Nel 1989, forte del successo della E626 di 9 anni prima, Roco mette in produzione la locomotiva FS E636 in scala H0 (1:87). Fino ad allora l’unica riproduzione disponibile di questa importante e diffusa macchina (469 esemplari costruiti al vero tra il 1940 e il 1962) era l’ormai antiquato modello Rivarossi degli anni ’50 che, seppur rimaneggiato in epoca successiva, era ormai decisamente superato sia per le proporzioni troppo abbondanti (1:80 circa) sia perché un tale coacervo di errori e imprecisioni, come lo definì la rivista “I Treni oggi” in un editoriale nel 1985. Lima dal canto suo, per motivi incomprensibili, non aveva mai preso in considerazione la realizzazione dell’E636, pur potendo sfruttare parti di modelli già in produzione (E646 ed E424), con beneficio di costi.
Roco decide di riprodurre macchine di prima serie (001-108), tutte ambientate a partire dalla seconda metà degli anni ’80 e già con le modifiche attuate in quel periodo (ad esempio la ricostruzione del telaio sotto le cabine). Inizialmente vengono consegnate 4 numerazioni: tre nella normale colorazione castano-isabella (E636 055 – art. 43605, E636 088 – art. 43606, E636 091 – art. 43607), più la E636 080 in livrea sperimentale blu-grigio (art. 43608), quest’ultima in serie “limitata e irripetibile” (ma riproposta 25 anni dopo…).

La nuova E636 Roco si presenta subito come un modello di qualità: le casse, in plastica, sono ricche di dettagli riportati (corrimani, ghiere dei fanali, ganci e accoppiatori frontali ecc.). La colorazione è ben eseguita, anche se le tonalità risultano un po’ “cariche”, soprattutto sulle unità in castano-isabella .



La parte meccanica è il vero punto di forza di questa macchina e la rende un vero e proprio “mulo”, adatta ad un uso intensivo sul plastico: il telaio in metallo le conferisce un peso notevole (655 g), il motore, collocato al centro, aziona i carrelli estremi tramite alberi telescopici con giunti cardanici, viti senza fine e cascata di ingranaggi. Grazie a queste caratteristiche il funzionamento è molto regolare la forza di trazione elevata (due ruote, una su ciascun carrello, sono anche dotate di anelli di aderenza in gomma).




L’ottima fattura è purtroppo inficiata da un difetto non trascurabile nè facilmente rimediabile: i musi frontali della locomotiva infatti sono più larghi del dovuto di circa 2 mm, cosa che ne altera leggermente l’aspetto in quanto la rastrematura dei frontali è meno accentuata rispetto al vero. Altri difetti, meno gravi e più facilmente risolvibili, sono la “mutilazione” della parte inferiore dei panconi frontali, necessaria per non interferire con il sottostante gancio (montato su portagancio a norma NEM 362), cosa che comporta un posizionamento non del tutto fedele al vero delle condotte pneumatiche, la scarsa finezza di alcuni particolari come i corrimani (in plastica) e i pantografi, di produzione Sommerfeldt, anch’essi non molto fini e non riproducenti in modo adeguato i 42LR montati al vero. Un altro piccolo difetto è da segnalare sull’impianto elettrico: i cavetti a cavallo dello snodo centrale con l’uso tendono a rompersi, in tal caso è opportuno sostituirli con altri di sezione maggiore, più robusti, ma non troppo rigidi.





Nel tempo vengono prodotte nuove versioni, sempre della serie 001-108, tutte ambientate in epoca IV-V e in livrea castano-isabella o in quella semplificata tutto isabella, introdotta a partire dal 1990, o ancora in quella ibrida isabella con tetto castano visibile negli anni ’90 su qualche unità. In realtà non tutte le numerazioni sono perfettamente coerenti con lo stato dei prototipi reali: ad esempio alcune macchine al vero avevano le griglie di aerazione presso l’articolazione situate lato cabina AT e non lato corridoio come sul modello.
Ecco un prospetto riepilogativo di tutte le versioni prodotte, in ordine cronologico, da notare che in alcuni casi a numerazioni diverse corrisponde lo stesso codice articolo:
art. | anno di produzione | numerazione | livrea | deposito | note |
43605 | 1989 | E636 055 | castano-isabella | Trieste C.le | |
43606 | 1989 | E636 088 | castano-isabella | La Spezia | |
43607 | 1989 | E636 091 | castano-isabella | Roma S. Lorenzo | |
43608 | 1989 | E636 080 | blu-grigio | Verona S. Lucia | serie limitata |
43605 | 1990 | E636 045 | castano-isabella | Trieste C.le | |
43606 | 1990 | E636 064 | castano-isabella | Bolzano | |
43607 | 1990 | E636 019 | castano-isabella | Foggia | |
43604 | 1992 | E636 061 | isabella | Ancona | |
43605 | 1992 | E636 047 | castano-isabella | Roma Smistamento | |
43604.1 | 1998 | E636 085 | isabella | La Spezia | con boccole a rulli |
43604.2 | 1998 | E636 036 | isabella | Livorno | |
43605.1 | 1998 | E636 012 | castano (solo tetto)-isabella | La Spezia | |
43605.2 | 1998 | E636 017 | castano-isabella | Bologna S. Donato |
(dati ricavati da http://gamos81.altervista.org/)
Nel 2000 gli stampi vengono modificati per riprodurre macchine di seconda serie (in particolare della sottoserie 113-124) o di prima serie modificate, con coprigiunto sotto le cabine “a scalino”, e in quest’occasione verranno rifatti i frontali, ora con larghezza corretta: di queste ci occuperemo in seguito.
Nel frattempo le E636 di prima serie scompaiono dal catalogo Roco per riapparire una quindicina di anni più tardi, nel 2014, in versione (parzialmente) riveduta e corretta.
E636 Roco – parte II: 2ª serie (e 1ª modificata)
E636 Roco – parte III: ancora 2ª serie
E636 Roco – parte IV: la “Camilla”
E636 Roco – parte V: ritorno alle origini
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