ETR 610 Arnold – scala N

Sono stati recentemente consegnati da Hornby, con marchio Arnold, gli elettrotreni ETR 610 in scala N: si tratta di modelli attesi da lungo tempo, infatti ricordiamo che ACME li aveva annunciati una dozzina di anni fa, presentando anche un prototipo in avanzato stato di realizzazione (si veda scalaenne), poi rimasto nel limbo, mentre quelli Hornby/Arnold erano previsti già nel 2019.
La scelta di questo elettrotreno risulta azzeccata, infatti i convogli veri, in servizio dal 2009 inizialmente sotto l’egida Cisalpino e poco dopo, alla chiusura di questa, ripartiti tra Trenitalia e SBB (la quale ne ha poi ordinato un’ulteriore serie), non solo hanno rivestito nel tempo molteplici livree, ma hanno prestato e prestano tuttora servizio tra Italia, Svizzera e Germania, cosa che li rende appetibili, modellisticamente parlando, anche al di fuori dei nostri confini nazionali.
Inoltre Hornby si è trovata parte del lavoro di progettazione già fatto, avendo realizzato tempo fa il medesimo modello nella più grande scala H0 con marchio Lima Expert, modello che ha riscosso un certo successo sia per la realizzazione abbastanza accurata sia per il buon rapporto qualità/prezzo, che permetteva di portarsi a casa il convoglio completo di 7 elementi con meno di 350 euro.

ETR 610 4 Trenitalia livrea Cisalpino, art. HN2471 – foto da latelierdutrain.com

In prima battuta sono state realizzate cinque versioni, che coprono praticamente tutta la ancora non lunga carriera di questi elettrotreni; sono proposte nella stessa formula già vista in H0, con ciascun convoglio di 7 elementi suddiviso tra due confezioni, una da 4 pezzi, comprendente le unità estreme con cabina e due intermedie (carrozze 1, 4, 5, 7), e una da 3 pezzi, con le rimanenti carrozze (2, 3, 6). Giusto per provocare un po’ di malcontento, o forse per permettere di dilazionare la spesa, visto il prezzo (ne parliamo alla fine), le confezioni con le tre carrozze aggiuntive, stando a quanto riportato sul sito Arnold, saranno disponibili in estate, quindi a occhio le vedremo, se tutto va bene, tra 4-5 mesi.

I 4 elementi dell’ETR 610 4, art. HN2471 – foto da latelierdutrain.com

Abbiamo dunque due convogli nell’originario schema Cisalpino, di cui uno con loghi Trenitalia (treno 4, art. HN2471 e HN2471S DCC Sound più HN3504 le 3 intermedie) e uno con loghi SBB (treno 13, art. HN2470 e HN2470S DCC Sound più HN3503 le 3 intermedie), collocabili nel 2010-2011, un terzo convoglio nella prima colorazione Eurostar AV-Frecciargento (treno 12, art. HN2473 e HN2473S DCC Sound più HN3506 le 3 intermedie), ambientabile nel 2011-2012, un quarto convoglio nell’attuale cromia (treno 1, art. HN2474 e HN2474S DCC Sound più HN3507 le 3 intermedie) e con iscrizioni “Frecciargento” (eliminate a fine 2015 quando i 7 ETR 610 Trenitalia vennero trasferiti da Roma a Milano per sostituire gli ETR 470 nelle relazioni verso la Svizzera ma ripristinate qualche tempo dopo proprio sul treno 1, ritrasferito a Roma per i servizi Frecciargento), infine un quinto convoglio riproducente il RABe 503 022 SBB nella particolare livrea celebrativa “Italia-Svizzera-Germania” applicata nel 2017 (art. HN2472 e HN2472S DCC Sound più HN3505 le 3 intermedie). Previsto anche il cugino spagnolo Serie 114 RENFE (art. HN2475, senza unità aggiuntive in quanto anche al vero è composto solo da 4 elementi), mentre al momento non troviamo traccia delle versioni SBB in livrea normale, che sicuramente saranno annunciate più avanti.

ETR 610 13 SBB livrea Cisalpino, art. HN2470 – foto da latelierdutrain.com

L’ETR 610 in scala N ricalca, a livello progettuale e costruttivo, il fratello nella scala maggiore: le casse sono in plastica, con vetri a filo con effetto fumé, mentre la parte bassa è in metallo sulle unità estreme e in plastica sulle intermedie, in entrambi i casi con una buona incisione di griglie e sportelli. L’unione tra le due parti non presenta fessure evidenti ed è ulteriormente dissimulata dallo stacco di colore. Le porte sono incorporate interamente nello stampo della cassa, compresa la parte inferiore, esattamente come fatto sul modello in scala H0 dopo le critiche ricevute dalla prima edizione, dove invece erano divise a metà, con effetto estetico decisamente pessimo. Una piccola finezza da segnalare è la differente riproduzione dei tergicristalli sulle unità di testa del RABe 503 022 SBB che, appartenendo alla seconda serie, ne ha uno solo anziché due come le altre versioni.

I 4 elementi dell’ETR 610 13, art. HN2470 – foto da latelierdutrain.com

Sul tetto, oltre a sportelli e griglie di varie fogge (che meritano di essere ripassate con un po’ di nero diluito per accentuarne la profondità e il realismo), troviamo i 6 pantografi, ubicati sulle carrozze 3, 4 e 5, 6 e destinati ai diversi sistemi di alimentazione, ed alcuni dettagli come le condotte AT e gli isolatori, realizzati in modo piuttosto buono (ricordiamo sempre che siamo in scala 1:160). I carrelli appaiono ben realizzati in relazione alle loro ridotte dimensioni, con un’apprezzabile incisione dei vari componenti; sono in plastica nuda non verniciata, pur nel corretto colore grigio scuro, pertanto necessitano di un minimo di sporcatura per incrementarne il realismo.

ETR 610 12 Trenitalia livrea ES AV-Frecciargento, art. HN2473 – foto da latelierdutrain.com

Gli interni sono riprodotti, chiaramente in modo non iperdettagliato, sono comunque presenti e riconoscibili i principali elementi come sedili e tavolini, le pareti divisorie dei vari ambienti e i banchi di guida sulle vetture estreme.

I 4 elementi dell’ETR 610 12, art. HN2473 – foto da latelierdutrain.com

Anche lo schema meccanico ricalca quello del modello in H0: il motore è ubicato nella carrozza 1 in posizione centrale e aziona, tramite alberi con snodi cardanici, viti senza fine e ingranaggi, tutti e 4 gli assi di cui due, il primo e il quarto, dotati di cerchi di aderenza in gomma su una ruota. Le prestazioni appaiono abbastanza adeguate nella configurazione “base” a 4 pezzi mentre con il treno completo di 7 elementi potrebbe insorgere qualche difficoltà specie su tracciati acclivi, la motrice infatti non è pesantissima mentre l’unità estrema non motorizzata è appesantita dal telaio metallico e frenata dalle lamelle per la presa di corrente. In tali condizioni sarà opportuno intervenire per zavorrare ulteriormente la motrice in modo da aumentarne il peso aderente e quindi la forza di trazione. L’operazione, teoricamente semplice, è in realtà complicata dallo smontaggio tutt’altro che agevole, dato che l’unione delle casse ai telai è realizzata tramite i soliti, maledetti, incastri unidirezionali per disimpegnare i quali occorre una certa cautela, date anche le ridotte dimensioni del modello e il conseguente rischio di provocare qualche danno. Sarebbe il caso di tornare alle vecchie e semplici viti, abolite ormai da anni in nome del taglio dei costi di produzione, come ci era stato raccontato a suo tempo, discorso che ormai non regge più, ammesso che abbia mai retto, visti i prezzi da gioielleria che hanno raggiunto i modelli ferroviari: ovviamente questa considerazione non si applica solo all’ETR 610 in esame ma è valida in generale.

ETR 610 1 Trenitalia livrea Frecciargento, art. HN2474 – foto da latelierdutrain.com

L’impianto elettrico prevede sulla motrice il classico circuito stampato, con innesto per il decoder (ove non già presente), su cui convergono i vari cavetti provenienti dalle lamelle di presa corrente che strisciano sulle ruote, dal motore e dai fanali, illuminati tramite gli ormai consueti LED smd con tonalità bianca o rossa a seconda del senso di marcia. L’illuminazione dei fanali è presente anche sull’unità estrema non motorizzata, con circuito dedicato, mentre le altre carrozze sono prive di qualunque impianto elettrico e non è prevista neppure una condotta passante, a tutto vantaggio della semplicità.

I 4 elementi dell’ETR 610 1, art. HN2474 – foto da latelierdutrain.com

La decorazione, nelle diverse livree proposte, è ben eseguita, le tonalità sono corrispondenti al reale e sono presenti, corretti nella forma e nelle dimensioni, i vari loghi e le iscrizioni di servizio, alcune delle quali di dimensioni davvero microscopiche.

RABe 503 022 SBB, art. HN2472 – foto da latelierdutrain.com

In definitiva questi ETR 610 si presentano bene e restituiscono adeguatamente l’aspetto dei treni reali, fattore importante in scala N dove non conta tanto l’esasperazione del dettaglio quanto il colpo d’occhio nella visione di insieme. Inoltre in 1:160 la composizione completa di 7 pezzi, lunga circa 1,2 metri, potrà trovare posto con più facilità sui plastici rispetto ai modelli in scala H0 che richiedono spazi ben maggiori di cui non tutti dispongono.

I 4 elementi del RABe 503 022 SBB, art. HN2472 – foto da latelierdutrain.com

Per finire parliamo di prezzi, e qui comincian le dolenti note, dato che questo è l’unico aspetto in cui non si è ricalcato il modello in H0, anzi pare ci sia una proporzionalità inversa rispetto alla scala di riduzione: come ormai risaputo il gruppo Hornby a partire dallo scorso anno ha apportato rincari più che consistenti, per non dire spaventosi, alla sua produzione, inizialmente previsti nell’ordine del 10% ma che alla prova dei fatti hanno toccato e a volte anche superato il 20%. Tra parentesi, eravamo sicuri che a tali rincari sarebbero corrisposti analoghi incrementi della nostra busta paga, ma ad oggi non è stato così, anzi, forse è avvenuto il contrario… In definitiva, la confezione di 4 elementi è in vendita a 330 euro meno 10 centesimi, che in pratica era il prezzo a cui fino a non molto tempo fa si acquistava il convoglio completo da 7 pezzi in scala H0. Chi volesse la versione DCC Sound invece dovrà sborsare la bellezza di 450 euro meno 10 centesimi (+36%) mentre le tre carrozze aggiuntive sono previste a 150 euro meno 10 centesimi, ma non ci sorprenderemmo di eventuali ritocchi, chiaramente al rialzo. A conti fatti dunque il convoglio completo in versione analogica verrà a costare 480 euro mentre quello DCC sound toccherà i 600 euro. Inutile negare che questi prezzi ormai si stanno portando al livello di quelli dei modelli di fattura artigianale, e per fortuna la produzione avviene presso terzisti cinesi e quindi a costi ridotti, come ci hanno raccontato negli ultimi 20 anni per giustificare la corsa alle “delocalizzazioni” e i conseguenti fenomeni di dumping economico e sociale, ovviamente non solo nel settore modellistico ma in generale. Va da sé che più si alza il prezzo e più diminuiscono gli acquirenti, e non è detto che le due cose vadano di pari passo, anzi è possibile che gli aumenti non vadano a compensare le minori vendite, specie in un mercato molto di nicchia come quello della scala N che per essere rilanciato, intento perseguito senza successo da che abbiamo memoria, di tutto necessita tranne che di queste politiche di prezzo.

RABe 503 018 (ETR 610) SBB “Zürich-München” – Arnold (scala N)