Qualche anno dopo la versione a due assi, Rivarossi mette in catalogo anche le carrozze “centoporte” FS a carrelli, in due varianti: una serie 58.400 a scompartimenti e una classica serie 36.000, al vero molto diffusa nonché universalmente nota come la “centoporte” per antonomasia. Si tratta di riproduzioni notevoli per l’epoca: la cassa ha caratteristiche analoghe alle carrozze a due assi in versione migliorata apparse nello stesso 1952 e riproduce correttamente la sequenza di porte e finestrini tipica delle carrozze vere mentre nella parte bassa sono presenti le predelle di salita (in metallo) lunghe quanto tutta la carrozza e con apposite sagomature in corrispondenza dei carrelli per consentirne la rotazione in curva. Sulle testate sono presenti i soffietti in gomma. Le dimensioni, come d’uso allora, sono in una scala più abbondante dell’H0 esatta (1:87). La cassa risulterebbe essere realizzata sin dall’inizio in termoplastica, che proprio in quegli anni stava rimpiazzando la bachelite, il telaio invece è in metallo. La marcatura inizialmente è realizzata tramite decals e successivamente per tampografia. Assente l’arredamento interno.
La prima versione della serie 36.000 (art. V Cz) è in catalogo a partire dal 1952: la carrozza è riprodotta nello stato degli anni ‘30-‘50, in livrea castano-isabella e con marcatura di terza classe (Cz 36.453), sulle porte inoltre sono incise in rilievo le cifre “III” in numeri romani, com’era in uso negli anni ’30.
Un paio di anni dopo arriva la carrozza serie 58.400, che inizialmente viene proposta in versione di sola seconda classe (art. V Bz, marcatura Bz 58.486), sempre in livrea castano-isabella e con caratteristiche costruttive del tutto analoghe alla 36.000 (tra cui le cifre in numeri romani incise sulle porte, questa volta “II” in quanto la carrozza è di seconda classe), della quale riutilizza il telaio. A dire il vero questa carrozza, a differenza della 36.000, può essere considerata, almeno in parte, di fantasia, in quanto si ispira a una serie di carrozze al vero a cassa in legno, facenti parte della famiglia delle “tipo 1910” e quindi differenti dal modello Rivarossi, le cui fattezze sono quelle delle carrozze a cassa metallica. Tra l’altro le unità serie 58.400 erano state ricavate negli anni ’30 dal declassamento di carrozze di prima classe (ex serie Az 18.887-19.024) e dopo il 1956 sono state convertite in prime classi, quindi la versione di sola seconda classe serie 58.400 non è mai esistita. Ad ogni modo le due fiancate della carrozza sono giustamente differenti, come al vero sulle 58.400, con una minore frequenza di porte e finestrini dal lato del corridoio. L’arredamento interno, come sulla 36.000, non è presente.
Nel 1962 viene cambiato il codice articolo: la V Bz diviene l’art. 2507 mentre la V Cz diviene l’art. 2508.
Per il resto non ci sono ulteriori variazioni, se non di qualche dettaglio minore.
Nel 1963 la 36.000 viene realizzata in versione semplificata (art. 42519), in livrea interamente castano e priva di marcature, ma nell’inedita versione con insegne della Croce Rossa (da applicare a cura dell’acquirente), destinata ad essere venduta nella “serie rr”, la serie economica di Rivarossi.
Nel 1965 anche la 58.400 entra a far parte della “serie rr” (art. 42507), che però dall’anno successivo scompare, mentre i due modelli, in questa veste, le sopravvivono ancora per qualche anno, come vedremo più avanti.
Il 1966 è foriero di novità per le due carrozze che, considerate ormai non più in linea con i nuovi standard qualitativi della casa, subiscono una serie di migliorie: gli stampi della cassa vengono rivisitati, con una maggiore definizione dei particolari, la riproduzione delle chiodature, l’applicazione di nuovi soffietti e l’eliminazione delle cifre “II” e “III” in rilievo sulle porte (sulle quali però rimangono dei piccoli rettangoli in rilievo). Il telaio metallico viene rimpiazzato da uno in plastica, cosa che comporta la scomparsa delle precedenti predelle di salita, sostituite da altre in plastica però non più continue ma interrotte in corrispondenza dei carrelli per consentirne la rotazione. I carrelli stessi vengono rifatti, con incisione più fine delle fiancate e dei pacchi molla. Infine viene introdotto l’arredamento interno, giustamente differenziato tra la 58.400 a scompartimenti e la 36.000 a salone. Le due carrozze così rinnovate vengono proposte nell’allora nuova livrea interamente castano e “riclassificate”: la 58.400 diviene mista di prima e seconda classe (art. 32507, marcatura ABz 58.408), mentre la 36.000 diviene di seconda classe (art. 32508, marcatura Bz 36.453). Per motivi non noti i ricaschi del tetto vengono colorati in castano come la cassa anziché in alluminio. Non è da escludere che nel periodo di transizione possa essere stato prodotto qualche esemplare con cassa, telaio e carrelli rinnovati ma ancora in livrea castano-isabella, come avvenuto per la versione a 2 assi.
Contemporaneamente però rimangono in catalogo le precedenti versioni semplificate (in livrea castano prive di arredamento interno e di marcature), senz’altro si tratta di modelli realizzati negli anni precedenti per la “serie rr”, della quale mantengono i codici articolo, e che Rivarossi continua a vendere fino ad esaurimento scorte: la 58.400 resiste fino al 1971 mentre la 36.000, sempre con le insegne della Croce Rossa da applicare a parte, arriva almeno al 1973. Su queste carrozze viene adottato il nuovo telaio in plastica (ma senza predelle), che però non si adatta perfettamente alla cassa, predisposta invece per il precedente telaio metallico, cosa che la rende troppo alta sui carrelli, anch’essi di nuovo tipo.
Dal 1969 le carrozze “rivedute e corrette” con cassa chiodata e arredo interno riprendono i precedenti codici articolo ante-1966 (2507 per la 58.400 e 2508 per la 36.000), per il resto mantengono la livrea castano, le marcature e tutte le altre caratteristiche di cui abbiamo già parlato prima.
In tale configurazione i due modelli attraversano tutti gli anni ’70 (con piccole modifiche interessanti i ganci) per approdare al 1981, quando ricevono la colorazione grigio ardesia con logo FS “a televisore”, al vero introdotta verso la fine degli anni ’60, con nuove marcature e nuovi codici articolo (rispettivamente ABz 58.406, art. 2581, e Bz 36.452, art. 2582) ma mantenendo erroneamente i ricaschi del tetto nello stesso colore della cassa anziché in color alluminio. Le versioni in livrea castano continuano comunque a rimanere in catalogo, con codici articolo invariati, mentre quelle in castano-isabella, per motivi ignoti, non saranno mai più riproposte.
Facciamo un passo indietro e torniamo al 1976: in quell’anno il negozio “La Modeltecnica” di Rovigo aveva già fatto produrre a Rivarossi, in esclusiva e in serie limitata, le carrozze in livrea grigio ardesia (art. 2523 la mista, marcata ABz 58.408, art. 2524 la seconda classe, marcata Bz 36.453, a cui si aggiungeva il bagagliaio Dz 95.423, art. 2525). Queste unità, che ovviamente non figurano in catalogo, si distinguono da quelle “ufficiali” (che sarebbero arrivate di lì a 5 anni) per le marcature, che ripropongono quelle delle versioni in castano, e per l’assenza dei loghi FS.
Nel 1986 a quelle finora viste vengono affiancate nuove versioni nella fino ad allora inedita livrea verde vagone, che le ambienta negli anni ’20-’30 (rispettivamente art. 2454, marcatura ABIz 58.402, e 2453, marcatura CIz 36.225).
Tutte queste versioni (castano, grigio ardesia e verde vagone), per quanto ormai obsolete, resistono in catalogo fino al 1992, quando vengono definitivamente messe in pensione grazie anche all’arrivo dei nuovi modelli Roco.
Nel corso degli anni, oltre che singolarmente, le “centoporte” sono state vendute anche all’interno di varie confezioni comprendenti, a seconda dei casi, locomotive, bagagliai, binari, trasformatore e accessori vari. In conclusione alcune tabelle di riepilogo con la cronologia delle varie versioni realizzate sia come carrozze singole sia facenti parti delle diverse confezioni.
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