Locomotiva “Bayard” Rivarossi/Il Treno

Nel 1989 cadeva il 150° anniversario dell’inaugurazione della prima ferrovia “italiana” (che in realtà all’epoca si trovava nel Regno delle Due Sicilie), la Napoli-Portici, aperta, come è noto, nel 1839.

Per celebrare la ricorrenza Rivarossi, appoggiandosi alla ditta artigianale “Il Treno-Modellismo d’autore”, della quale curava la distribuzione, fa produrre la locomotiva a vapore “Bayard”, al vero terza unità entrata in servizio sulla Napoli-Portici.

La “Bayard” vista dal fianco sinistro – foto da ebay

Il modello, per l’esattezza, riproduce l’esemplare reale attualmente conservato presso il Museo di Pietrarsa che a sua volta è la riproduzione della primitiva “Bayard”, costruita dalle Officine FS di Firenze nel 1939, anno della ricorrenza del primo centenario della Napoli-Portici. Sul perché al vero sia stata ricostruita la “Bayard”, terza macchina consegnata, e non la “Vesuvio”, locomotiva che trainò il treno inaugurale, è presto detto: la “Bayard” era l’unica di cui erano ancora esistenti i disegni costruttivi originali, mentre quelli delle altre unità erano andati perduti.

La “Bayard” vista dal fianco destro – foto da ebay

La locomotiva, accompagnata dal suo tender, è in scala 0 (1:43,5) ed è di fattura artigianale, essendo realizzata interamente in metallo e ricca di dettagli. In particolare si fanno notare i comandi posti sulla parete posteriore del forno, il cui portello è realmente apribile come quello della camera a fumo, le ruote dai realistici bordini molto bassi (l’asse centrale ne è privo come al vero), i ganci di traino a catenella, tipici dei primi rotabili ferroviari ottocenteschi, l’elaborato parascintille sopra il camino o ancora le targhe di costruzione e riportanti il nome della macchina.

Vista frontale, con la camera a fumo aperta – foto da ebay
Dettaglio della piattaforma con i comandi – foto da ebay

Naturalmente, per le sue caratteristiche e per il suo prezzo (nell’ordine del milione di lire), è destinato all’esposizione statica più che all’esercizio su un plastico, nondimeno è motorizzato con un motore Faulhaber (classica motorizzazione da modello artigianale).

Dettaglio delle targhe di costruzione – foto da ebay

La confezione è costituita da una cassetta in legno simile, se vogliamo, a quelle utilizzate per i vini o liquori pregiati, recante sul coperchio tre targhette raffiguranti il logo del “Galletto” Rivarossi, quello de “Il Treno” e, al centro, una simil-targa di costruzione con il nome della macchina, il costruttore (Longridge & C.) e l’anno di costruzione (1839).

Il modello insieme alla sua confezione – foto da ebay

La produzione dichiarata è di 500 esemplari, tuttavia ne risulterebbero realizzati solo 118, inoltre, come si legge nel foglio di istruzioni accluso al modello, il produttore, sconfinando nella fantascienza, può fornire su richiesta la “certificazione notarile di produzione numerata”…

Attualmente questo modello può essere reperito, sebbene con qualche difficoltà dato il basso numero di esemplari prodotti, sul mercato dell’usato, a prezzi che oscillano intorno ai 2000 euro. Un esemplare è stato esposto in occasione della mostra sulla Rivarossi tenutasi nell’aprile del 2013 a Como.

Il modello esposto a Como nel 2013