Carrozze letti T2s DB, SBB, FS – Jouef

Nella seconda metà degli anni ’70 la casa francese Jouef mette in produzione il modello in scala H0 (1:87) della carrozza letti T2s, all’epoca da poco entrata in servizio presso varie amministrazioni europee: Italia (33 unità), Germania Ovest (16), Svizzera (5), Austria (5), Danimarca (2), Olanda (2). Le prime due versioni, consegnate nel 1977-78, sono quella tedesca (DB) in livrea rossa (art. 5793, marcatura 61 80 75-71 401-3 WLABsm) e quella svizzera (SBB CFF FFS) in livrea blu (art. 5784, marcatura 71 85 75-70 450-4 WLAm), entrambe con insegne TEN.

Carrozza DB art. 5793 lato corridoio – foto da ebay

In linea con la politica della casa, sono riproduzioni piuttosto spartane, con parecchie semplificazioni e approssimazioni come la mancanza totale dell’arredo interno, i respingenti con piatti stampati in unico blocco con i mantici tubolari di intercomunicazione (pur essendoci un accenno di fusti sulle traverse di testa), l’assenza dei gradini in corrispondenza delle porte o i ganci di dimensioni abnormi che comportano uno spazio esagerato tra due carrozze agganciate, ciononostante vi sono anche alcuni punti di forza come la lunghezza in scala 1:87 pressoché esatta (diversamente dal coevo modello Lima) o i finestrini con vetri quasi a filo cassa e giustamente differenti tra il lato corridoio (dove solo quelli di estremità sono apribili) e il lato scompartimenti; alcuni di essi sono realizzati in posizione semiaperta, probabilmente si è voluto riprodurre una carrozza con l’impianto di climatizzazione guasto…

Carrozza DB art. 5793 lato scompartimenti – foto da ebay

L’architettura del modello è abbastanza curiosa, il telaio infatti è un tutt’uno con i finestrini, realizzato in plastica trasparente e poi verniciato in corrispondenza del sottocassa, e l’accoppiamento con la cassa, sempre in plastica, sfrutta come elemento di tenuta le cornici dei finestrini che vanno a impegnare i corrispondenti vani sulle fiancate. I dettagli non si sprecano: i vari corrimani sono semplicemente stampati, le varie griglie di aerazione sul tetto e sulla fiancata lato corridoio sono presenti ma sono tutt’altro che dei capolavori, sul tetto però sono state riprodotte le tipiche cannellature, assenti invece sul già citato modello Lima.

Carrozza SBB art. 5784 lato corridoio – foto da ebay

La decorazione è fatta in modo accettabile, con tetto alluminio e fiancate rosse o blu a seconda della versione (DB o SBB), il sottocassa e i carrelli però sono erroneamente colorati in grigio anziché in nero mentre le porte di intercomunicazione sono trasparenti, facendo parte del blocco sottocassa-finestrini. Accettabili anche i vari loghi e iscrizioni, con la dicitura TEN declinata in lingue diverse a seconda della versione: sull’unità DB abbiamo Trans Euro Nacht mentre su quella SBB troviamo Trans Euro Nacht lato corridoio e Trans Euro Nuit lato scompartimenti.

Carrozza SBB art. 5784 lato scompartimenti – foto da ebay

Poco meno di 10 anni dopo, nel 1986, arriva anche la versione FS (art. 5785, marcatura 71 83 75-70 420-9 WLABm): è praticamente identica a quella SBB, le uniche differenze sono, ovviamente, i loghi (del tipo “a televisore”), la marcatura e la dicitura TEN che sul lato del corridoio è in italiano (Trans Euro Notte) mentre lato scompartimenti continua a rimanere in francese (Trans Euro Nuit) anche se, a quanto ne sappiamo, le T2s avevano le diciture in italiano da entrambi i lati, diversamente dalle MU, non è però escluso che possa esserci stata qualche eccezione. Questo modello comunque non si è molto diffuso in Italia, dove Jouef non aveva grande mercato per la mancanza di un importatore.

Carrozza FS art. 5785 lato corridoio – foto da ebay
Carrozza FS art. 5785 lato scompartimenti – foto da aste.catawiki.it

Nonostante le T2s, come detto all’inizio, facessero servizio in vari Paesi europei, Jouef non ha realizzato ulteriori versioni e non ha riproposto i modelli aggiornati e migliorati, qualcosa in tal senso era previsto nella prima metà degli anni ’90 ma, con l’acquisizione della casa da parte di Rivarossi, non se n’è poi fatto più nulla.