D443 – Os.kar

Le locomotive Diesel FS, forse per l’estetica non molto esaltante o per le prestazioni piuttosto mediocri, non hanno mai goduto di grande popolarità tra gli appassionati di ferrovie, e tra queste ne hanno risentito in particolar modo le D443, ancor più svantaggiate essendo state confinate per parecchi anni in poche regioni (Puglia, Sardegna, Sicilia e in tempi più recenti nella zona di Bologna) nonché surclassate dalle più note e potenti, oltre che esteticamente simili, D445: per tali motivi nessuna casa fermodellistica aveva mai pensato di realizzarne il modello, tanto più che, almeno per quel che riguarda la scala H0 (1:87), tra gli anni ’80 e ‘90 il mercato era stato saturato dalle D345 Roco e D445 Lima che si riteneva potessero soddisfare appieno le esigenze trazionistiche.

Solo nel 2008, a oltre 40 anni dalla consegna, al vero, dei primi esemplari, la casa sarda Os.kar decide di colmare la lacuna realizzando i modelli delle D443 in scala H0: vengono proposte per prime l’unità 1007 del deposito di Catania (art. 1100), ambientata nel periodo a cavallo tra la seconda metà degli anni ’80 e gli anni ’90, in livrea d’origine verde-isabella e con vetri frontali piani,

D443 1007, art. 1100 – foto da ebay

e una confezione (art. 1102) contenente le D443 1027 e 2014 sempre in livrea verde-isabella, ambientabili negli anni ’80-’90 e con un’unità non motorizzata per simulare una doppia trazione: in questo caso però la scelta delle numerazioni lascia qualche dubbio, infatti la 1027 è assegnata al deposito di Taranto e la 2014 a quello di Cagliari, pertanto è assai improbabile che possano aver viaggiato insieme, a meno di ipotizzare che una macchina si trovi in sussidio temporaneo presso il deposito assegnatario dell’altra.

D443 1027 (in primo piano) e 2014, art. 1102 – foto da ebay
D443 2014 (in primo piano) e 1027, art. 1102 – foto da ebay

Segue a ruota, a inizio 2009, la D443 2009 del deposito di Bologna S. Donato (art. 1104), in livrea XMPR, ambientabile negli ultimi anni di esercizio, dal 2006 al 2012 circa, e da utilizzare pressoché esclusivamente in servizio merci (gli ultimi servizi passeggeri delle D443 sono cessati verso il 2001).

D443 2009, art. 1104, ad oggi unica versione prodotta in livrea XMPR

Il modello, di produzione ovviamente cinese, è nel complesso ben realizzato, la cassa in plastica riproduce le fattezze del prototipo reale e l’aspetto “tormentato” delle fiancate, con griglie di varia foggia, mentre sul tetto troviamo gli scarichi del motore Diesel e la ventola del radiatore, visibile sotto la griglia di protezione (riprodotta con una fine retina metallica).

I frontali però suscitano qualche perplessità, con i musi forse un po’ schiacciati e le ghiere dei fanali migliorabili, ma il punto debole è costituito dai panconi frontali: come è noto al vero la parte inferiore di questi ha una caratteristica forma a trapezio rovesciato, la cui riproduzione a livello modellistico crea qualche difficoltà perchè verrebbe a interferire con il gancio di trazione. Se Lima sulla D445 e Roco sulla D345 avevano saltato a piè pari il problema applicando un vomere spartineve che nasconde appunto tutta la parte bassa del frontale, Os.kar preferisce invece realizzare i panconi nella loro interezza e per fare ciò questi sono applicati separatamente così da essere intercambiabili con altri mutilati nella parte inferiore per permettere l’alloggiamento del gancio: l’idea, già vista anche su modelli di altre case (ad esempio la 245 Rivarossi), è buona ma il risultato non altrettanto, infatti, per le inevitabili tolleranze costruttive, non sono del tutto allineati alla parte retrostante di cassa e non vi aderiscono perfettamente, lasciando in vista sugli spigoli fastidiose fessure.
La locomotiva è allestita di serie con un frontale realistico e uno dotato di gancio modellistico, nella confezione sono forniti altri due panconi, uno completo e uno monco, per permettere l’allestimento delle testate a piacere.

Dettaglio del frontale della D443 2009, art. 1104

Non malvagia la riproduzione del sottocassa, con le principali apparecchiature, e dei carrelli, sui quali, per garantire la circolabilità in curva, si è adottato il curioso espediente di fissare le sabbiere al telaio della locomotiva, tanto più che quelle estreme fungono da perni per supportare i panconi frontali.

Particolare del sottocassa della D443 2009

Quasi tutti i diversi aggiuntivi, peraltro non molto numerosi, sono già montati: i vari corrimani (in plastica, fini ma un po’ delicati tanto che non è difficile trovarli deformati già all’uscita dalla confezione, forse sarebbe stato meglio realizzarli in metallo), trombe e fischi e sui frontali, i tergicristalli (da montare), il gancio realistico (bello, in metallo, realmente snodato) e le condotte pneumatiche (i cui rubinetti vanno ritoccati in rosso quelli interni e in giallo quelli esterni). I respingenti sono molleggiati, soluzione superflua se non addirittura controproducente a livello di riproduzione modellistica dato che ne rende inevitabilmente i gambi più sottili del dovuto e di cui si potrebbe fare tranquillamente a meno visto che comunque viene a incidere sui costi di produzione.

Buona la finitura, con tonalità dei colori fedeli al vero, sebbene di primo acchito la macchina appaia troppo “nuova” e pulita: chi vuole migliorarne il realismo dovrà senz’altro procedere a una buona sporcatura, soprattutto del tetto, dove la fuliggine si accumula in breve tempo, e sulle fiancate, in corrispondenza delle griglie e dei bocchettoni per il rifornimento dei serbatoi del gasolio, dove lo sporco e l’unto regnano sovrani, del resto le locomotive Diesel sono tutt’altro che pulite…
Le varie scritte di servizio e targhe (solo tampografate, non in rilievo) non prestano il fianco a particolari critiche, sulla 2009 però c’è da osservare che i caratteri della marcatura frontale, pur corrispondendo a quelli previsti per la livrea XMPR, non rispecchiano quelli visibili sulla macchina vera, che sono ancora quelli della precedente tipologia (forse per una svista o per indisponibilità di quelli giusti), così come le iscrizioni “D443” sotto i loghi FS frontali, che al vero appaiono più “magre”. Sulle unità in livrea d’origine spiccano i fregi frontali FS in rilievo, la cui coloritura in alluminio, pur corretta, li rende un po’ piatti, pertanto converrà sporcarli leggermente per dar loro maggiore evidenza.
L’interno delle cabine è riprodotto in modo sommario e ben visibile attraverso i vetri frontali, che però sono privi della riproduzione delle resistenze di sbrinamento incorporate e che inoltre sarebbe stato meglio realizzare con tonalità leggermente azzurrata, si riconosce il banco di guida con il caratteristico volante che ovviamente non serve per sterzare ma per regolare la potenza del gruppo motore Diesel-dinamo principale e quindi la velocità. La colorazione, in verde lichene, è conforme al vero, ma con tonalità un po’ carica. Per qualche strana ragione il fabbricante si è fatto prendere la mano e ha verniciato di verde anche la parte interna dei vetri laterali sulle fiancate, che sarebbe stato meglio colorare in nero o eventualmente lasciare trasparenti.

Lo schema meccanico è quello classico: telaio metallico (in realtà piuttosto leggero) e motore in posizione centrale che trasmette il moto a tutti gli assi tramite alberi articolati con snodi cardanici, vite senza fine e cascata di ingranaggi. Per una scelta precisa, nessuna ruota è dotata di cerchiature di aderenza in gomma, cosa che, se da un lato permette una migliore presa di corrente e riduce la quantità di sporcizia che si accumula, dall’altro penalizza un po’ le prestazioni di traino, c’è però da dire che anche al vero, data la loro potenza non proprio elevatissima, le D443 non hanno mai trainato treni particolarmente pesanti, a meno di non ricorrere alla doppia e anche alla tripla trazione, tanto che diverse unità, tra cui la 1007, erano state attrezzate negli anni ’90 per viaggiare accoppiate in comando multiplo. Ad ogni modo “a grande richiesta” Os.kar renderà disponibili in un secondo tempo assi con ruote gommate e li inserirà come pezzi aggiuntivi nelle versioni successive.

Il funzionamento è buono e la locomotiva circola tranquillamente anche su curve di raggio ridotto (360 mm), prima di mettere il modello in servizio però consigliamo di controllare lo stato di lubrificazione degli ingranaggi: su alcuni esemplari infatti i cinesi sono stati particolarmente parsimoniosi con il grasso e la cosa potrebbe portare a un’usura precoce, specie delle viti senza fine.

Per l’impianto elettrico è stato utilizzato, come ormai di norma, un classico circuito stampato su cui è presente anche la presa per l’eventuale installazione di un decoder per il funzionamento in “digitale” e alcuni microinterruttori per attivare o meno l’illuminazione dei fanali sulle testate, per i quali sono utilizzati LED di colore bianco (forse un po’ troppo tendente al giallo) e rosso.

É stato anche previsto lo spazio per il montaggio di un altoparlante, per chi volesse sonorizzare la macchina, ciò però ha comportato un alleggerimento del telaio a discapito, come detto prima, della forza di trazione, ulteriormente svantaggiata dalla mancanza di anelli di aderenza: a titolo di paragone la D443 pesa circa 310 grammi mentre una D345 Roco ne pesa circa 425, cioè quasi il 40 % in più.

L’apertura della locomotiva non è così agevole come trapela dalle istruzioni: per separare la cassa dal telaio, prima di allargare le fiancate, è bene smontare i panconi frontali, in tal modo l’operazione risulta decisamente più facile.

Il modello, in vendita inizialmente a un prezzo di circa 145 euro (non proprio popolarissimo…), viene accolto positivamente negli ambienti fermodellistici ed è riproposto negli anni successivi in ulteriori varianti, tutte nei colori verde-isabella, forse la livrea XMPR, che tra l’altro al vero non è stata applicata nemmeno su tutte le macchine, non è molto amata….

Nel 2009 arrivano le unità con gli originari vetri frontali curvi (al vero mantenuti fino alla seconda metà degli anni ’80) e le modanature in rilievo sulla cassa, poste in corrispondenza degli stacchi tra i colori e tra i finestrini laterali, e caratterizzate dai fanali di vecchio tipo, con ghiere di minori dimensioni (non applicate a parte ma ricavate direttamente nello stampo): la 1001 allo stato d’origine di fine anni ‘60, con i carrelli in colore bruno (art. 1108),

D443 1001, art. 1108 – foto da ebay

la 2012 del deposito di Cagliari (art. 1107), ambientata tra gli anni ’70 e i primi ’80,

D443 2012, art. 1107 – foto da ebay

e una confezione (art. 1106) contenente le D443 1014 e 1025, entrambe del deposito di Cremona, sempre ambientabili negli anni ’70-primi ’80 e con un’unità non motorizzata.

D443 1014 e 1025, art. 1106 – foto da ebay

Nel 2013 la 1001 e la 2012 vengono messe in vendita in due confezioni contenenti anche quattro carrozze “Corbellini” in livrea coerente con l’epoca di ambientazione della locomotiva: la 1001 con carrozze in livrea castano anni ’60 (art. OS-101.3) e la 2012 con carrozze in grigio ardesia anni ’70-’80 (art. OS-101.2).

Confezione art. OS101-3 con la D443 1001 e 4 carrozze “Corbellini” – foto da ebay

Nel 2014 arriva una nuova unità con vetri piani in livrea verde-isabella anni ’80-’90, la 1013 del deposito di Bari (art. 1101)

D443 1013, art. 1101 – foto da ebay

mentre nel 2015 è la volta di una macchina anni ’70-primi ’80 con vetri curvi, la 1030 anch’essa del deposito di Bari (art. 1105).

D443 1030, art. 1105 – foto da ebay

Per il momento il ciclo D443 termina qui, non è però da escludere in futuro la realizzazione di ulteriori versioni ancora inedite, ad esempio le unità della serie 1000 in livrea XMPR, quelle in verde-isabella con loghi FS-Trenitalia, ambientabili dai primi anni 2000 in poi, quelle con vetri curvi ma prive di modanature, collocabili negli anni ’80, o quelle dotate di accoppiatori a 85 poli per il comando multiplo, ambientabili dagli anni ’90 in poi e declinabili tanto in verde-isabella quanto in XMPR.