E646 Rivarossi – parte I

Un paio d’anni dopo l’infelice esperienza delle E646 Lima, giunge il momento di riprovarci, nel frattempo però molte cose sono accadute: nel 1992 Lima viene acquisita da Rivarossi, e sarà appunto questo il marchio con cui usciranno i nuovi modelli di E646 in scala H0 (1:87), e sempre nello stesso 1992 viene realizzata la E656 Lima, della quale, per questa nuova E646, si sfrutterà parecchia componentistica, e in particolare tutta la parte meccanica. Oltre alle E646 vengono prodotte anche le E645 (serie 033-093), che tratteremo in un’altra serie di articoli per non mettere troppa carne al fuoco.

In prima battuta, nel 1993, vengono consegnate la E646 085 del deposito di Firenze in livrea verde-magnolia-grigio nebbia (art. 1417), attrezzata per treni navetta e ambientabile a cavallo tra la metà degli anni ’70 e i primi ’80, la E646 031 del deposito di Milano C.le in livrea beige-arancio-viola con tetto grigio antracite (art. 1418), anch’essa attrezzata per treni navetta e ambientabile nella prima metà degli anni ’80 (a partire dal 1983 il tetto sarebbe divenuto alluminio, le ultime E646 con tetto grigio hanno circolato fino al 1986 circa), e la E646 035 nella colorazione blu-celeste del “Treno Azzurro” (art. 1416), con modanature e collocabile negli anni ’60, da abbinare alle carrozze “tipo 1959” negli stessi colori prodotte in parallelo.

E646 085, art. 1417 – foto da ebay

Le nuove casse, in plastica, riproducono sulle unità “navetta” le fattezze delle E646 negli anni ’80-primi ’90, prive delle modanature, con le lunghe griglie di aerazione nella parte alta delle fiancate ma con ancora i vetri frontali originali con cornici in gomma, ad essere pignoli mancherebbero i gocciolatoi sopra i vetri frontali, non è però da escludere che i prototipi reali, e in particolare la 031, ne fossero privi dato che negli anni ’80 erano in corso di eliminazione. La 035 invece presenta, oltre ai gocciolatoi, le caratteristiche modanature in rilievo che racchiudono sui frontali la marcatura, anch’essa realizzata correttamente in rilievo così come i fregi FS, questi ultimi presenti anche sulle altre.

E646 031, art. 1418 – foto da ebay

Purtroppo però queste riproduzioni presentano qualche lato oscuro: per qualche misterioso motivo infatti i finestrini laterali delle fiancate sono posizionati leggermente più in alto, peculiarità che al vero caratterizzava solamente una piccola sottoserie di E646 (131-138) e di E645 (072-080), a cui si aggiungerà in un secondo tempo la E646 121 (su cui i finestrini vennero ricostruiti dopo l’eliminazione delle griglie di aerazione sperimentali), evidentemente i rilievi preliminari alla realizzazione del modello sono stati fatti su una di queste unità ignorando però totalmente la particolarità sopra detta. Il pancone frontale invece presenta i respingenti in posizione leggermente più alta e la piastra di supporto del gancio di trazione realistico di dimensioni ridotte, come riscontrabile sulle E646 fino alla 090 dato che sulle successive, essendo predisposte per l’aggancio automatico, questi elementi differivano lievemente. In definitiva quindi, così come sono state realizzate, le casse dei modelli non rispecchiano appieno alcuna macchina reale. Chiudendo un occhio sui particolari dei panconi frontali, che non saltano così all’occhio come invece i finestrini, si sarebbero potute comunque realizzare le E646 131-138, invece, per qualche misterioso e imperscrutabile motivo, nessuno dei modelli prodotti prima dell’avvento della gestione Hornby avrà questa numerazione…

E646 035, art. 1416 – foto da ebay

Oltre a ciò, relativamente alla 035, data l’epoca di ambientazione le scalette dei manovratori sarebbero dovute essere più strette, i tergicristalli sarebbero dovuti essere presenti solo sul finestrino frontale lato macchinista e diversamente posizionati (accanto al vetro e non sotto), le trombe non ci sarebbero dovute essere e sui panconi frontali, in luogo degli accoppiatori della condotta pneumatica principale (esterni) ci sarebbero dovuti essere quelli del freno moderabile.

I primissimi esemplari prodotti sono poi affetti da un altro difetto, ossia l’imperfetto allineamento delle semicasse con un irrealistico effetto ”a banana”, difetto poi corretto pochi giorni dopo l’avvio della produzione, viene però da chiedersi come mai siano stati ugualmente messi in vendita; ancora oggi può capitare di trovarli sul mercato dell’usato, magari anche a caro prezzo.

I vetri sono a filo cassa e su quelli frontali è incisa la riproduzione dei telaietti di sbrinamento (al vero amovibili). I vari corrimani, come di moda in quegli anni in casa Lima-Rivarossi, sono in metallo fototranciato, con sezione irrealisticamente rettangolare anziché circolare, e non proprio agevolissimi da montare, altri elementi come i pantografi tipo 52, le tubazioni laterali, i ganci realistici, le prese REC, i tergicristalli, le trombe sono gli stessi già visti sulla E656 Lima. Raccogliendo le critiche espresse per quest’ultima, il cavo AT sul tetto non è più troncato al centro in corrispondenza dell’articolazione ma è intero, realizzato in plastica morbida (purtroppo però con l’utilizzo tende a non rimanere in sede) mentre le ghiere dei fanali sono in metallo. Anche gli accoppiatori pneumatici, da montare sui panconi, sono finalmente di forma e dimensioni realistiche e non più quelli striminziti adottati sull’E656, lascia invece qualche perplessità l’accoppiatore a 78 poli delle unità “navetta”, riprodotto in modo troppo semplificato (uno sforzo in più lo si sarebbe potuto fare…). I respingenti sono molleggiati, caratteristica pressoché inutile in quanto inficia la riproduzione in esatta scala dei vari elementi, in particolare gli steli, sempre sottodimensionati, ma che viene fatta passare come una “raffinatezza” e serve a giustificare un prezzo di vendita più alto.
Buona la finitura, con tonalità dei colori fedeli al vero a parte sulla 035, dato che la questione su quali fossero le esatte cromie della livrea “Treno Azzurro” è tuttora aperta, quasi sicuramente però il tetto era colorato in azzurro e non in argento come sul modello, senza dire che i carrelli, anziché neri, sarebbero dovuti essere castani.
Come già detto all’inizio, la meccanica riprende quella della E656 Lima, con telaio metallico, motore Igarashi a 5 poli in posizione centrale e trasmissione a tutti gli assi dei carrelli estremi tramite alberi con snodi cardanici, vite senza fine e cascata di ingranaggi. Ovviamente vengono replicati anche i difetti, compreso quello, particolarmente fastidioso, della crettatura degli ingranaggi calettati sulle ruote motrici. Solo le fiancate dei carrelli, ovviamente, sono realizzate appositamente, essendo differenti da quelle dell’E656.

Nonostante i difetti visti prima, il successo di queste nuove E646 è decisamente buono, del resto all’epoca non è che ci fosse chissà quale alternativa. Il prezzo di vendita è di circa 240.000 lire, corrispondenti, secondo le rivalutazioni ISTAT, a poco più di 200 euro odierni, a titolo di paragone le coeve E656 Lima che, come abbiamo visto, sono strettamente imparentate con le nostre E646, ma prive di respingenti molleggiati, erano invece vendute a poco più di 200.000 lire, cioè circa il 40% in meno.

Nel 1994 vengono consegnate le attese versioni in livrea verde magnolia-grigio nebbia con modanature, proposte in due numerazioni: E646 071 del deposito di Napoli Smistamento (art. 1423) ed E646 148 del deposito di Roma S. Lorenzo (art. 1424). La presenza delle scalette dei manovratori larghe, degli accoppiatori della condotta principale e della colorazione nera dei carrelli le colloca nella seconda metà degli anni ’70-primissimi ’80.

E646 071, art. 1423 – foto da ebay
E646 148, art. 1424 – foto da ebay

In più viene consegnata anche la seconda E646 in livrea “Treno Azzurro”, la 037 (art. 1420), per la quale valgono le stesse considerazioni già espresse per la 035.

E646 037, art. 1420 – foto da ebay

Oltre a queste, vengono prodotte anche due unità attrezzate per treni navetta, la E646 168 del deposito di Milano C.le in livrea verde magnolia-grigio nebbia (art. 1421), ambientabile negli anni metà ’70-inizio ’80, e la E646 209 del deposito di Firenze in livrea beige-arancio viola con tetto alluminio (art. 1422), ambientabile tra la metà degli anni ’80 e la fine dei ’90.

E646 168, art. 1421 – foto da ebay
E646 209, art. 1422 – foto da rail-modelling.com

Nel 1996 è la volta di altre due unità per treni navetta, entrambe ambientabili nei primi anni ’80, in livrea beige-arancio-viola con tetto grigio antracite ma nella poco diffusa variante con fascione frontale arancio, introdotto inizialmente nel 1981 e rimpiazzato poco dopo dal ben più noto “baffo”: si tratta delle E646 104 del deposito di Milano C.le (art. 1427) e 110 del deposito di Livorno (art. 1428).

E646 104, art. 1427 – foto da ebay

Viene da chiedersi come mai Rivarossi abbia scelto di proporre ben due macchine con una livrea al vero adottata su pochi esemplari e per pochi anni, quando invece, con la stessa fatica, una delle due avrebbe potuto essere realizzata in verde-grigio con “baffo” frontale, variante mai presa in considerazione da Rivarossi se non dopo l’arrivo della gestione Hornby.

E646 110, art. 1428 – foto da ebay

Nel 1997 arriva la E646 088 del deposito di Trieste (art. 1430) in livrea beige-arancio-viola con tetto alluminio e vetri frontali “Triplex” con cornici in alluminio, al vero introdotti gradualmente a partire dagli anni ’80 (modifica non portata a compimento su tutto il gruppo, qualche unità infatti, come la 208, è arrivata a fine carriera, nel 2008-2009, mantenendo gli originari vetri frontali con cornici in gomma). L’impegno che ci mette Rivarossi per riprodurre i vetri “Triplex” è decisamente scarso, le cornici infatti vengono solamente rese più spesse ma non c’è traccia delle chiodature, che al vero non passano inosservate, inoltre, cosa molto più grave, per i vetri si continua a utilizzare lo stesso pezzo già in produzione, con la riproduzione dei telaietti di sbrinamento, qui del tutto incoerenti in quanto al vero i “Triplex” sono dotati di sbrinatori integrati.
La locomotiva è ambientabile tra la seconda metà degli anni ’80 e i ’90, al vero tra l’altro è stata la prima del suo gruppo a ricevere, nel 1999, i colori XMPR.

E646 088, art. 1430 – foto da ebay

Nel 2000 viene realizzata la E646 112 del deposito di Torino in livrea verde-magnolia-grigio nebbia (art. 1433), priva di modanature ma non attrezzata per treni navetta, con la fascia verde sottile che non si allarga in corrispondenza delle testate: anche questa è una variante di coloritura poco diffusa, introdotta dopo la metà degli anni ’70 a seguito dell’eliminazione delle modanature e visibile su poche macchine per pochi anni. Per la produzione di questa unità, su cui è necessario coniugare le fiancate in configurazione d’origine, senza griglie, con l’assenza di modanature, si sfruttano gli stampi delle E645 senza modanature.

E646 112, art. 1433 – foto da ebay

Nel 2001 è l’ora della livrea XMPR, al vero in corso di applicazione proprio in quegli anni: viene così proposta la E646 128 del deposito di Firenze (art. R1435), seguita l’anno successivo dalla E646 107 del deposito di Roma S. Lorenzo (art. R1487), quest’ultima con tetto alluminio e griglie laterali grigio chiaro, una delle tante varianti riscontrabili nella realtà. Sono entrambe dotate di vetri “Triplex”, purtroppo malriprodotti come sulla 088, pur con un accenno di chiodature (tampografate), e corredate di vomeri spartineve, che però sono quelli già in produzione per le già citate E656 Lima, di forma non fedele al vero, questo nonostante si avessero già in casa i vomeri adatti, prodotti per le E424

E646 128, art. R1435 – foto da ebay
E646 107, art. R1487 – foto da ebay

Sempre nel 2001 la E646 031 viene inserita all’interno dello start set art. R0560 comprendente 2 carrozze MDVC, binari e trasformatore.

Nel 2003 infine viene proposta la E646 207 del deposito di Milano Smistamento (art. RT400001) nello stato del periodo metà anni ’70-primi ’80, in livrea verde magnolia-grigio nebbia ma senza modanature. Per produrla si sfruttano, come già nel caso della 112, gli stampi delle E645 senza modanature e ovviamente ci si dimentica di realizzare le sedi per l’applicazione degli accoppiatori a 78 poli (ricordiamo che questa unità appartiene alla sottoserie 187-210, attrezzate per l’esercizio con treni navetta sin dalla costruzione).

E646 207, art. RT400001 – foto da ebay

É il canto del cigno della produzione “made in Italy”, di lì a poco il gruppo Lima-Rivarossi, già in mano alla “gestione bresciana”, andrà in fallimento e sarà rilevato da Hornby che, trasferita la produzione in Cina, dopo qualche anno riproporrà nuovi modelli di E646 (ed E645), come vedremo nella prossima parte.

E646 Rivarossi – parte II