Carrozze Z “Eurofima” FS – Piko

Negli ultimi mesi del 2020 Piko ha consegnato i modelli in scala H0 (1:87) delle carrozze unificate europee tipo Z di prima fornitura, le cosiddette “Eurofima”, dal nome della società finanziaria, tuttora attiva, che fornì a suo tempo i fondi per l’acquisto di tali vetture a varie amministrazioni ferroviarie, tra cui le nostre FS. Per i produttori di modelli queste carrozze sono una manna: dato che il progetto originario prevedeva la standardizzazione finanche della livrea, la cosiddetta “C1” arancio con fascia grigio chiarissimo (anche se alcune amministrazioni adottarono da subito colorazioni personalizzate e le altre negli anni hanno sostituito la “C1” con nuovi schemi), con pochi stampi di base è possibile riprodurre una marea di versioni di varie epoche e nazionalità. In effetti le “Eurofima” in H0, ma anche in altre scale, non sono certo inedite: limitandoci alle riproduzioni con caratteristiche moderne (lunghezza in scala esatta, timoni di allontanamento ecc.) ricordiamo le Roco, sulla breccia da quasi 40 anni e ancora al passo con i tempi, o le più recenti e iperdettagliate ACME e LS Models. Probabilmente (anche) per questo motivo i nuovi modelli Piko negli ambienti fermodellistici non sono stati accolti in modo molto caloroso, sebbene già in prima battuta sia stato previsto un discreto ventaglio di versioni: tedesche (DB), svizzere (SBB CFF FFS), austriache (ÖBB), oltre a quelle FS di cui ci occupiamo qui.

Carrozza di prima classe, art 58534, lato corridoio – foto da trenietreni.it

Le unità FS consegnate inizialmente sono una prima classe (art. 58534, marcatura 61 83 19-90 013-9 Az) e una seconda classe (art. 58535, marcatura 61 83 21-90 028-3 Bz), entrambe in livrea arancio con logo FS “a televisore” e triangoli bianchi sulle testate (indicativi della presenza del solo riscaldamento elettrico), dettagli che, insieme alla “z” nella marcatura letterale, le ambientano nel primo periodo di servizio, negli anni a cavallo del 1980, e comunque non oltre il 1982.

Carrozza di prima classe, art 58534, lato scompartimenti – foto da trenietreni.it

La riproduzione è sostanzialmente ben fatta e la filosofia adottata, che ci sentiamo di condividere, è quella del modello “da plastico”, ben rifinito ma non iperdettagliato.
La cassa, in plastica, ha proporzioni in scala esatta e restituisce adeguatamente l’aspetto del prototipo reale. Sul tetto, alle cui estremità risultano un po’ troppo visibili le linee di giunzione degli stampi, troviamo le caratteristiche cannellature che, conformemente al vero e diversamente dalle Z delle serie successive, non sono estese ai ricaschi, mentre sulla fiancata lato corridoio è visibile la griglia dell’impianto di climatizzazione, correttamente con tutte le alette verticali come tipico di queste carrozze.

Carrozza di seconda classe, art 58535, lato corridoio – foto da trenietreni.it

Le carenature nella parte bassa, su cui sono incisi vari elementi come maniglie, griglie e anelli di ancoraggio, nascondono il sottocassa su cui sono presenti, stampate, le principali apparecchiature. I vetri dei finestrini sono a filo cassa, in plastica trasparente con effetto fumé a imitazione dei cristalli atermici montati al vero e con fini telai in alluminio mentre è stata omessa la sottile cornice in gomma, tranne sui vetri delle porte di salita i quali sono gli unici ad essere privi del suddetto telaio metallico. Tali vetri appaiono però leggermente troppo larghi, andando quasi a toccare la guarnizione nera della porta, mentre al vero tra questi elementi la spaziatura è un po’ maggiore: si tratta, in scala, di pochi decimi di millimetro, tuttavia la loro disposizione rende abbastanza visibile il difetto, che comunque, a nostro parere, è senz’altro tollerabile. I corrimani accanto alle porte sono riportati e appaiono corretti nelle proporzioni; da montare a cura dell’acquirente i gradini.

Carrozza di seconda classe, art 58535, lato scompartimenti – foto da trenietreni.it

Sulle testate troviamo i fanali rossi (utilizzati, come noto, quando la carrozza è in coda al treno), che però appaiono un po’ sovradimensionati mentre non è previsto il montaggio di ganci realistici e accoppiatori vari, anzi la testa del REC maschio, insieme a una parte del cavo, è stampata direttamente sulla cassa, con risultato non proprio eccezionale. Nulla da eccepire sugli altri elementi come i tubolari degli intercomunicanti e le ribaltine mentre i respingenti hanno gli steli forse un po’ sottili.

Testata della carrozza art. 58534 – foto da ebay

La colorazione è ben eseguita e le tonalità risultano sostanzialmente fedeli al vero. La marcatura è leggermente troppo in alto e ciò ha comportato il rimpicciolimento del logo FS “a televisore”, situato in posizione intermedia tra la fascia mediana e la suddetta marcatura. Per il resto le varie iscrizioni di servizio risultano corrette nella forma e nelle dimensioni.

Dettaglio della marcatura della carrozza di prima classe, art 58534 – foto da trenietreni.it

All’interno degli appositi vani sulle fiancate sono tampografati i cartelli di percorrenza relativi al tragitto Stuttgart-Genova Brignole: sono ben fatti, tuttavia la loro presenza può costituire una limitazione al realismo per chi volesse ambientare le carrozze in contesti diversi. Nulla di grave comunque, dato che possono essere rimpiazzati con decals o stampe su carta, o semplicemente ricoperti con una pennellata di colore arancio.

I carrelli, che riproducono il tipo Y0270 S2 montato al vero, sono ben incisi e grigi come il sottocassa anziché neri, come visibile nei primi tempi di servizio al vero; meriterebbero comunque un po’ di sporcatura per eliminare l’effetto della plastica nuda non verniciata. Tra i vari dettagli si apprezzano i cavetti afferenti alle boccole ricavati direttamente nello stampo con effetto più che buono. Sugli assi sono riprodotti i dischi dei freni, si tratta a nostro avviso di una finezza eccessiva dato che tali particolari risultano pressoché invisibili nel normale utilizzo.

Dettaglio del carrello e del cartello di percorrenza – foto da trenietreni.it

Gli interni sono realizzati in modo accettabile sebbene necessitino di essere ritoccati nei giusti colori, infatti le paretine degli scompartimenti hanno la stessa tinta dei sedili, con cui sono stampati in blocco unico, e sull’unità di prima classe si presentano in un appariscente e irrealistico rosso, che va bene solo per le sedute.

Le carrozze sono equipaggiate con ganci intercambiabili con innesto a norma NEM (di serie sono forniti i classici a occhiello) montati su timoni di allontanamento, inoltre sono predisposte per l’applicazione dell’illuminazione interna e dei fari di coda tramite circuiti con LED prodotti dalla stessa Piko (art. 56294 per la prima classe, 56295 per la seconda e 56296 per i fanali).

Carrozza art. 58534 illuminata – foto da emmemodels.it

Come detto all’inizio, questi modelli non sembrerebbero essere andati a ruba, da un lato infatti già da tempo il mercato è saturo di carrozze Eurofima, dall’altro il prezzo, 60 euro meno 1 centesimo, non aiuta di certo, ponendosi solo di poco al disotto delle più dettagliate ACME e LS Models ma più in alto rispetto alle Roco le quali, nonostante l’età, si difendono ancora molto bene e, salvo le solite vergognose speculazioni, sono facilmente reperibili sul mercato dell’usato a cifre abbastanza convenienti.

Circa un anno più tardi, verso la fine del 2021, Piko ha consegnato una confezione (art. 58224) contenente tre “Eurofima” (una prima classe, marcata 61 83 19-90 015-4 A, e due seconde classi, marcate rispettivamente 61 83 21-90 052-3 B e 61 83 21-90 063-0 B), sempre in livrea arancio ma questa volta con loghi FS “a losanga” che le ambientano nella seconda metà degli anni ’80 e fino al 1990 circa, quando vennero applicati gli ammortizzatori antiserpeggio tra cassa e carrelli e attuate altre piccole modifiche per innalzare la velocità massima da 180 a 200 km/h. Purtroppo però sono erroneamente marcate “200” anziché “180”.
Molto opportunamente non è stato riprodotto alcun cartello di percorrenza inoltre, giustamente, mancano i triangoli bianchi agli spigoli della cassa, al vero eliminati verso la metà degli anni ‘80. I carrelli però, coerentemente con l’epoca di ambientazione, dovrebbero essere neri anziché grigi.

Carrozze della confezione art. 58224 – foto da laborsadeltreno.com

Per il resto le caratteristiche sono del tutto analoghe a quelle delle prime edizioni, solo il prezzo è stato incrementato dato che la confezione costa 190 euro meno 1 centesimo, ossia 63,33 euro a carrozza (+5,7%).

Quasi sicuramente sono previste ulteriori nuove versioni nelle livree rivestite in anni più recenti (due toni di grigio con filetti gialli dal 1995 e XMPR, introdotta nel 1996 ma applicata massicciamente dopo il 2000). Non sappiamo se nei programmi di Piko rientrino anche le unità ristrutturate con interni a salone, queste sì ancora inedite e declinabili in diverse colorazioni (EurostarCity, XMPR, Frecciabianca e la recente Intercity) ma che richiederebbero, per una corretta riproduzione, alcune piccole modifiche di stampo alla cassa e ai trasparenti dei finestrini ma soprattutto il totale rifacimento degli interni. Riteniamo che difficilmente le vedremo, ma… perché no?

Carrozze Z “Eurofima” FS Piko – la vedo grigia…