Le automotrici di prima generazione, nonostante la loro ampia diffusione in passato sia sulla rete FS che su parecchie linee private, non hanno mai incontrato il favore dei grandi produttori industriali di modelli ferroviari: solo Rivarossi ha realizzato negli anni ‘80/’90 le “Littorine” Breda, di cui abbiamo parlato in un’altra serie di articoli, e in tempi più recenti le ALn 556 serie 1200, facenti parte della numerosa schiera di produzione FIAT.
Nel 2012 vengono consegnati i modelli, in scala H0 (1:87), delle ALn 556 1202, motorizzata, e 1216, senza motore, contenute in un’unica confezione (art. HR2037 oppure HR2079 con decoder e impianto di sonorizzazione) e prodotte ovviamente in Cina; sono ambientabili, stando alle date di revisione, nei primissimi anni ’70, ultimo periodo di esercizio al vero, ma possono essere collocate senza problemi anche nei decenni precedenti dato che il loro aspetto è rimasto sostanzialmente inalterato nel corso degli anni. Le stesse unità vengono riproposte nel 2014 in confezione con la centralina DCC e-Link (art. HR2037EL).
La cassa, in plastica, riproduce bene le forme dei prototipi reali e si apprezza la fattura di elementi come i coprigiunti e i vetri dei finestrini, a filo cassa e, ove previsto, dotati di deflettori e di barre metalliche (queste ultime tampografate). Sui frontali spiccano le caratteristiche griglie di aerazione dei radiatori, ben incise e che meritano di essere ripassate con del nero diluito per accentuarne la profondità, oltre agli accoppiatori per il comando multiplo e ai fregi FIAT.
Un appunto può essere mosso al coprigiunto al centro del tetto, al vero presente solo sopra le cabine e non su tutta la lunghezza della cassa, inoltre i montanti dei finestrini frontali sono più spessi del dovuto. Gli interni delle cabine e dell’ambiente viaggiatori sono riprodotti in modo accettabile, sebbene in un’unica tonalità di colore, ed è presente di serie l’illuminazione tramite LED.
Il telaio, comprendente le carenature inferiori, è in metallo sull’unità motorizzata, fungendo da zavorra, mentre è in plastica su quella senza motore, a livello estetico comunque non vi sono evidenti differenze nell’esecuzione di griglie e sportelli, che appaiono in tutti i casi ben realizzati. La parte bassa della carenatura frontale è sostituibile con un elemento dotato di apertura che consente il passaggio della barra rigida per l’accoppiamento delle due unità. Le bombature presenti in corrispondenza delle ruote sono più abbondanti del dovuto per non interferire con la rotazione dei carrelli sulle curve di raggio ridotto, essendo applicate a parte si potrebbero sostituire con altre dalle dimensioni in scala esatta… se mai fossero state realizzate.
La parte inferiore del sottocassa, fissata con viti, consente l’accesso al vano in cui è collocabile il decoder e, sull’unità motorizzata, l’altoparlante per la riproduzione dei rumori della macchina vera, su quest’ultima è inoltre posto un piccolo interruttore che permette l’esclusione delle luci sulla testata lato carrello motore nel caso di accoppiamento con l’altra unità.
Il motore, presente sulla sola ALn 556 1202, è collocato al di sopra del carrello posteriore e risulta fortunatamente non troppo invasivo, andando a occupare la cabina (che è dunque priva di arredo), il vestibolo e una piccola parte dell’adiacente comparto viaggiatori.
Tramite vite senza fine e cascata di ingranaggi il moto viene trasmesso alle ruote, due delle quali dotate di cerchiature di aderenza in gomma, che conferiscono all’automotrice una discreta forza di trazione, sufficiente per trainare l’unità senza motore anche su tracciati acclivi (ovviamente entro certi limiti).
I carrelli sono realizzati in modo semplificato, cosa che non disturba affatto essendo occultati dalle carenature, mentre le vele delle ruote riproducono la conformazione di quelle reali, inoltre i cerchioni sono ripassati in bianco.
La verniciatura, nella classica livrea castano-isabella, è ben eseguita, buona la tonalità dell’isabella mentre quella del castano appare forse un po’ tendente al rosso, tuttavia risulta accettabile considerando che anche al vero erano osservabili differenze anche sensibili tra macchina e macchina.
Ben eseguite le marcature, in giallo con ombreggiatura rossa, e le varie scritte di servizio.
Purtroppo il prezzo di vendita esageratamente elevato (circa 270 euro la versione base, oltre 300 quella con decoder) non ha determinato un successo dirompente per questi modelli, tanto che ad oggi non sono state prodotte ulteriori nuove versioni, sebbene siano state annunciate già da tempo. Edit: nuove versioni consegnate ad agosto-settembre 2019.
“Littorine” FIAT ALn 556 Rivarossi – parte II: nuove versioni 2019
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