Carrozze UIC-X FS – Liliput

Nel 1984 Liliput mette in produzione alcuni modelli in scala H0 (1:87) di carrozze UIC-X FS: le versioni consegnate sono ben cinque, tutte in livrea grigio ardesia, e comprendono una prima classe (marcatura 51 83 19-40 000-8 Az), una mista di prima e seconda classe (marcatura 51 83 31-70 128-5 AB), due seconde classi (marcatura 51 83 22-80 148-2 Bz e 51 83 22-70 364-7 B) e addirittura una cuccette di seconda classe (marcatura 51 83 50-70 021-8 Bc). Nelle intenzioni si vogliono riprodurre le unità “tipo 1964”, prima serie consegnata alle FS, e la cuccette “tipo 1968”, analizzando però le marcature si scopre che l’unità di prima classe ha la numerazione di una “tipo 1955” (!), la mista quella di una X “tipo 1970”, le due seconde classi rispettivamente quelle di X “tipo 1968” e “tipo 1970”. Inoltre notiamo che l’unità di prima classe e una delle due di seconda classe sono, a rigore, ambientabili intorno alla metà degli anni ’70 per l’assenza dei pittogrammi “fumatori/non fumatori” (introdotti dal 1976 tranne sulle miste, che ne sono rimaste sempre prive) mentre le altre si collocano dopo il 1982 per la mancanza della “z” nella marcatura letterale.

Inserzione pubblicitaria Liliput del 1984 – da rivista “I Treni oggi”

Inizialmente vendute in confezione unica (art. 893) a circa 140.000 lire, corrispondenti secondo le rivalutazioni ISTAT a circa 200 euro odierni, poco dopo vengono rese disponibili anche separatamente (art. 89430 la prima classe, 89530 la mista, 89630 la seconda classe, a quanto pare indifferentemente con entrambe le numerazioni, 89730 la cuccette).
In un secondo tempo la carrozza di prima classe viene riproposta con medesimo codice articolo (89430) ma con marcatura 51 83 10-70 038-1 A, corrispondente questa volta a una X “tipo 1968”, con loghi “fumatori/non fumatori” e ambientata dopo il 1982.

Queste carrozze hanno il pregio di essere tra le primissime riproduzioni di UIC-X FS ad avere dimensioni in esatta scala 1:87 anche in lunghezza, in un mondo ancora dominato dalle X Rivarossi in scala 1:80 circa e dalle omologhe Lima con lunghezza ridotta in scala 1:100, a cui si affiancano le meno diffuse Röwa/Roco, anch’esse in 1:100.

La qualità riproduttiva, per i gusti di allora, è sicuramente buona, con un livello di dettaglio non disprezzabile, interni presenti, seppure semplificati, verniciatura e iscrizioni sostanzialmente corrette (a parte le marcature) e alcuni elementi non così scontati per l’epoca come i vetri a filo cassa (ricordiamo che le già citate X Rivarossi e Lima non potevano pregiarsi di questa caratteristica) e una costruzione, in plastica, robusta che le rende adatte all’uso sul plastico.

Sarebbero potute dunque essere delle UIC-X perfette o quasi, se non fosse per il “piccolo” dettaglio che gli stampi riproducono carrozze tedesche: fin qui niente di nuovo, fino ad allora tutti i modelli di UIC-X FS, a parte quelli Rivarossi, erano riverniciature delle omologhe tedesche, e sarebbe stato così per molti anni ancora (le prime X FS “pure” in esatta scala H0 sarebbero venute solo nel 1997, sempre ad opera di Rivarossi), il fatto è che le carrozze Liliput sono “troppo” tedesche. La prima classe sarebbe ancora passabile, chiudendo un occhio sul sottocassa, sensibilmente diverso da quello delle carrozze FS, sui fari di testata, assenti sulle versioni italiane, e sulle porte, il cui vetro è unico e non diviso in due metà, sulla prima edizione inoltre la fascia sopra i finestrini è erroneamente di colore giallo anziché bianco e arriva fino alle estremità della cassa anziché arrestarsi in corrispondenza delle porte, l’errore viene poi corretto sulla successiva edizione.

Prima versione della carrozza di prima classe 51 83 19-40 000-8 Az, art. 89430 – foto da catawiki.it
Seconda versione della carrozza di prima classe 51 83 10-70 038-1 A, sempre art. 89430 – foto da ebay

Per la mista iniziano i problemi: ferme restando le discrepanze su sottocassa e fari di testata, qui l’incongruenza più grossa è dovuta al fatto che i finestrini di seconda classe sono più stretti di quelli di prima classe, questo perchè lo stampo Liliput riproduce una sottoserie di X tedesche con questa particolarità, che però non ha alcuna corrispondenza sulle X FS. Purtroppo la cosa sul modello si nota, anche se all’epoca poteva essere in qualche modo “digerita”, per il resto sono da apprezzare le porte, che riproducono bene quelle d’origine con vetro apribile, e la verniciatura, con la fascia sopra i finestrini di prima classe corretta nel colore (bianco) e nell’andamento.

Carrozza mista 51 83 31-70 128-5 AB, art. 89530 – foto da ebay

Per le versioni di seconda classe invece le differenze rispetto ai prototipi FS si fanno sostanziali, Liliput infatti utilizza lo stampo di carrozze DB degli anni ‘50 (le Bm232) dalla cui evoluzione progettuale avrebbero avuto origine le UIC-X e da queste differenti per molti elementi, i più evidenti dei quali sono senz’altro le porte di salita e di intercomunicazione, dalla conformazione totalmente diversa, i finestrini più stretti e le nervature sul tetto. Dunque non si tratta più di compromessi modellistici, in qualche misura accettabili, ma le carrozze possono essere considerate di fantasia.

Carrozza di seconda classe 51 83 22-80 148-2 Bz, art. 89630 – foto da ebay
Carrozza di seconda classe 51 83 22-70 364-7 B, sempre art. 89630 – foto da ebay
Testata di una carrozza art. 89630 – foto da ebay

Peggio ancora per la cuccette, che nelle intenzioni vorrebbe riprodurre una “tipo 1968” a 10+1 scompartimenti mentre lo stampo è sempre quello della Bm232 DB a 12 scompartimenti, pertanto anche questo modello, a maggior ragione, è da ritenersi assolutamente di fantasia.

Carrozza cuccette 51 83 50-70 021-8 Bc, art. 89730 – foto da ebay

Il successo commerciale di queste carrozze è stato tutt’altro che eclatante, sia perchè si inserivano in una “terra di mezzo” tra l’1:80 rivarossiano, all’epoca ancora in auge sebbene ormai in fase calante, e l’1:100 di Lima e Roco, anche questo forte di non pochi estimatori, sia per i prezzi non proprio popolari (circa 30.000 lire a carrozza, prezzo analogo alle coeve Eurofima Roco in esatta scala 1:87 ma con ben altro livello di dettaglio, e superiore alle X Rivarossi e Roco 1:100, all’epoca vendute rispettivamente a circa 25.000 e 21.000 lire), sia principalmente per le eccessive approssimazioni soprattutto sulle unità di seconda classe e cuccette, poco accettabili anche per i parametri, ben più larghi, di allora.

Attualmente questi modelli sono ancora reperibili sul mercato dell’usato, a prezzi peraltro, a nostro avviso, eccessivi (mediamente intorno ai 30 euro a carrozza), che probabilmente si tenta di giustificare con la loro scarsa diffusione, e possono costituire tutt’al più una curiosità collezionistica.