Nei primi anni ’80 Rivarossi attraversa un periodo di grave crisi dalla quale si riprende solo verso la metà del decennio, cosicché i nuovi modelli annunciati in quel periodo vengono “congelati” per essere man mano ripresi in seguito, ma non sempre: così avviene per il carro a sponde alte serie Eaos in scala H0 (1:87), che, annunciato nel 1980, vedrà la luce solo nel 1984.
Il modello riproduce i carri Eaos di prima serie delle FS, caratterizzati dai montanti diagonali sulle fiancate e dalla bordatura superiore più sottile rispetto alle serie successive. Vengono consegnate due versioni FS, una con terrazzino (art. 2070) e una senza (art. 2101). La riproduzione è sostanzialmente ben fatta, ma con misure un po’ abbondanti rispetto alla scala 1:87 esatta, specie in altezza e in larghezza: siamo infatti nell’epoca di transizione dall’1:80 all’1:87 e, come già fatto per le coeve E632/633, si sceglie di realizzare il carro in scala “mista” in modo da potersi accostare senza evidenti stonature sia ai vecchi modelli in scala 1:80 sia a quelli più recenti in scala esatta.
Il terrazzino del carro 2070, al vero ospitante la manovella di comando del freno di stazionamento, lascia qualche dubbio, infatti, probabilmente per risparmiare sui costi di produzione, se ne adotta uno già in produzione per i carri Interfrigo, che non riproduce esattamente quello presente al vero sui carri Eaos. Sul carro 2101 invece è presente, su ciascun lato, il volantino di comando del freno di stazionamento, che però è leggermente sovradimensionato.
Apprezzabile la riproduzione dell’interno, con l’incisione delle porte sulle pareti interne (dettaglio non sempre presente sui modelli di carri a sponde alte) e il tavolato del pavimento sul quale sono visibili le chiodature di fissaggio e, finezza tipica di Rivarossi, persino le venature del legno.
Nel sottocassa è applicato un elemento a parte che riproduce i tiranti di irrobustimento del telaio e parte delle apparecchiature del freno: si tratta anche in questo caso di un pezzo già in produzione per altri modelli e non è del tutto conforme al prototipo reale, ma la cosa è senz’altro accettabile dato che nell’utilizzo normale non è in vista. I carrelli riproducono adeguatamente gli Y25 del prototipo reale e sul plastico il carro circola senza problemi.
La coloritura, nella tipica livrea rosso vagone, è ben fatta, così come le iscrizioni, tuttavia suscita qualche critica il logo FS “a losanga”, al vero inizialmente non presente su questa serie di carri; fortunatamente per Rivarossi, le FS lo introdurranno negli anni successivi, rendendo così i prototipi reali conformi al modello…
Parallelamente a quelle FS Rivarossi realizza anche le versioni appartenenti ad altre amministrazioni ferroviarie, purtroppo però, poiché lo stampo riproduce, come già detto, l’Eaos FS di prima serie, tali modelli non sono del tutto fedeli al vero, infatti gli Eaos di altre amministrazioni ferroviarie sono molto più simili a quelli FS delle serie successive, privi dei montanti diagonali sulle fiancate e con bordatura superiore più spessa. Sempre nel 1984 infatti troviamo in catalogo un carro delle ferrovie svizzere (SBB) in livrea grigia (art. 2415) e uno tedesco (DB, art. 2416),
seguiti l’anno successivo da analoghi carri delle ferrovie belghe (SNCB, art. 2417), austriache (ÖBB, art. 2418) e francesi (SNCF, art. 2419).
Nel 1987 viene presentato un secondo carro SNCF, ma adibito a trasporto sabbia (art. 2421) e caratterizzato da una mezza porta colorata in giallo, che a quanto pare rimane in produzione solamente per un anno.
Nel 1988 i carri FS senza terrazzino e DB vengono arricchiti da un carico di “rottami metallici” (trucioli di ottone, contenuti in una bustina allegata alla confezione) e cambiano codice articolo (2071 FS, 2422 DB).
Nel 1990 infine arrivano una nuova versione SNCF in livrea grigia con iscrizione SGW (art. 2423) e una olandese (NS) in livrea blu (art. 2424), mentre escono di catalogo tutte le precedenti versioni ad eccezione di quelle DB e FS, che ritroveremo fino al 1992: è comunque il canto del cigno in quanto questo modello, sebbene recente, a causa della sua scala abbondante e, non da ultimo, della presenza sul mercato di numerose riproduzioni di carri Eaos di altre marche e in scala esatta, è ormai precocemente invecchiato.
Nello stesso 1992 il carro DB viene inserito all’interno di una confezione (art. 0556) contenente anche una locomotiva E321 e un carro Interfrigo, oltre a binari e trasformatore: molto probabilmente Rivarossi deve smaltire le ultime scorte, infatti si possono trovare confezioni in cui il carro tedesco è sostituito da uno di altra amministrazione.
In conclusione una tabella di riepilogo delle varie versioni realizzate.
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