Annunciate da diverso tempo (era il 2017), Hornby ha finalmente consegnato nei mesi scorsi le carrozze ristorante “Gran Confort” tipo 1987 in scala H0 (1:87), con tetto cannellato, in due delle tre versioni previste: innanzitutto quella allo stato d’origine, nella colorazione “bandiera” avorio-grigio ardesia con filetti rossi, ambientabile negli anni ’90, e subito dopo quella in livrea XMPR, collocabile nei primi anni 2000 data l’assenza del marchio Trenitalia.
Le nuove carrozze fanno parte del filone inaugurato nel 2015 da Lima Expert ma, giusto per creare confusione e confondere le acque, sono prodotte con marchio Rivarossi e, molto INopportunamente, sono vendute non singolarmente ma solamente in confezione con tre carrozze “Gran Confort” di prima classe a scompartimenti, queste sostanzialmente analoghe alle già citate Lima Expert.
Più in dettaglio abbiamo la carrozza 61 83 88-90 814-6 WR in livrea d’origine contenuta nel set HR4271 (e individuata dal codice HR4271-1) e la carrozza 61 83 88-90 812-0 WR in livrea XMPR contenuta nel set HR4274 (e individuata dal codice HR4274-1).
Il modello è in plastica e la fattura è molto buona, con misure in esatta scala e un ottimo livello di dettaglio. I vetri dei finestrini sono a filo cassa e attraverso di essi è ben visibile l’interno della sala ristorante, realizzato in più colori, la zona cucina invece non è riprodotta, scelta a nostro avviso più che sensata dato che rimane comunque ben poco visibile attraverso i piccoli finestrini esterni e, sul lato opposto, totalmente occultata dalla parete del corridoio.
Sulle testate troviamo la riproduzione del gancio realistico, degli accoppiatori pneumatici (anche in versione monca per non interferire con il gancio modellistico), delle prese REC e degli accoppiatori a 78 poli, dato che al vero le unità di questa sottoserie (10 in tutto) ne erano appunto dotate presumibilmente perchè si pensava di utilizzarle anche in composizione a treni reversibili con carrozze MDVE, le quali erano state originariamente progettate per servizi di medio rango (denominati cacofonicamente “Intercittà”, da non confondere con i successivi Intercity). Tale utilizzo non si è poi concretato ma gli accoppiatori, pur se totalmente inutilizzati, sono rimasti in opera fino alla ristrutturazione (“Progetto 901” e seguenti) condotta nell’ultimo decennio, addirittura alcune carrozze, pur trasformate, hanno conservato l’alloggiamento dell’accoppiatore maschio e ancora oggi è ben visibile la nicchia sulla testata che lo ospitava.
Ulteriore finezza, nel vano dell’intercomunicante è presente la riproduzione dell’accoppiatore UIC a 13 poli.
Anche le apparecchiature del sottocassa sono riprodotte, pur senza scendere nell’iperdettaglio, dato che sono in buona parte nascoste dalle carenature laterali. I carrelli sono, ovviamente, gli stessi delle “Gran Confort” di prima classe e riproducono in modo adeguato gli F71 in opera al vero, con gli smorzatori antiserpeggio e l’impianto frenante “bimodale” a ceppi e a dischi.
I ganci, come ormai consuetudine, sono di tipo intercambiabile e montati su timoni di allontanamento per l’aggancio corto.
La decorazione è ben realizzata, con tonalità dei colori sostanzialmente fedeli al reale, anche se qualche diatriba è sorta in merito al color avorio della versione d’origine, dato che altri produttori hanno utilizzato una tonalità più scura.
Come già detto in precedenza, i modelli, prodotti ovviamente in Cina, sono in vendita esclusivamente in confezioni da 4 carrozze a poco più di 180 euro, che a conti fatti significa poco più di 40 euro a carrozza, prezzo tutto sommato accettabile tenendo conto del fatto che, nella continua e deleteria corsa al rialzo dei prezzi perpetrata dai vari produttori per “mungere la vacca finché dura” (ormai poco, a tali condizioni), le carrozze ormai hanno superato abbondantemente i 60 euro.
L’accoglienza è stata più che positiva soprattutto per la versione in livrea d’origine, che è andata rapidamente esaurita (c’è comunque da dire che, rispetto al passato, i quantitativi prodotti sono decisamente esigui), c’è da sperare che per eventuali nuove produzioni venga contemplata l’idea di vendere i modelli anche singolarmente, inoltre non è da escludere che, previe modifiche di stampo, possano venire realizzate anche le unità ristrutturate, declinabili in almeno 5 diverse livree (XMPR, ESCI, Frecciabianca, Thello e IC Sun).
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