Carri Eaos FS 1ª serie – ATM

Dopo una lunga gestazione (se non andiamo errati erano stati annunciati intorno al 2018) e numerosi rinvii, con ogni probabilità dovuti ai ben noti problemi che hanno riguardato specie negli ultimi tempi molte delle case che si avvalgono per la produzione di terzisti cinesi, ATM ha finalmente consegnato a inizio luglio (2023) i modelli in scala H0 dei carri Eaos FS di prima fornitura.
Ricordiamo che questa serie di carri, entrata in servizio tra il 1972 e il 1974 in 900 esemplari, era suddivisa in tre sottoserie, la prima priva di freno di stazionamento (unità 530 0 000–299), la seconda con freno di stazionamento azionabile tramite volantino laterale (unità 532 0 000–299, 194 delle quali private in seguito del freno di stazionamento e rimarcate 530 3 100–293) e la terza con freno di stazionamento azionabile tramite volantino posto su una testata e accessibile attraverso un caratteristico ma scomodo terrazzino dotato di scalette (unità 532 5 000–299).

Un carro Eaos di prima serie al vero, con logo FS “a losanga” (Monza, 2/6/2009)

Ricordiamo anche che molte unità erano inserite nel parco carri “Europ” gestiti in comune dalle amministrazioni ferroviarie aderenti (regime di scambio “11”) fino alla sua cessazione nel 2002 e che tra il 2003 e il 2007 vari esemplari erano stati noleggiati alle Ferrovie Federali Svizzere e per l’occasione reimmatricolati nel parco SBB con numerazione 31 85 532 4 000–065 (per un primo lotto noleggiato a partire dal 2003) e 31 85 537 5 000–102 (per un secondo lotto noleggiato a partire dal 2006): a dire il vero tra questi erano compresi anche carri Eaos delle serie più recenti e non conosciamo i progressivi della marcatura assunti dai carri di prima serie, a parte l’unità 31 85 530 0 101-3 una cui foto compare sulla rivista “I Treni” n. 354.
Rimasti vittima delle entusiastiche “campagne demolendi” perpetrate da Trenitalia nel primo decennio degli anni 2000, che hanno visto la demolizione di decine di migliaia di carri, anche di recente costruzione, e, lato infrastruttura, il sistematico smantellamento, a cura di RFI, di quasi tutti gli scali merci allo scopo di ridimensionare notevolmente il trasporto merci su ferro a favore di quello su gomma, in ossequio alle direttive nazionali ed europee, gli Eaos di prima serie sono ormai scomparsi da molti anni, ricordiamo infatti di aver visto l’ultimo esemplare attivo nel 2012.

Il modello ATM è la prima riproduzione esatta e in scala H0 esatta di questi carri: infatti nel 1984 erano stati proposti da Rivarossi, che all’epoca era nella fase di transizione dall’1:80 all’1:87, con misure un po’ abbondanti (anche se non di molto), mentre una ventina di anni più tardi Roco li avrebbe realizzati come ricoloritura di carri tedeschi, affetti quindi da numerose discrepanze rispetto ai prototipi FS.

foto da trenietreni.it

In prima battuta ATM ha consegnato una confezione (art. CF 12.010) contenente i carri 31 83 530 0 022-3 e 11 83 530 0 058-1, entrambi appartenenti alla sottoserie con volantino laterale del freno di stazionamento e il secondo dei quali incluso nel parco “Europ” e con logo FS a losanga, dettagli che ne restringono l’ambientazione al periodo compreso tra gli anni ’90 e il 2002 (l’altro carro invece si può collocare senza grossi problemi in un arco temporale che ne abbraccia buona parte della carriera, dagli anni ’80 al primo decennio dei 2000).

La riproduzione, in plastica, è decisamente buona, con gli elementi tipici degli Eaos di prima fornitura tra cui il bordo superiore della cassa di dimensioni ridotte rispetto alle serie successive e i caratteristici montanti diagonali. All’interno è presente l’incisione delle porte, spesso trascurata nei modelli di carri a sponde alte, e del tavolato del pavimento, al vero in legno.
Alcuni particolari riportati, come i corrimani e le predelle alle estremità, sono in metallo, di buona finezza.

foto da trenietreni.it

Nel sottocassa sono visibili le travi di irrobustimento del telaio e le principali apparecchiature dell’impianto frenante (serbatoi, cilindri freno e tubazioni varie).
I carrelli riproducono il classico Y25, largamente diffuso sui carri merci, anche se, come incisione, ci sembrano un gradino più in basso rispetto al resto del carro, in particolare non sono bellissimi nè molto realistici i ceppi dei freni non complanari ai cerchioni, che ci ricordano un po’ i vecchi Lima di 40 anni fa.
I ganci, di tipo intercambiabile a norma NEM 362, sono montati su timoni di allontanamento. Il carro può circolare su curve di raggio ristretto, fino a 360 mm.

foto da trenietreni.it

La colorazione, nel semplicissimo schema rosso vagone, è sostanzialmente corretta, tuttavia le apparecchiature sottocassa sarebbero dovute essere nere. Alcuni dettagli come i chiavistelli delle porte e i “ganci di alaggio” sono ritoccati in giallo mentre i volantini del freno, che sarebbero dovuti essere anch’essi gialli, sono stati dipinti in rosso vagone; il tavolato del pavimento è invece ripassato in color legno. Le varie marcature e iscrizioni di servizio appaiono conformi al vero nella forma e nelle dimensioni. Come detto prima, il carro con logo FS a losanga non può essere ambientato in epoca precedente agli anni ’90: a tal proposito ricordiamo che il già citato modello Rivarossi degli anni ’80 era caratterizzato dal logo a losanga, suscitando qualche mugugno poiché al tempo non era presente sui carri reali.
Sicuramente una buona dose di invecchiamento e sporcatura, oltre ai giusti ritocchi di colore, gioverà molto all’aspetto di questi carri che, così come escono dalla scatola, appaiono troppo “nuovi”.

foto da treniantonini.com

La confezione costa 76 euro, ossia 38 euro a carro: non sono pochi (ricordiamo che fino a qualche anno fa a queste cifre o poco più era possibile acquistare carrozze) ma sicuramente meno rispetto a certe follie (50-60 euro e più a carro) viste recentemente.

In futuro ATM intende proporre, come si legge sul sito, “tutte le versioni di Epoca IV, V e VI”, per ambientazioni dagli anni ‘70 fino a fine carriera, tra cui probabilmente quelle con il terrazzino e – perché no? – quelle con immatricolazione SBB.