E431 – Rivarossi

Intorno al 2010 c’è un certo fermento “trifasista” dato che, per la prima volta nella storia, vengono presentate sul mercato riproduzioni industriali in scala H0 (1:87) di locomotive FS con alimentazione (al vero) in corrente alternata trifase, sino ad allora appannaggio di produttori artigianali in piccole serie dai costi proibitivi e spesso di difficile reperibilità: dopo la E432, proposta in parallelo sia da Hornby/Rivarossi che da Roco (quest’ultima rispolverando un vecchio progetto degli anni ’80, di cui abbiamo già parlato in un altro articolo), nel 2012 è ancora la volta di Rivarossi, che realizza la E431, secondo tassello di un paventato programma trifase FS di più ampio respiro.

Le versioni consegnate sono due, la E431 027 in livrea castano-isabella (art. HR2242, disponibile anche con decoder e sonorizzazione, art. HR2243), riproducente l’unità al vero preservata presso il Museo Ferroviario Piemontese, ma comunque ambientabile, chiudendo un occhio su alcuni dettagli come la presenza delle targhe del costruttore e la mancanza delle date di revisione, dagli anni ’60 a fine carriera (metà anni ’70), e la E431 033 (art. HR2244) nell’originaria colorazione nera, riportante come data di ultima revisione il 1941 ma collocabile negli anni successivi al termine della seconda guerra mondiale data l’assenza dei fasci littori sulle testate.

E431 027, art. HR 2243 – foto da catawiki.it

 

E431 033, art. HR 2244 – foto da ebay

Il modello si presenta ben proporzionato e restituisce adeguatamente le complesse forme della macchina vera, la cassa è realizzata in plastica e suddivisa in tre parti (i due avancorpi e la porzione centrale) che si fissano al telaio, una volta tanto, non tramite i soliti incastri spesso fonte di problemi e grattacapi, ma grazie a piccole viti che rendono agevole lo smontaggio della locomotiva. Numerosi sono i dettagli riportati o stampati (corrimani, tubazioni, maniglie ecc.) che contribuiscono all’aspetto realistico, tra gli altri si fanno notare i pannelli traforati sui frontali degli avancorpi e, sui panconi, il gancio in metallo, realmente snodato, e i vari accoppiatori pneumatici e del REC, che possono essere montati a piacere per allestire una o entrambe le testate in modo realistico in luogo dei ganci modellistici.

Testata posteriore della E431 027, art. HR 2243 – foto da catawiki.it

Al centro delle fiancate sono presenti le targhe di serie e del costruttore, in metallo fotoinciso e molto nitide: probabilmente al fine di mantenere l’effetto di uno spessore realistico ed evitare montaggi maldestri sono collocate all’interno di apposite leggere nicchie, cosa che però impedisce, salvo modifiche di stampo, la realizzazione di macchine a fine carriera in quanto al vero prive delle targhe dei costruttori (sulla 027 sono state infatti collocate in occasione del restauro).

Testata posteriore della E431 033, art. HR 2244 – foto da ebay

L’avancorpo anteriore è caratterizzato dalla presenza dell’ingombrante armadio al vero ospitante l’interruttore-invertitore Tipo III che ne altera la fisionomia e la cui parte superiore è riprodotta con una bombatura eccessiva, non conforme al prototipo reale (ricordiamo comunque che sulle macchine vere tale armadio venne applicato in un secondo momento come modifica e si presentava in modo leggermente differente tra le varie unità). I vetri sono correttamente a filo cassa e attraverso quelli laterali è possibile scorgere una sommaria riproduzione delle apparecchiature interne.

Altra vista della parte anteriore della E431 027, art. HR 2243 – foto da catawiki.it

Sul tetto spiccano i caratteristici trolley a stanga, tipici delle macchine trifasi FS (ad eccezione delle E432), riprodotti in modo adeguato anche se forse con alcuni elementi un po’ più massicci del dovuto, cosa che comunque garantisce una migliore robustezza che certamente non guasta. Purtroppo un difetto non trascurabile si evidenzia nel sistema di fissaggio in posizione abbassata, inadeguato nel trattenere i trolley leggermente inclinati verso il basso come al vero, inoltre i portastriscianti non si mantengono verticali dato che il sistema di tiranti che al vero ne garantiva il posizionamento verticale è sì riprodotto ma non è funzionante; per finire, e per essere pignoli, gli striscianti sono realizzati in modo un po’ semplificato.

Vista dall’alto della E431 033, art. HR 2244 – foto da ebay

Il telaio è in metallo, con la parte superiore realisticamente zigrinata e includente, sui fianchi, i carter contenenti (al vero) i collettori dei motori di trazione. La parte bassa del modello e il rodiggio sono affetti da alcune semplificazioni in parte giustificate dalla necessità di garantire la circolabilità anche su curve di raggio ridotto (360 mm) nonostante la complessità della meccanica: i contrappesi dei motori sono di dimensioni inferiori al dovuto e complanari alle ruote anziché essere posti un po’ più all’esterno, nella parte bassa manca la riproduzione delle carcasse dei motori, inoltre le bielle, seppure di aspetto realistico, appaiono un po’ sottili.

E431 033, art. HR 2244, vista da sotto – foto da ebay

Il motore, collocato al centro del telaio, tramite vite senza fine e ingranaggi aziona gli assi motori (a loro volta collegati tra loro dalle bielle), uno dei quali, e precisamente quello anteriore, è dotato di ruote con cerchi di aderenza in gomma: tale configurazione dissimmetrica fa sì che, per effetto del cabraggio, la forza di trazione, di per sè non elevatissima, è minore quando la locomotiva viaggia con la cabina A in testa mentre aumenta nel senso opposto. Il funzionamento, grazie alla presa di corrente su tutte le ruote, è molto buono e regolare anche se la velocità massima, a causa della demoltiplicazione non particolarmente spinta, è paragonabile a quella di una E402 (poco male, basta non far viaggiare il modello “a tutta birra”).

Altra vista della testata posteriore della E431 027, art. HR 2243 – foto da catawiki.it

Prodotti come di consueto in Cina, questi modelli non possono vantare un successo strepitoso, a loro sfavore giocano sia il prezzo decisamente elevato, ben 279 euro per le versioni “base” e ancora di più per quelle con decoder, sia la necessità di dover predisporre, per chi li voglia ambientare realisticamente su un plastico o un diorama, un’infrastruttura dedicata, con precisi vincoli spaziali e cronologici e non compatibile (al vero) con le ben più diffuse macchine in corrente continua: quest’ultimo fattore è comune a tutti i modelli di locomotive trifase e ne restringe ulteriormente il mercato già di per sè sempre più ristretto. Fatto sta che a fronte di tutto ciò gli entusiasmi per il trifase FS di cui parlavamo all’inizio si sono rapidamente smorzati, tanto che altri modelli già ventilati o annunciati, come la E554, sono rimasti sulla carta.

Nel 2014 si ha una nuova, e finora ultima, apparizione delle E431, vendute in confezione con sistema di controllo digitale con interfaccia per PC eLink e software Railmaster, le versioni proposte sono sempre le stesse: 027 castano-isabella (nella confezione HR2242EL) e 033 nera (nella confezione HR2243EL).

Ad oggi, a quanto ne sappiamo, non sono state annunciate né previste nuove varianti.