D343 Roco – parte I: FS

Il modello Roco della locomotiva Diesel FS D343 in scala H0 (1:87) ha una genesi lunga e travagliata: già nella seconda metà degli anni ’80 la casa ne annuncia la realizzazione sulla base della precedente D345, entrata in produzione nel 1985, tuttavia i tempi non sono ancora maturi, le Diesel FS non godono di grande popolarità, il mercato è invaso dalle già citate D345 e dalle D445 Lima e così si preferisce mettere da parte il progetto, che riuscirà a vedere la luce solo una ventina di anni più tardi, nel 2009 infatti vengono finalmente consegnate le prime 4 versioni, con unità di entrambe le serie (1000 e 2000), sia con i vetri frontali curvi d’origine sia con quelli piani introdotti a partire dagli anni ’80 ma non su tutte le unità (alcune infatti sono arrivate a fine servizio ancora con i vetri curvi).

In dettaglio abbiamo due unità della serie 1000, la D343 1009 con vetri curvi (art. 62871) e la D343 1021 con vetri piani del deposito di Palermo (art. 62872), e due serie 2000, la D343 2006 con vetri curvi del deposito di Torino (art. 62870) e la D343 2029 con vetri piani del deposito di Fabriano (art. 62873), quest’ultima caratterizzata dalla griglia sul tetto di forma squadrata, modifica al vero introdotta negli anni ’70 a seguito della variazione della forma del silenziatore dello scarico del motore Diesel.

D343 1009 (con cassa errata), art. 62871 – foto da ebay

Naturalmente telaio e meccanica riprendono pari pari quelli della D345, comprese le ottime caratteristiche di funzionamento, mentre la cassa, le fiancate dei carrelli e il sottocassa, tutti in plastica, vengono rifatti o comunque rivisitati. Altri elementi minori (interni delle cabine, respingenti, vomeri spartineve, corrimani e dettagli vari) sono sempre ripresi dalla D345.

D343 1021 (con cassa errata), art. 62872 – foto da ebay

Purtroppo questi modelli sono affetti da vistose e inspiegabili inesattezze, in particolare i fanali di testa sono sovradimensionati, alterando sensibilmente l’aspetto del frontale, i tergicristalli sono anch’essi sovradimensionati e, sulle unità con vetri curvi, di forma errata, infatti riproducono quelli di tipo moderno “a pantografo” introdotti in concomitanza dell’applicazione dei vetri piani (in precedenza erano più piccoli e integrati nel vetro), mancano poi sulle fiancate gli sportelli che al vero racchiudono i bocchettoni per il rifornimento di gasolio, le 8 griglie laterali presso la cabina posteriore appaiono leggermente più strette del dovuto, le doghe delle saracinesche del vano bagagli risultano poco incise, gli angoli dei vetri frontali sulle versioni con vetri curvi, e in particolare quelli inferiori esterni, appaiono troppo arrotondati, infine l’unità 2006, data l’epoca di ambientazione (anni ’70), dovrebbe avere le modanature in rilievo e non solo dipinte, inoltre mancano totalmente quelle sulle fiancate tra i finestrini laterali.

D343 2006 (con cassa errata), art. 62870 – foto da ebay

A essere proprio pignoli poi i fregi FS frontali dell’unità 1021 sarebbero dovuti essere di colore verde anziché rosso, come constatabile da foto della macchina vera, a quanto abbiamo potuto rilevare infatti i fregi con fondo rosso caratterizzavano, almeno in parte, le unità serie 1000 rimotorizzate (1004, 1008, 1013, 1019, 1031, 1032, 1037, 1040), che si distinguevano per il diverso aspetto delle fiancate, più simili alle D345, e poche tra quelle normali ma non la 1021. Ultimo dettaglio, di cui però sembra non accorgersi nessuno, gli interni delle cabine come già sulle D345 sono di un irrealistico color giallino anziché nel corretto verde lichene e risaltano fastidiosamente soprattutto sulle unità con vetri frontali curvi, fortunatamente ridipingerli è assai facile.
Discorso a parte per la 1009, che non si capisce in che epoca sia ambientata: non avendo alcuna iscrizione relativa a revisioni e deposito di assegnazione sembrerebbe riprodurre la macchina allo stato d’origine, in tal caso però dovrebbe avere le modanature in rilievo e i carrelli in colore castano, sorvolando invece sulle iscrizioni mancanti potrebbe ambientarsi negli anni ’80.

Tutto ciò suscita numerose proteste, acuite dal confronto con le  D443 Os.kar, uscite quasi in contemporanea, le cui ottime caratteristiche riproduttive rendono ancor più stridente il contrasto con le nostre D343, nuove sì ma, difetti a parte, di concezione comunque un po’ superata soprattutto nella scarsa finezza di alcuni dettagli.
Gieffeci, storico importatore in Italia di Roco, corre ai ripari e decide di far ristampare nuove casse su cui vengono corretti i principali difetti, in particolare i fanali vengono riportati a dimensioni più consone, anche se le ghiere metalliche appaiono un po’ massicce (ma perché non utilizzare quelle che Roco aveva già in produzione per la E656?), vengono realizzati gli sportelli mancanti sulle fiancate e, sulle unità con vetri curvi, rivisitati i vetri frontali, ora con forma più corretta con tergicristalli di tipo esatto, direttamente stampati sul vetro, soluzione già vista sulle D345 e sicuramente non disprezzabile, sulla 1009 e sulla 2006 infine vengono applicate le modanature mancanti sulle fiancate, che però continuano a essere solo dipinte e non in rilievo (comprendiamo che ciò avrebbe richiesto modifiche di stampo con aggravio di costi, ma a questo punto sarebbe stato meglio riprodurre la locomotiva ambientata in anni successivi, quando le modanature metalliche erano state appunto eliminate).

D343 1009 (con cassa corretta), art. 62871 – foto da ebay

Per quanto detto prima riguardo alla 1009, supponendo un’ambientazione anni ’80 potrebbe andare bene anche così, infatti a quell’epoca era in corso la sostituzione delle modanature in alluminio con altre dipinte o realizzate con fasce adesive, in un secondo momento quelle tra i finestrini laterali erano state eliminate del tutto. Le nuove casse vengono distribuite gratuitamente, tuttavia la sostituzione non è stata fatta da tutti ed è ancora possibile imbattersi, nel mercato dell’usato, in modelli con casse errate che vengono spacciati per buoni e venduti a caro prezzo, in ogni caso non è difficile accorgersene osservando in particolare i fanali.

D343 1021 (con cassa corretta e leggermente elaborata), art. 62872
D343 2006 (con cassa corretta), art. 62870 – foto da ebay
D343 2029 (con cassa corretta), art. 62873 – foto da ebay

Come abbiamo detto più volte, i produttori amano spesso realizzare prototipi e unità particolari, e a ciò non sfuggono anche le nostre D343, infatti vengono prodotte due unità al vero attrezzate sperimentalmente negli anni ’70 con ripetizione dei segnali in cabina, cosa che ha comportato tra l’altro alcune modifiche a livello estetico, la più vistosa delle quali è l’eliminazione sulla fiancata destra della saracinesca del vano bagagli. Le due unità sono la D343 2012 con vetri curvi del deposito di Fabriano (art. 62877) e la 2019 con vetri piani del deposito di Cremona (art. 62876): sono state commercializzate sempre nel 2009 ma in una seconda fase e hanno già di fabbrica le correzioni introdotte sulle casse sostitutive delle unità precedenti (fanali ecc.).

D343 2012, art. 62877 – foto da ebay

La 2012 porta come data di ultima revisione il 1977 e in teoria dovrebbe avere le modanature in rilievo, a meno che non siano state eliminate proprio in quell’occasione o poco dopo (purtroppo non abbiamo al momento alcuna documentazione per poter dissipare il dubbio).

Nel 2014 arriva un’ulteriore unità serie 2000 con vetri curvi, la 2010 del deposito di Roma S. Lorenzo (art. 72889), seguita l’anno successivo da una serie 1000 sempre con vetri curvi, la 1033 del deposito di Catania (art. 72896).

D343 2010, art. 72889 – foto da ebay
D343 1033, art. 72896 – foto da ebay

La storia delle D343 Roco per ora termina qui: in origine erano previste diverse altre versioni anche con modanature in rilievo ma i mutati assetti societari di Roco hanno frenato questi progetti e allo stato attuale dubitiamo che vedranno mai la luce. Per gli stessi motivi disperiamo che verrà mai prodotta un’ulteriore particolare versione, cioè la già citata serie 1000 rimotorizzata, che richiederebbe modifiche di stampo piuttosto invasive (in pratica sarebbe necessario “trapiantare” buona parte delle fiancate della D345 sulla cassa della D343).

Ultimo atto, almeno fino ad oggi, nel 2016 Pi.R.A.T.A propone una riedizione, in serie limitata, della D343 2029 (art. PI84012) aggiornata con nuova PCB dotata di presa per decoder a 22 poli e fanali a LED (compreso il 3° faro). Purtroppo per questo modello si utilizza quello con cassa errata, ma non ci è dato sapere se ciò sia stato fatto per tutti i pezzi prodotti o solo per alcuni.

D343 2029 (con cassa errata), art. PI84012 – foto da rail-modelling.com

Per concludere, due parole sull’ambientazione di questi modelli, che si trovano a loro agio sulle linee secondarie non elettrificate riprodotte in tanti plastici senza disdegnare le tratte più importanti: le unità della serie 1000, a parte i primi anni di servizio, sono state concentrate in Sicilia, dove hanno svolto servizi passeggeri (fino a fine anni ’90) e merci (fino al 2008, quando sono state ritirate dal servizio), spesso in trazione multipla anche con macchine di altri gruppi. La 1021 nel corso degli anni ’90 è stata noleggiata alle Ferrovie del Sud Est, pertanto si troverà a suo agio anche in ambientazioni pugliesi. Ambientazioni di più ampio respiro per le macchine della serie 2000, che hanno circolato fino al 2008 in varie zone dell’Italia settentrionale e centrale (tra gli ultimi depositi assegnatari Lecco, Cremona, Fabriano).

Sul finire della loro lunga carriera le D343 sono state noleggiate e poi vendute a varie ferrovie private/in concessione che spesso hanno applicato loro nuove livree: le già citate FSE, la Sangritana, la SNFT (ferrovia Brescia-Edolo, poi passata in gestione alle Ferrovie Nord Milano). Nessuna di queste è stata realizzata da Roco ad eccezione della D343 1034 delle Ferrovie Nord Milano, di cui parleremo nella prossima parte.

D343 Roco – parte II: FNM