É sempre piacevole visitare le esposizioni fermodellistiche e ammirare plastici a volte bellissimi e curati nei minimi dettagli. Nondimeno, e premesso che il modellismo ferroviario è un hobby che ciascuno può interpretare come meglio crede, dal semplice “giocare col trenino” alla più precisa e meticolosa riproduzione delle realtà ferroviarie, passando per una serie infinita di livelli intermedi, vogliamo qui evidenziare una piccola piaga che ricompare sistematicamente alle varie mostre: quella della veridicità delle composizioni dei convogli in circolazione sui plastici, che un po’ troppo spesso sembrano infischiarsene allegramente delle famose “tre unità aristoteliche”. Ora, senza scomodare il grande filosofo, il problema è che capita di vedere accostamenti di rotabili piuttosto arditi, che al vero risulterebbero improbabili o impossibili per ragioni tecniche o storiche: treni composti da veicoli che fanno a pugni tra loro per epoca di ambientazione o nazionalità, mezzi che nella realtà non hanno mai convissuto perché separati da anni o da decenni ma le cui riproduzioni in scala si incrociano tranquillamente sulla stessa linea quando non addirittura viaggiano all’interno dello stesso convoglio.
Non parliamo poi dei rotabili elettrici che si muovono tranquillamente su linee non elettrificate o che circolano sotto la linea aerea ma a pantografi abbassati, anche se in quest’ultimo caso la cosa può essere comprensibile in quanto da un lato non è sempre possibile realizzare una linea aerea meccanicamente perfetta, soprattutto sui plastici modulari destinati a continui smontaggi e rimontaggi, e dall’altro i pantografi, specie sui modelli di produzione recente, pagano la loro maggiore raffinatezza con un’eccessiva delicatezza e fragilità.
Se il pubblico generico non bada neppure a queste cose, gli appassionati con un minimo di conoscenza o di memoria storica non possono che storcere il naso di fronte a queste note stonate. Il problema inoltre si è appesantito negli ultimi anni per la sempre maggiore disponibilità di modelli di mezzi di varie epoche.
Un espediente per far convivere rotabili antichi e moderni, da dosare però con attenzione, potrebbe essere quello di simulare un treno storico, tuttavia anche in questo caso bisognerebbe assicurarsi che i mezzi “storici” sul plastico abbiano un loro corrispettivo al vero, dato che di molti gruppi non è stato conservato neppure un esemplare (esempio tipico le E444 con cabine originali, scomparse entro la primavera del 1996, che non possono certo coesistere con le E464, entrate in scena non prima del 1999-2000, e con i rotabili in livrea XMPR in genere, apparsi a partire dall’estate del 1996).
In ogni caso sarebbe bello se sui plastici presenti alle mostre si curasse meglio la coerenza storica e tecnica dei mezzi in circolazione, magari organizzando l’esercizio “per epoche”, anziché metterli in linea alla rinfusa e in modo acritico: sicuramente per il plastico sarebbe un valore aggiunto.
Ecco una rassegna di “strafalcioni” raccolti nell’ultimo decennio.
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