene a creare un “vuoto di potere” e si assiste così al fiorire di una serie di piccoli e medi produttori industriali (o di artigiani che tentano di evolvere verso la produzione industriale): di questi solo alcuni riusciranno a crescere e consolidarsi, mentre molti altri, nonostante gli entusiasmi iniziali, scompariranno senza lasciare traccia o quasi. Tra questi troviamo Trheingold, emergente casa milanese che intendeva debuttare sul mercato con due modelli FS in scala H0 (1:87) ancora del tutto inediti: le carrozze a piano ribassato “tipo 1973” e i carri serie DDm per trasporto di auto al seguito di treni viaggiatori. Purtroppo la gestazione è lunga e travagliata, fatta di continui rinvii e presentazioni di prototipi “quasi” definitivi, tanto che alla fine per le carrozze a piano ribassato, molto richieste, ci si lascia bagnare il naso da ACME e si preferisce, a torto o a ragione, abbandonare la partita. Il DDm invece riesce a vedere la luce verso la fine del 2004: in prima battuta viene consegnato il carro 51 83 98-30 090-6 DDm (art. 108330.00), riproducente un esemplare di terza serie, in livrea grigio ardesia con logo FS “a televisore” e ambientabile negli anni ’80-’90 e anche oltre.

Carro 51 83 98-30 090-6 DDm, art. 108330.00 – foto da ebay

La riproduzione, in plastica, è di ottimo livello e ricca di dettagli, molti dei quali forniti da applicare a cura dell’acquirente, cosa che suscita qualche malcontento perchè l’operazione presenta qualche difficoltà e richiede l’uso di colla per la scarsa precisione delle sedi di innesto. La lunghezza è in esatta scala (al vero 26,4 m, uguale a quella delle carrozze unificate). I carrelli, riproducenti il tipo 24C, sono abbastanza ben fatti e presentano un’interessante particolarità costruttiva, molto rara su modelli in scala H0: il loro telaio è articolato, con le fiancate (metalliche) incernierate sulla parte centrale. In tal modo si realizza il tanto decantato appoggio isostatico, che permette al carro di digerire senza problemi anche tratti di binario non perfetti pur adottando ruote con bordini più bassi, a beneficio del realismo. Il rovescio della medaglia consiste nel fatto che, perchè tutto funzioni correttamente, le punte degli assi sono cilindriche e non coniche, con conseguente riduzione della scorrevolezza e, in vari casi, anche fastidiosi cigolii, tanto che il prduttore stesso ne consiglia la lubrificazione.

Dettaglio del carrello – foto da ebay

La semplice coloritura in grigio ardesia è ben realizzata, con tonalità fedele al vero, spiccano inoltre le fasce bianche sui piani di carico e le zebrature giallo-nere sulle ribaltine frontali, purtroppo però ci si è dimenticati di “zebrare” anche i corrimani del piano superiore, che appaiono di un uniforme grigio. Anche le fiancate metalliche dei carrelli non sono verniciate ma trattate chimicamente, con effetto migliorabile, ma non è difficile ridipingerle in nero.
Ben fatte le varie marcature e scritte di servizio mentre i loghi FS appaiono forse un po’ schiacciati e spigolosi ma comunque accettabili.
Il carro è dotato di timoni di allontanamento su cui montare i ganci dotati di innesti unificati a norma NEM (discutibilmente non è fornito alcun tipo di gancio in dotazione) e viaggia senza problemi anche su curve di raggio ristretto (fino a 360 mm).

Il carro visto dall’alto – foto da ebay

Prodotto in Italia (all’epoca la corsa verso la Cina era ancora agli inizi) e venduto a circa 45 euro (corrispondenti a 55 euro attuali) il DDm Trheingold riscuote un buon successo e nei primi mesi del 2005 viene replicato con una diversa numerazione (51 83 98-30 079-9 DDm, art. 108330.01), sempre in grigio ardesia e con logo FS “a televisore”.

Carro 51 83 98-30 079-9 DDm, art. 108330.01 – foto da ebay

Poco dopo viene consegnata la versione ancora in grigio ardesia ma con logo FS “a losanga”, ambientabile a partire dalla seconda metà degli anni ’80 e declinato in due differenti marcature (51 83 98-30 066-6 DDm, art. 108331.01, e 51 83 98-30 084-9 DDm, art. 108331.02).

Carro 51 83 98-30 066-6 DDm, art. 108331.01 – foto da ebay
Carro 51 83 98-30 084-9 DDm, art. 108331.02 – foto da ebay

Più tardi il tema viene sviluppato ulteriormente con i carri di quarta serie, differenti in vari elementi come i carrelli FIAT “a collo di cigno” e la conformazione dei corrimani del piano superiore. Sono proposti in livrea grigio beige con fasce rosso fegato, ambientabili dalla fine degli anni ’80 in poi, sempre con due diverse numerazioni (51 83 98-70 052-7 DDm, art. 108332.01, e 51 83 98-70 008-9 DDm, art. 108332.02).

Carro DDm 51 83 98-70 052-7, art. 108332.01 – foto da trenietreni.it
Carro 51 83 98-70 008-9 DDm, art. 108332.02 – foto da ebay

Nonostante fossero già previste ulteriori varianti, come quella nella coloritura grigio chiaro introdotta verso la metà degli anni ’90, Trheingold accusa duramente il colpo ricevuto per via delle vicende legate alle carrozze a piano ribassato di cui si diceva all’inizio e la sua breve storia giunge bruscamente al termine, mentre i suoi DDm, molto apprezzati e ricercati, sul mercato dell’usato raggiungono quotazioni assolutamente folli.