E432 – Roco

I modelli di locomotive trifase FS in scala H0 (1:87) sono stati storicamente appannaggio dei produttori artigianali, con tirature limitate e prezzi stratosferici, mentre le grandi case non hanno mai mostrato nel tempo particolare interesse per queste macchine, probabilmente perché, a torto o a ragione, si è sempre ritenuto che non avrebbero avuto quei grandi volumi di vendita necessari per ripagarsi dell’investimento occorrente per la realizzazione di modelli così complessi sia a livello meccanico sia a livello di sovrastrutture. In effetti le locomotive trifase, per poter essere ambientate correttamente su un plastico, abbisognano di un’infrastruttura dedicata, ossia di tracciati elettrificati con la ben nota linea aerea bifilare, il che significa che su di essi non è possibile far circolare realisticamente modelli riproducenti le più diffuse e famose macchine a corrente continua (e chiaramente le macchine trifase non possono circolare realisticamente su linee con riproduzione dell’elettrificazione a corrente continua), senza trascurare i vincoli geografici e storici, dato che il sistema trifase si è sviluppato soprattutto nella zona ligure-piemontese ed è stato totalmente abbandonato nel 1976, con la conversione delle ultime linee al sistema a corrente continua.

Verso la metà degli anni ’80 Roco, su pressione di Gieffeci, storico importatore dei suoi prodotti in Italia, prende in considerazione l’idea di realizzare il modello della E432, la più evoluta delle locomotive trifase FS, rimasta in servizio per quasi 50 anni, dal 1928 al 1976 (l’ultimo treno FS a trazione trifase fu trainato proprio da una E432, la 008). Ma, visto e considerato tutto quanto detto prima, alla fine si preferisce abbandonare il proposito e si opta per la D345, molto più versatile e soprattutto molto più semplice da produrre, mentre la nostra E432 viene messa “in congelatore”.
Un paio di decenni più tardi il mercato fermodellistico è mutato virando decisamente verso il collezionismo, imperversano le serie speciali-limitate-numerate in vendita a prezzi sempre più elevati e quindi si ritiene che vi siano le condizioni per poter finalmente mettere in cantiere la E432, che vedrà così la luce nel 2010.

Le versioni consegnate sono quattro, di cui due nell’originaria livrea nera ambientate a cavallo tra gli anni ’40 e gli anni ’50, e due nella classica colorazione castano-isabella, collocabili tra gli anni ’50 e gli anni ’60. In particolare abbiamo la E432 010 (art. 62382) e la E432 031 (art. 62383) in nero, la E432 019 (art. 62380) e la E432 025 (art. 62381) in castano-isabella, quest’ultima con la particolarità della sigla FS al centro dei panconi frontali.
Nel 2011 arriva una terza E432 in castano-isabella, la 022 (art. 62384), ambientabile tra gli anni ’60 e i ’70.

E432 010, art. 62382 – foto da ebay

La cassa, in plastica, riproduce in modo adeguato le complesse forme della macchina vera, con il corpo centrale e i due avancorpi, diversi tra loro e ricchi di dettagli: a tal proposito c’è da dire che in alcuni casi questi non rispecchiano esattamente quanto riscontrabile sui prototipi reali dato che al vero le singole unità, dopo anni di varianti e modifiche, potevano differire tra loro, mentre Roco, per motivi di costi, ha giocoforza dovuto realizzare un’unica serie di stampi per tutte le versioni.

E432 031, art. 62383 – foto da ebay

Sul tetto spiccano i due pantografi, realizzati in modo soddisfacente, con i doppi archetti e i cavi al vero utilizzati per condurre la corrente: ad essere proprio pignoli, i tiranti diagonali superiori sulle versioni castano-isabella sarebbero dovuti essere non dritti ma sagomati, la semplificazione è comunque accettabile.

E432 019, art. 62380 – foto da ebay

Il telaio è in metallo, compresi i panconi frontali su cui si trovano i fanali (illuminati tramite LED), un po’ sovradimensionati, e dove è possibile applicare la riproduzione del gancio realistico e degli accoppiatori frontali, non tutti però, inspiegabilmente sono stati omessi il REC femmina e le tubazioni del freno moderabile, che peraltro su queste macchine sono ben visibili. La forma curvilinea delle estremità dei panconi lascia qualche perplessità, apparendo non del tutto fedele al vero.
I ganci, intercambiabili, sono montati su supporti a norma NEM con timoni di allontanamento.

E432 025, art. 62381 – foto da ebay

La finitura è buona, con tonalità dei colori sostanzialmente corrette sia sulle unità nere, con telaio e ruote rosse, sia su quelle castano-isabella, dove l’isabella riveste la cassa e il castano ricopre il tetto, il telaio e le ruote, mentre i panconi frontali sono rossi. Ben eseguite le marcature frontali, con caratteri dalla forma fedele al vero e dotati di fini ombreggiature, e le poche scritte di servizio, mentre le targhe, pur essendo anch’esse ben fatte, sono solo tampografate e non in rilievo.

Gli interni delle cabine non sono riprodotti, del resto sarebbero stati ben poco visibili attraverso i piccoli finestrini, nella cabina A sono però presenti i figurini dei macchinisti.

E432 022, art. 62384 – foto da ebay

Il rodiggio, con il complesso sistema di trasmissione a bielle (in metallo), non presta il fianco a critiche, così come la riproduzione delle ruote, con razze e contrappesi (su quelle motrici) ben dimensionati. Meno bella la riproduzione in plastica del biellino di azionamento del compressore meccanico posto sotto la scaletta di accesso della cabina anteriore, da montare a cura dell’acquirente.
A livello concettuale, allo scopo di garantire una migliore circolabilità in curva, è stata adottata una significativa variazione rispetto al reale: gli assi di estremità, portanti, al vero, insieme all’asse motore adiacente, sono vincolati a uno stesso telaio realizzando il cosiddetto “carrello italiano”, mentre sul modello costituiscono dei carrelli monoassiali (cosiddetti “Bissell”), il compromesso però dall’esterno è, fortunatamente, pressoché invisibile.

E432 031, art. 62383, vista da sotto – foto da ebay

La meccanica si avvale di un motore a 5 poli che trasmette il movimento al primo asse accoppiato, le cui ruote sono dotate di cerchiature di aderenza in gomma, e che a sua volta, tramite le bielle, trasmette il movimento agli altri tre assi accoppiati. I due centrali hanno un po’ di gioco per consentire l’inscrizione anche in curve di raggio ridotto (anche inferiore a 360 mm), che può avvenire rinunciando a montare il particolare che riproduce il biellino di azionamento del compressore, in caso contrario il modello circola su curve di raggio non inferiore a 500 mm. Il funzionamento è buono così come la forza di trazione, soprattutto facendo viaggiare la locomotiva con l’asse dotato di anelli di aderenza in posizione posteriore rispetto al senso di marcia.
Il modello è dotato di presa a 8 poli per eventuale installazione di un decoder per il funzionamento con il sistema digitale.

Il successo della E432 Roco sembrerebbe essere stato buono ma non eclatante, probabilmente anche per il prezzo di vendita non proprio popolare (circa 320 euro) oltre che per la presenza quasi contemporanea sul mercato di un’altra riproduzione di E432 realizzata da Rivarossi, fatto sta che fino ad oggi, a quanto ci risulta, non sono state più proposte né previste ulteriori versioni.