Elettrotreni ETR 220/ETR 240 – Lima (e Rivarossi)

Nel 1989 Lima mette in catalogo l’elettrotreno FS ETR 220, fino ad allora inedito in scala H0 (1:87), a parte alcune riproduzioni artigianali, nonostante la fama del treno vero e la sua allora cinquantennale carriera.

Le versioni inizialmente previste sono tre: un ETR 220 nello stato della fine degli anni ’80 dopo le ultime modifiche subite, in particolare la trasformazione della terza carrozza, adibita al servizio viaggiatori (art. 149715, proposto anche atto all’alimentazione in corrente alternata sistema Marklin, art. 149715AC), un ETR 220 nello stato degli anni ’60, quindi ancora con i frontali non modificati con il vetro unico (che conferirà a questi elettrotreni il soprannome di “Polifemo”) ed erroneamente indicato in catalogo come ETR 200 (art. 149716), infine un terzo ETR 220, sempre nello stato di fine anni ’80, dotato di impianto di condizionamento Stone con le caratteristiche “gobbe” sul tetto tra la prima e la seconda carrozza (art. 149717).

Già nel 1990 vengono però cambiate le carte in tavola: abbandonato l’ETR 220 anni ’60 (probabilmente per le numerose differenze rispetto a quelli anni ’80-’90, che avrebbero richiesto impegnative modifiche di stampo) e messo temporaneamente da parte l’ETR 220 con condizionatori Stone, rimane in catalogo il solo ETR 220 nello stato di fine anni ’80 (sempre art. 149715L, più la versione in corrente alternata 149715LAC).

Il treno, consegnato nel 1990, riproduce l’ETR 228, nella sua configurazione a 4 elementi. Il modello è ben fatto e riceve da subito un’accoglienza positiva, nonostante alcune pecche che saranno man mano corrette nelle successive edizioni.
Le casse, in plastica, hanno misure in scala H0 pressoché perfetta e su di esse sono presenti diversi particolari aggiuntivi come trombe, fischi, tergicristalli, cavi sul tetto.
La verniciatura, nella livrea verde magnolia-grigio nebbia, è eseguita in modo soddisfacente e sui frontali si fanno notare i loghi FS in rilievo.
Nella parte bassa sono state realizzate in maniera adeguata le carenature, con la successione di griglie e sportelli conforme al treno vero; a prima vista tutto l’insieme sembra troppo pulito e anche un po’ piatto, ma una leggera sporcatura può contribuire a mettere in risalto i vari particolari.
I carrelli, in plastica nera, riproducono in modo sostanzialmente corretto quelli montati sul treno vero (sono gli stessi delle ALe 601, introdotti alla fine degli anni ‘60).
La giunzione tra la parte superiore della cassa e la parte inferiore (carenature) non è un punto di forza di questo modello, infatti non è precisissima e rimangono in vista alcune fessure, che però vengono in parte dissimulate venendo a trovarsi in corrispondenza dello stacco tra le fasce di colore verde e grigio.

ETR228, art. 149715L - foto da ebay
ETR 228, art. 149715L – foto da ebay

I pantografi, posti sul tetto della prima e della terza carrozza, rappresentano una caduta di stile e suscitano qualche mugugno negli ambienti fermodellistici: Lima infatti utilizza i suoi vecchi pantografi standard, ormai obsoleti e che stridono fortemente con la qualità del modello.
Gli arredi interni sono riprodotti in modo semplificato ma la cosa non disturba più di tanto perché risultano scarsamente visibili dall’esterno sia per le piccole dimensioni dei finestrini sia per la presenza della riproduzione delle tendine, molte delle quali in posizione semichiusa.

Altra vista dell'ETR228, art. 149715L - foto da ebay
Altra vista dell’ETR 228, art. 149715L – foto da ebay

La motorizzazione, per evitare complicazioni, è posta sulla quarta carrozza, quella più lunga e l’unica dotata di carrelli propri (le altre tre invece costituiscono un complesso articolato di 3 carrozze su 4 carrelli), che è anche priva o quasi di arredo interno, la cui assenza è comunque ben mascherata dalle tendine dei finestrini, quasi tutte chiuse. Il motore, a 3 poli ad asse longitudinale, trasmette il moto ai due carrelli tramite alberi articolati con giunti cardanici e trasmissione a vite senza fine e ingranaggi. Il funzionamento non è entusiasmante: sono i primi anni in cui Lima, abbandonato il famoso e ormai ben collaudato motore “G”, si cimenta nella realizzazione di trasmissioni con alberi cardanici e viti senza fine e i risultati sono piuttosto “traballanti”, il motore poi ci mette del suo, girando in modo piuttosto ruvido, inoltre le ruote sono prive di anelli di aderenza in gomma, provocando qualche problema di trazione sui tracciati più acclivi.

Nello stesso 1990, alcuni mesi dopo l’ETR 228, viene consegnato anche l’ETR 232, però prodotto in serie limitata di 1500 pezzi con tanto di certificato (art. 14-220ETR): sono gli anni in cui inizia la famigerata moda delle “serie limitate”, che porteranno ad ingiustificati e incontrollati aumenti di prezzo e che al giorno d’oggi sono ormai la norma. Su questo modello vengono apportate alcune modifiche e (presunte) migliorie, tra cui i pantografi, ora di nuovo tipo e molto simili a quelli montati sulle E646 del 1991: purtroppo però il rimedio è peggiore del male perché questi pantografi non possono certo dirsi un capolavoro di raffinatezza… L’impianto elettrico, come già sull’ETR 228, è tutto concentrato sulla carrozza motorizzata ma, per illuminare i fanali di quella all’estremità opposta, sono presenti alcuni cavetti “volanti” che, tramite spinotti, saltano da una carrozza all’altra, complicando ulteriormente le operazioni di composizione e scomposizione del treno, già di per sè non molto agevoli data la sua particolare configurazione. Il sistema viene fortemente criticato tanto che nei successivi lotti produttivi viene abbandonato.

ETR232, art. 14-220ETR - foto da ebay
ETR232, art. 14-220ETR – foto da ebay

Nel 1991 vede la luce il famoso ETR 220 con condizionatori Stone (art. 149717L). Su questo modello vengono introdotte due importanti novità: si adotta un motore Igarashi a 5 poli, che ne migliora sensibilmente il funzionamento, grazie anche all’applicazione di anelli di aderenza su due delle ruote motrici, e gli inadeguati pantografi vengono sostituiti dai 52 FS Sommerfeldt i quali, se oggi appaiono anch’essi un po’ obsoleti, all’epoca rappresentavano una delle migliori riproduzioni disponibili del pantografo 52 FS, tanto da essere adottati anche su altri modelli (ad esempio le E444 della stessa Lima o le E645-646 Roco).

ETR233, art. 149717L - foto da ebay
ETR 233, art. 149717L – foto da ebay

Per il resto il modello è pressoché identico ai predecessori (anche troppo, dato che le griglie e gli sportelli delle carenature riproducono ancora quelli dell’ETR 228, lievemente differenti da quelli dell’ETR 233); da segnalare però la buona esecuzione delle “gobbe” sul tetto, le cui forme sono ben restituite.

Particolare delle "gobbe" sull'ETR233 - foto da subito.it
Particolare delle “gobbe” sull’ETR 233 – foto da subito.it

Nel 1993 viene realizzato, per conto del negozio Norisberghen di Chivasso, un ETR 228 in edizione speciale, con scritte sulle fiancate riproducenti l’allestimento che ebbe al vero un ETR 220 (non si sa se proprio il 228) utilizzato per un treno speciale Mondovì-Bologna effettuato nel 1992 in occasione del Model Show bolognese. Le scritte pubblicizzano gli sponsor dell’iniziativa. Il modello, realizzato in serie limitata di 20 pezzi, era in vendita a 300.000 lire.

L'ETR228 prodotto per Norisberghen - foto © Mondo Ferroviario
L’ETR 228 prodotto per Norisberghen – foto © Mondo Ferroviario

Nel 1995 viene inserito in catalogo un nuovo ETR con condizionatori Stone: si tratta dell’ETR 234 (art. 149799), che è pressoché identico al 233 ma adotta nuovi pantografi 52 FS prodotti dalla stessa Lima ed è dotato di pittogrammi di classe e fumatori/non fumatori gialli (al vero autoadesivi) che lo ambientano intorno alla metà degli anni ’90.

ETR234, art. 149799 - foto da ebay
ETR234, art. 149799 – foto da ebay

Nel 1999-2000 viene infine prodotto l’ETR 242 (art. 149979), ambientato intorno al 1990 e dotato, come il 234, dei pantografi 52 Lima. Su questo modello vengono apportate modifiche di stampo per riprodurre la differente disposizione di alcuni finestrini. Lo stesso convoglio è disponibile, stando al catalogo, anche in versione per funzionamento in corrente alternata (art. 189979) ed equipaggiata di decoder per funzionamento in digitale (art. 159979 per la corrente continua e 179979 per la corrente alternata). L’ETR 242 rimarrà in catalogo fino ai primi anni 2000, cioè fino al fallimento di Lima e successiva acquisizione di Hornby.

ETR242, art. 149979 - foto da ebay
ETR242, art. 149979 – foto da ebay

La nuova gestione, dopo aver trasferito la produzione in Cina, nel 2009 propone nuovamente l’ETR 242, però con marchio Rivarossi (art. HR2030). Il modello ha caratteristiche analoghe al precedente Lima, ma con ulteriori migliorie nella meccanica, che ne rende il funzionamento ancora più regolare, e nell’impianto elettrico. Purtroppo però si ha un peggioramento nei pantografi: quelli montati da Hornby infatti, pur ricalcando i precedenti 52 Lima, sono più grossolani, soprattutto nel basamento. Vengono però modificati alcuni sportelli e griglie delle carenature, al fine di renderle conformi al prototipo reale.

L'ETR242 prodotto con marchio Rivarossi - art. HR2030
L’ETR242 prodotto con marchio Rivarossi – art. HR2030

Come si è visto, tutti gli elettrotreni fin qui prodotti sono ambientabili negli anni ’80-’90, mentre non ha mai visto la luce nè la versione anni ’60 annunciata in un primo tempo né la successiva anni ’70-inizio ’80 (che avrebbe richiesto il rifacimento della terza carrozza): per avere quest’ultima bisognerà attendere il 2016, con il nuovo modello LE Models. Il predecessore ETR 200 invece sarà realizzato alcuni anni dopo da Rivarossi.