Carrozze UIC-X FS Roco – parte I: prime versioni

Nel 1989 Roco, su spinta dell’importatore Gieffeci, mette in produzione i modelli in scala H0 (1:87) delle carrozze UIC-X FS “tipo 1964” derivandole dalle omologhe tedesche, già in catalogo da qualche anno, come del resto avevano fatto fino ad allora tutte le case che avevano prodotto queste vetture, a parte Rivarossi, e come in effetti era avvenuto anche al vero dato che, come noto, le UIC-X nascono appunto da un progetto tedesco.

50 83 10-88 035-8 A, art. 44717 – foto da ebay

Vengono proposte in versione di prima classe, di seconda classe e mista prima-seconda classe, declinate nelle due livree in uso all’epoca, quella grigio ardesia d’origine e quella rosso fegato-grigio-beige introdotta al principio degli anni ’80.

Viste con l’occhio di oggi e raffrontate a modelli di produzione più recente queste carrozze hanno certamente qualche magagna e vari elementi che, se vanno bene per le originali tedesche, non corrispondono invece ai prototipi FS, primo fra tutti il sottocassa, tuttavia hanno il grande pregio di avere dimensioni in scala 1.87 esatta, in un’epoca in cui i modelli di UIC-X FS che andavano per la maggiore erano compressi in lunghezza (Lima) o comunque fuori scala (Rivarossi).

50 83 22-88 045-3 B, art. 44719 – foto da ebay

Più in dettaglio, le unità in livrea grigio ardesia sono la 50 83 10-88 035-8 A di prima classe (art. 44717), la 50 83 22-88 045-3 B di seconda classe (art. 44719) e la 51 83 31-70 924-7 AB mista (art. 44718) mentre quelle in rosso fegato-grigio beige sono la 50 83 10-88 076-2 A di prima classe (art. 44714), la 50 83 22-88 005-7 B di seconda classe (art. 44716) e la 51 83 31-70 001-4 AB mista (art. 44715). Sono tutte ambientabili negli anni ’80-primi ’90 e curiosamente i numeri di servizio delle varie unità sono esattamente gli stessi di quelle con lunghezza in scala 1:100 prodotte dalla stessa Roco e di cui abbiamo parlato in un precedente articolo, inoltre la mista rosso fegato ha la numerazione corrispondente a una X “tipo 1970”.

51 83 31-70 924-7 AB, art. 44718 – foto da ebay

Queste carrozze all’epoca riscuotono un ottimo successo commerciale, come evidenziato prima infatti il loro livello di dettaglio e il rispetto delle misure in scala le pongono un gradino più in alto rispetto alle altre riproduzioni di carrozze X allora disponibili, tanto che nel 1991 vengono riproposte con nuovi numeri di servizio ma senza ulteriori variazioni, codici articolo compresi, che rimangono gli stessi: abbiamo così la 50 83 10-88 044-0 A di prima classe (art. 44717), la 50 83 22-88 076-8 B di seconda classe (art. 44719) e la 51 83 31-70 069-1 AB mista (art. 44718) in grigio ardesia e la 50 83 10-88 040-8 A di prima classe (art. 44714), la 50 83 22-78 375-6 B di seconda classe (art. 44716) e la 51 83 31-70 070-9 AB mista (art. 44715) in rosso fegato-grigio beige (la numerazione delle miste, anche questa volta, corrisponde a quella di carrozze “tipo 1970”).

50 83 10-88 076-2 A, art. 44714 – foto da ebay

Oltre ad avere, come già detto, misure in esatta scala, queste carrozze presentano un ottimo livello di dettaglio che non sfigura nemmeno accanto a modelli più recenti, in particolare si fa notare la riproduzione dell’arredamento interno, con divani applicati a parte e di colori differenziati a seconda della classe (rossi in prima, marroni in seconda), proprio come al vero. Anche il sottocassa è ben realizzato, con alcuni elementi stampati direttamente e altri riportati (serbatoi, cilindri freno, cassoni vari, su alcuni dei quali sono tra l’altro tampografate le targhe monitorie), peccato però che, come detto prima, riproduca quello delle carrozze tedesche e non di quelle italiane… Altri elementi non corrispondenti alle UIC-X FS sono le spie circolari di livello acqua delle ritirate e il generatore posto sul carrello di sinistra guardando la carrozza lato corridoio, che dovrebbe essere disposto in modo speculare, con l’albero di trasmissione che prende il moto dall’asse di destra.

50 83 22-88 005-7 B, art. 44716

Per il resto la cassa, in plastica, restituisce adeguatamente le forme del prototipo reale; sulle testate sono stati correttamente eliminati i fanali, presenti sulle unità DB ma non su quelle FS, sulle quali i corrispondenti vani sono accecati da “tappi” circolari con guarnizione in gomma, che però non è stata riprodotta (sarebbe bastata una semplice tampografia). Buoni i vetri dei finestrini, a filo cassa e con fini cornici e sui quali sono incise le maniglie per l’apertura che però, ancora una volta, corrispondono alle unità tedesche ma non a quelle FS, su cui si presentavano di foggia differente.

51 83 31-70 001-4 AB, art. 44715 – foto da ebay

Un discorso a parte va fatto per le porte che ovviamente corrispondono a quelle delle versioni DB, con vetro grande. Ora, sulle unità in grigio ardesia sono dipinte come la cassa e intendono riprodurre le porte d’origine, che però erano caratterizzate dal vetro apribile, diviso in due metà, mentre su quelle rosso fegato sono in color oro e vorrebbero evocare quelle in lega leggera, le quali però hanno il vetro di dimensioni minori. Dunque, così come le ha riprodotte Roco non vanno bene in nessun caso ma se sulle carrozze grigio ardesia si può rimediare facilmente incollando uno spezzone di sottile filo metallico a metà del vetro (oppure semplicemente dipingendo sul vetro il divisorio), su quelle rosso fegato, a meno di interventi più invasivi, bisognerà farsele andare bene…

50 83 10-88 044-0 A, art. 44717 – foto da ebay

I carrelli di tipo Minden-Deutz, a parte quanto detto a proposito del generatore, sono ben fatti, apprezzabili in particolare i ceppi dei freni, complanari e ben accostati ai cerchioni, tuttavia sono realizzati in plastica grigia non verniciata: per conferire loro un maggiore realismo è opportuno dipingerli in nero, come al vero, e magari sporcarli un po’. Sono dotati di prese di corrente tramite inserti metallici su cui si impegnano le punte coniche degli assi e che vanno a strisciare su apposite lamelle poste sul fondo della carrozza, predisponendola all’installazione dell’illuminazione interna. I ganci, di tipo intercambiabile a norma NEM, sono montati su timoni di allontanamento per l’aggancio “corto”.

50 83 22-88 076-8 B, art. 44719 (con porte elaborate)

Nella confezione sono forniti alcuni particolari aggiuntivi da montare a cura dell’acquirente: i corrimani accanto alle porte di salita, in plastica ma di buona finezza, e le prese REC maschio. Inoltre sono presenti alcuni cartelli di percorrenza, anch’essi in plastica, che vanno eventualmente incollati sulle fiancate ma che appaiono troppo spessi e di forma corrispondente a quelli in uso presso le DB ma non sulle FS, quindi se ne sconsiglia il montaggio. Ad essere proprio pignoli si rileva anche che i supporti per i cartelli di percorrenza non sono in posizione corretta, infatti al vero si trovano, guardando la carrozza lateralmente, sotto il primo finestrino a destra e non tra il primo e il secondo come sui modelli.

51 83 31-70 069-1 AB, art. 44718 – foto da ebay

Buona la verniciatura delle unità grigio ardesia, la cui tonalità è sostanzialmente conforme al vero, e abbastanza buoni i vari loghi e iscrizioni, tuttavia l’unità mista si porta dietro, oltre al numero di servizio della versione con lunghezza in scala 1:100, anche lo stesso difetto di posizionamento del logo FS lato scompartimenti, erroneamente situato sotto il finestrino del sesto scompartimento anziché a centro cassa (lato corridoio invece la posizione è corretta).

50 83 10-88 040-8 A, art. 44714

Sulle unità rosso fegato invece la verniciatura non è del tutto convincente: pur tenendo presente che anche al vero si potevano riscontrare variazioni da carrozza a carrozza, a seconda dell’impianto che eseguiva la coloritura e dello stato di degrado della vernice, il rosso fegato appare di tonalità troppo chiara mentre il grigio beige è troppo carico così come il color oro delle porte. Inoltre i vani delle porte di intercomunicazione e le porte stesse sarebbero dovuti essere di colore grigio e non rosso.

51 83 31-70 070-9 AB, art. 44715

Una caratteristica molto apprezzabile di queste carrozze è la loro robustezza, prerogativa che ormai non si ritrova quasi più sui raffinati e iperdettagliati modelli attuali, cosa che le rende molto adatte all’uso sui plastici, dove le inesattezze passano in secondo piano o sono comunque più tollerabili. Sono anche piuttosto pesanti, a titolo di paragone infatti una X Roco pesa circa 180 grammi, ossia il 20% in più di una MDVE Lima: ciò può mettere in difficoltà le locomotive meno prestanti, specie su tracciati acclivi, per ridurre la resistenza al moto è comunque possibile lubrificare leggermente le sedi delle punte coniche degli assi.

50 83 22-78 375-6 B, art. 44716

Nel 1993 verranno prodotte ulteriori nuove versioni, di cui parleremo nella prossima parte.

Carrozze UIC-X FS Roco – parte II: nuove versioni del 1993
Carrozze UIC-X FS Roco – parte III: XMPR
Carrozze UIC-X FS Roco – parte IV: ultime versioni