Autori: F. Ogliari, P. Muscolino
Editore: Socimi – Milano – 1990
Pagine: 336
Si tratta di un volume “istituzionale”, edito per il Comune di Monza (molto probabilmente a spese dei cittadini…) in occasione delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’apertura della linea Milano-Monza, seconda tratta ferroviaria sul suolo italiano ad essere attivata nell’ormai remoto 1840, dopo la celebre Napoli-Portici aperta l’anno precedente.
Dopo l’immancabile prefazione, scritta in “politichese” da parte di varie “autorità” (di lì a poco coinvolte, a quanto pare, negli scandali di Tangentopoli…), viene brevemente ripercorsa l’evoluzione, o meglio l’involuzione, dei collegamenti su rotaia tra Milano e Monza, che fino al 1966 potevano contare, oltre che sulla ferrovia, anche su una tranvia, poi soppressa e sostituita da autobus (con tempi di percorrenza oggi improponibili per via del traffico stradale), in attesa del prolungamento della linea 1 della metropolitana di Milano da Sesto S. Giovanni a Monza, di cui si parla da 50 anni ma che molto probabilmente non vedrà mai la luce, almeno in tempi brevi.
La parte più corposa del libro racconta invece lo sviluppo dei trasporti pubblici in Italia dalle origini, cioè dalla nascita delle prime ferrovie (1839), seguendone man mano le vicende attraverso le varie fasi storiche, fino al capitolo conclusivo “Verso il terzo millennio” in cui si prospettano gli scenari plausibili per gli anni a venire. Previsioni in parte centrate e in parte totalmente disattese per il mutamento, e in generale il peggioramento, nel volgere di non molti anni, delle condizioni politiche, economiche e sociali a livello nazionale e globale. Pur essendo incentrato sulle ferrovie il libro tratta anche, sebbene in modo necessariamente sintetico, delle altre modalità di trasporto pubblico: tram, autobus, aerei e anche mezzi navali. Numerose le immagini a corredo del testo (tutte in bianco e nero), sia d’epoca, di grande interesse, sia di attualità, ma che oggi, a distanza di un quarto di secolo, possono ritenersi anch’esse “d’epoca”.
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