Quei carri che mancano…

In tema di riproduzioni di rotabili FS negli ultimi anni, almeno per quel che riguarda la scala H0, è stato realizzato di tutto e di più, e le varie case modellistiche, se non vogliono continuare a fare e rifare sempre gli stessi mezzi (vedi le locomotive articolate FS), cercano di scovare veicoli insoliti, magari esistiti in pochissimi esemplari, o comunque mai presi in considerazione da altri produttori.

É vero che vi sono delle notevoli lacune sia per quanto riguarda i rotabili appartenenti ad epoche passate, in particolare il trifase e, in parte, il vapore, sia per quelli più recenti come i vari elettrotreni e autotreni per servizi regionali (TAF, Pop, Rock, Swing ecc.); si tratta però di mezzi complessi o composti da più vetture (nel caso degli elettrotreni) la cui riproduzione in scala richiederebbe – così ci raccontano – investimenti importanti per la progettazione e per l’allestimento degli stampi e che, dato il particolare momento di crisi che dura solamente da un trentennio, non ci si sente di affrontare (chi si ricorda del TAF annunciato da ViTrains quasi una quindicina di anni fa o della E554 Rivarossi?), inoltre i modelli avrebbero “ovviamente” un prezzo pazzesco e le vendite, in un mercato di estrema nicchia e in continua contrazione come quello fermodellistico, sarebbero alquanto scarse (secondo queste belle teorie però l’ETR 610 o il recentissimo ICE 1 DB Lima Expert, in confezioni da 4 elementi venduti al prezzo di una singola locomotiva, non dovrebbero esistere…)

Parliamo allora di carri merci, rotabili generalmente semplici, realizzabili senza troppo sforzo, da acquistare in più esemplari e che potrebbero riscuotere un buon successo.

Al vero negli anni sono state realizzate numerosissime tipologie di carri, specie nelle epoche passate in cui esistevano carri specifici per ogni genere di merce, mentre in tempi recenti, con lo sviluppo dell’intermodalità, il carro merci si è in molti casi evoluto, o meglio involuto, in un semplice telaio su cui montare di volta in volta il contenitore adatto alla merce da trasportare.

Chiaramente è impossibile la riproduzione di tale e tanta varietà, specie quando si tratta di rotabili non unificati e con caratteristiche peculiari, ad ogni modo, rimanendo nell’ambito dei carri immatricolati presso le FS (sia appartenenti all’azienda statale sia privati), ci piacerebbe proporre la realizzazione di alcuni veicoli di cui ad oggi non è disponibile, a livello industriale, alcun modello e che, a nostro avviso, potrebbero suscitare un certo interesse purché non ci si faccia prendere dalla smania dell’iperdettaglio e purché il prezzo di vendita rimanga a livelli “umani” e non folli come visto recentemente (50-60 e più euro per singoli carri).

Ognuno ha i suoi carri preferiti, qui ne vogliamo proporre quattro tipi, scelti in base al gusto personale e alla semplicità realizzativa, essendo costruttivamente tutt’altro che complessi.

Iniziamo, per i cultori delle Epoche II e III, con una caratteristica cisterna per trasporto di vino, costituita da un telaio su cui è fissata una coppia di serbatoi in cemento. Carri di questo tipo, realizzati a partire dalla metà degli anni ’30 e poi subito dopo la guerra, sono stati in uso fino agli anni ’60.

Carro Mvd 595.750 di proprietà della ditta A. Citterio di Monza, ancora esistente nel 1996

Ricordiamo che a suo tempo erano stati riprodotti sin dagli anni ’50, con tutti i limiti del caso, da Pocher (art. 153A, poi 153B e 153C, infine sotto la gestione Rivarossi come art. 554/2PO) e da Lima (art. 2003).

Modello Pocher del carro con cisterne in cemento per trasporto vino , art. 153C – foto da Subito.it
Lo stesso carro nell’interpretazione di Lima, art. 2003 – foto da ebay

Un secondo carro a nostro avviso interessante e d’effetto è il pianale Vsal per il trasporto di sale ferroviarie, ambientabile in un lasso di tempo piuttosto ampio (ricordiamo di averne visto qualcuno in servizio fino a una dozzina di anni fa e diversi esemplari sono ancora presenti all’interno di vari impianti manutentivi di Trenitalia). Anche qui si tratta di un carro “essenziale”: un telaio su cui sono collocate le rotaie e le selle per l’appoggio delle sale.
Modelli di questo tipo sono stati realizzati da artigiani, a prezzi non certo popolari, ma mai a livello industriale.

Carro Vsal (Vicenza, 5/2012)

Tra i carri chiusi si potrebbe fare un pensiero ai Gbs al vero costruiti al principio degli anni ’70 per conto dell’Istituto Nazionale Trasporti, di cui riportavano il logo sui portelloni, e rimasti in servizio almeno fino agli anni ’90 (alcuni passati alla Omnia Express). Sono rotabili poco noti ma ottenibili facilmente dai Gbhs di prima serie dei quali anche al vero riprendevano il progetto, differenziandosene per la mancanza degli aeratori bassi sulle testate e sulle fiancate (al cui posto era invece presente un pannello con montante diagonale) e per i portelloni costituiti da tre pannelli anziché due.

Carro Gbs dell’Istituto Nazionale Trasporti (Messina, 8/1992)

Questi carri erano stati realizzati negli anni ’90 da Laser, in resina, anche con insegne Omnia Express.

Modello Laser del carro Gbs INT, qui con insegne Omnia Express (foto da ebay)

Chiudiamo con l’Hbillns, un carro a due assi a pareti scorrevoli abbastanza diffuso a partire dagli anni ’80, circolante ancora oggi (anche se ormai in corso di dismissione) e declinabile in diverse versioni, essendo stato costruito in due serie leggermente differenti tra loro e con l’ulteriore variante dei 10 esemplari di prima serie dotati di aeratori sulle pareti laterali.

Carro Hbillns di seconda serie (Messina, 8/2013)

Questo carro era stato realizzato a metà degli anni ’80 da Electrotren, la riproduzione appare però un po’grossolana e differente in vari dettagli dal prototipo FS, essendo stati utilizzati gli stampi di un analogo modello spagnolo.

Modello Electrotren del carro Hbillns, art. 1486 – foto da trenietreni.it

In tempi più recenti è stato proposto in kit da Safer/Ferfyx e ancora oggi disponibile presso Lineamodel, ma non guasterebbe una sua produzione a livello industriale.

Modelli in kit dei carri Hbillns di Safer/Ferfyx – foto da lineamodel.it