Carri tramoggia FS VFaccs – ATM

Annunciati nel 2018 e più volte rinviati per varie ragioni, sono stati finalmente consegnati da ATM i modelli in scala H0 dei carri tramoggia FS serie VFaccs/Faccs. Si tratta della prima riproduzione industriale di tali veicoli, dei quali finora esistevano solamente modelli di fattura artigianale. Per inciso, nel 2018 anche Os.Kar aveva annunciato la realizzazione dei “tramoggioni” VFaccs, di cui però a tutt’oggi non abbiamo notizia.

Al vero questi carri, adibiti al trasporto di pietrisco per la massicciata delle linee ferroviarie, sono entrati in servizio a partire dal 1977 e costruiti fino al 1995. Inizialmente classificati VEads (i primi 250 esemplari), poi VFaccs dagli anni ’80, a partire dai primi anni 2000 sono stati in buona parte rimarcati Faccs, senza la “V” che contraddistingueva i veicoli di servizio in quanto confluiti nel cosiddetto parco commerciale.

Nonostante le “campagne demolendi” entusiasticamente condotte negli ultimi 15-20 anni e che hanno decimato il parco carri FS-Trenitalia, con l’eliminazione di decine di migliaia di veicoli, anche di costruzione recente ma resi inutili dalle politiche di sviluppo del trasporto su gomma a scapito di quello su ferro, i (V)Faccs sono tuttora abbastanza diffusi, utilizzati ove siano in corso interventi di manutenzione al binario e trainati non solo da locomotive FS/Trenitalia/Mercitalia ma anche da macchine appartenenti alle imprese private di lavori.

In prima battuta ATM ha commercializzato una confezione (art. CF 12.002) contenente i carri 80 83 699-5 037-9 VFaccs e 80 83 699-5 038-7 VFaccs in livrea grigio cenere e privi di logo FS; è comunque in programma la realizzazione di ulteriori versioni, prima fra tutte quella con logo FS “a losanga”, prevista in consegna a fine novembre: ne riparleremo al momento opportuno.

foto da trenietreni.it

Il modello, prodotto in Cina, è in plastica e riproduce in modo adeguato l’aspetto del prototipo reale. I vari corrimani, parapetti e scalette posti sui terrazzini alle estremità sono in metallo, fattore che conferisce loro una buona finezza unita alla necessaria robustezza. Sempre sui terrazzini si possono apprezzare da un lato i leveraggi che azionano lo scarico della tramoggia e dall’altro, sotto la paratia di protezione, le apparecchiature del freno con serbatoi e tubazioni varie. Il parapetto del terrazzino su cui sono ubicati i leveraggi è dotato di lamiera battipiede, elemento al vero introdotto per ragioni antinfortunistiche a partire dal 2003.

foto da trenietreni.it

I gradini di accesso ai terrazzini sono invece in plastica, stampati insieme al telaio, e appaiono un po’ massicci, inoltre il supporto del gradino inferiore ci sembra inclinato verso l’esterno in modo più accentuato rispetto al vero: si tratta evidentemente di un compromesso necessario per evitare interferenze con la rotazione dei carrelli. Ad ogni modo tutto ciò, specie se il modello circola su un plastico, passa pressoché inosservato, inoltre tali gradini possono essere resi meno vistosi se dipinti in nero, come visibile su molti esemplari.

foto da trenietreni.it

La tramoggia è caratterizzata dai longheroni di sostegno e di rinforzo sulle pareti esterne e sulla sommità ed è riprodotta anche internamente, con la scaletta su una delle pareti oblique (che in realtà non è una scaletta ma un indicatore di livello del pietrisco), il fondo con le bocche di scarico e i due tiranti intermedi che collegano le pareti laterali (che però, stando ai disegni FS, dovrebbero avere la sezione a V rovesciata e non quadrata come sul modello).

foto da treniantonini.com

Sui fianchi del telaio saltano all’occhio i “ganci di alaggio” (utilizzati per ancorare il carro sulle navi traghetto in condizioni di mare agitato), dipinti in giallo, mentre nel sottocassa si trovano le portelle di scarico, ovviamente in posizione chiusa. I carrelli riproducono correttamente i classici Y25 adottati al vero su questi e molti altri tipi di carri europei.

Il modello è dotato di ganci di tipo intercambiabile a norma NEM 362 montati su timoni di allontanamento e, grazie anche alla sua lunghezza contenuta (12.240 mm al vero, corrispondenti a circa 141 mm in scala), può circolare su curve di raggio ristretto, fino a 360 mm.

foto da trenietreni.it

La coloritura, nella semplice livrea grigio cenere tipica dei carri di servizio FS, è eseguita in modo adeguato così come le iscrizioni, corrette nella forma e nelle dimensioni. L’aspetto è forse un po’ troppo pulito, come visibile solamente su un carro nuovo di fabbrica o appena revisionato, chi volesse incrementare il realismo e renderlo più “vissuto” potrà procedere con interventi di invecchiamento e sporcatura, dato che al vero, a livello estetico, questi rotabili sono tutt’altro che curati, visto anche l’impiego a cui sono adibiti. Il carro può inoltre essere caricato con ghiaietto (reperibile tra i prodotti commerciali), che consigliamo di incollare su un supporto in cartoncino, plastica o polistirolo da adattare alla tramoggia, in modo che possa essere eventualmente rimosso senza compromettere il modello.

foto da trenietreni.it

Sulla confezione è indicata erroneamente la collocazione in “Epoca III e IV”: erroneamente perché, stando alla norma NEM 814 I, l’Epoca III si è conclusa nel 1968, quindi circa una decina di anni prima dell’inizio delle consegne di questi carri, mentre per quanto detto prima l’ambientazione, a rigore, non può essere antecedente al 2003 ma non può neppure essere estesa troppo oltre dato che in quegli anni i VFaccs stavano passando al parco commerciale, riclassificati Faccs e con “82” come prima cifra della marcatura anziché 80. I prototipi reali sono stati consegnati nel 1988, alla fine dell’Epoca IVb, chiudendo quindi un occhio sulla presenza del battipiede sul terrazzino lato leveraggi i modelli possono essere ambientati in un arco temporale che va dalla fine degli anni ’80 ai primi 2000, dunque in piena Epoca V.

foto da trenietreni.it

Decisamente elevato il prezzo, la confezione da due unità infatti costa 120 euro, il che significa, se la matematica non è un’opinione, ben 60 euro a carro: ricordiamo che fino a non molto tempo fa questo era il prezzo medio delle carrozze passeggeri di produzione industriale. ATM finora si era contraddistinta per i prezzi dei suoi prodotti un po’ inferiori alla media, evidentemente lo scenario di “fine impero” in cui siamo costretti a vivere non aiuta in tal senso e restringe ulteriormente la già ristretta platea di potenziali acquirenti.

Carri tramoggia FS VFaccs ATM – parte 2