E636 Roco – parte V: ritorno alle origini

A complemento della serie di articoli dedicata alle E636 Roco, riprendiamo il discorso parlando delle ultime produzioni: nel 2014 infatti la casa austriaca riprende in mano gli stampi delle unità di prima serie per riproporle con i dovuti aggiornamenti e soprattutto con la larghezza dei frontali finalmente riportata alle dimensioni corrette, così come già attuato da tempo sulle unità di seconda serie.

Il risultato in sè non è malvagio, tuttavia questi modelli, che fino a non molto tempo prima sarebbero stati sicuramente apprezzati, arrivano proprio nel pieno dell’invasione delle E636, risultando così meno appetibili rispetto agli analoghi ACME e soprattutto Lima Expert, vuoi anche per il prezzo di vendita non proprio popolare e non tanto giustificabile (se non dall’esigenza del produttore di fare cassa nel più breve tempo possibile), dato che per queste E636 si è utilizzata in gran parte componentistica già in produzione da anni e non sono stati quindi necessari grossi investimenti in stampi e attrezzature.

E636 048, art. 72324 – foto da ebay

Le versioni proposte sono tre, tutte ambientate negli anni ’80: E636 048 in livrea castano-isabella (art. 72324, disponibile anche in versione “DCC Sound” con decoder ed altoparlante per riprodurre i rumori della macchina vera, art. 72325) con telaio sotto le cabine nella forma d’origine (ancora inedita per Roco, che finora aveva proposto solo unità di prima serie con telaio ricostruito), E636 034, anch’essa in livrea castano-isabella ma con telaio sotto le cabine ricostruito (art. 72326 e 72327 “DCC Sound”) e la classica e abusata E636 080 in livrea blu-grigio (art. 72320 e 72321 “DCC Sound”), della quale abbiamo già parlato a suo tempo.

E636 034, art. 72326 – foto da ebay

Il confronto con le nuove produzioni, e soprattutto con le E636 Lima Expert, mette in risalto alcune debolezze del modello Roco che in passato, in mancanza di altre produzioni concorrenti, sarebbero state sicuramente tollerate.
Un difetto che purtroppo salta all’occhio è l’errata posizione del gocciolatoio sul finestrino laterale della cabina lato macchinista: come è noto infatti sulle E636 di prima serie tale finestrino è in posizione leggermente più avanzata rispetto alle serie successive e lo è anche il gocciolatoio, così non è però sul modello, dove il finestrino è sì più avanzato, ma non il gocciolatoio, che quindi appare decentrato rispetto al finestrino stesso.
I pantografi, di tipo 42LR, sono sensibilmente migliorati rispetto alla produzione precedente e sicuramente un pantografo di tale fattura negli anni ’90 avrebbe fatto la gioia di molti modellisti, tuttavia oggi, se confrontati alle analoghe realizzazioni di altri produttori, appaiono un po’ grossolani.

E636 080 art. 72320 – foto da ebay

La parte meccanica, ovviamente, riprende pari pari quella delle produzioni precedenti, comune anche alle E645/646 prototipo, con semitelai metallici e motore a 5 poli collocato al centro, che trasmette il movimento tramite alberi articolati con giunti cardanici e vite senza fine con cascata di ingranaggi ai due carrelli di estremità.

Si tratta in definitiva di buoni modelli da plastico, con una meccanica robusta e affidabile e con un livello di dettaglio buono ma non troppo spinto, caratteristica quest’ultima che mal si concilia con l’esercizio su un plastico, dove è tutt’altro che difficile perdere o danneggiare i particolari più fragili e più minuti. Non avendo riscosso, come già detto, un successo eclatante, queste E636 sono ancora reperibili senza troppe difficoltà a prezzi relativamente calmierati rispetto all’epoca della loro uscita e sostanzialmente allineati a quelli degli altri produttori.

E636 Roco – parte I: prima serie “musi larghi”
E636 Roco – parte II: 2ª serie (e 1ª modificata)
E636 Roco – parte III: ancora 2ª serie
E636 Roco – parte IV: la “Camilla”