“Minuetto” ViTrains – parte I: Trenitalia ME

Nel 2005 ViTrains, che aveva appena iniziato la propria attività, decide di debuttare con il modello in scala H0 di un rotabile anch’esso agli esordi, ossia l’allora nuovissimo convoglio “Minuetto” che Trenitalia, seguita poco dopo da alcuni operatori ferroviari regionali (GTT, FCU, FAS, LFI/TFT, Trentino Trasporti), stava immettendo in servizio nell’ambito di un programma di rinnovamento del parco destinato ai servizi regionali, specie su relazioni a scarso traffico.

Si trattava certamente, nel panorama ferroviario italiano, di un rotabile innovativo, con caratteristiche esteriori quasi tranviarie, costituito da un complesso articolato a tre casse su quattro carrelli e declinato sia in versione elettrica che in versione Diesel. Giusto per complicare le cose, la marcatura di questi mezzi, di fatto elettrotreni o autotreni, non utilizza le sigle ETR o ATR, come sarebbe logico pensare (si sa però che “dove finisce la logica inizia la ferrovia”), ma le casse di estremità sono classificate come elettromotrici o automotrici mentre quella intermedia come rimorchiata, utilizzando la stessa numerazione tanto per la versione elettrica che per quella Diesel: i convogli elettrici infatti sono classificati ALe 501-Le 220-ALe 502, quelli Diesel ALn 501-Ln 220-ALn 502.

Ciascun complesso poi, per semplicità, è identificato dalla sigla ME, se elettrico, o MD, se Diesel, seguito da un numero progressivo, che ovviamente è lo stesso per le due versioni: abbiamo così, ad esempio, il convoglio elettrico “ME001”, composto da ALe 501 001+Le 220 001+ALe 502 001, e il convoglio Diesel “MD001”, composto da ALn 501 001+Ln 220 001+ALn 502 001. Ma non è finita qui, perché le ferrovie regionali, pur mantenendo la marcatura delle singole casse nei gruppi ALe/ALn 501-502 e Le/Ln 220, classificano i convogli elettrici con sigle varie (ETT, ETR, TTR, TRU), mentre quelli Diesel, acquistati solo da Trentino Trasporti, sono identificati come “MD-Tn”

Ricordiamo che la denominazione “Minuetto” è esclusiva di Trenitalia, mentre i convogli acquistati dalle imprese ferroviarie regionali hanno soprannomi diversi (“Elfo” per LFI, “Pinturicchio” per FCU, “Lupetto” per FAS, “Orsetto” per Trentino Trasporti, che però riportano ancora il logo “Minuetto” sulle fiancate perché sono stati acquistati nell’ambito del contratto di Trenitalia).

ViTrains nel tempo ha riprodotto tanto i “Minuetti” elettrici quanto quelli Diesel, oltre ai loro omologhi degli operatori regionali: per non fare troppa confusione inizieremo a parlare delle versioni elettriche Trenitalia, poi passeremo a quelle Diesel, infine tratteremo i convogli non Trenitalia, tanto elettrici quanto Diesel.

Il primo modello realizzato, consegnato nella seconda metà del 2005, riproduce un convoglio a trazione elettrica, il “Minuetto” ME30, composto da ALe 501 030, Le 220 030 e ALe 502 030 (art. 1001), nei colori XMPR con cui questi treni al vero sono entrati in servizio e con i loghi FS-Trenitalia verde-blu in uso allora.

ME030 – foto da ebay

Le casse sono in plastica, le forme del mezzo sono ben riprodotte e diversi sono i dettagli sia stampati sia riportati (alcuni da montare a cura dell’acquirente) tra cui spiccano i vari cassoni delle apparecchiature sul tetto o i ganci automatici sulle testate. I pantografi monobraccio, sul tetto della cassa centrale, sono di produzione Sommerfeldt, ma la loro finezza lascia un po’ a desiderare.

Purtroppo le casse non sono state concepite come pezzi unici ma suddivise in due parti separate, infatti la zona bassa (corrispondente alla porzione colorata in verde) è un elemento a sé stante e le due parti sono fissate tra loro con i soliti, maledetti, incastri unidirezionali: in pratica la concezione è la stessa di quella delle “Tartarughe” Lima (un caso? Crediamo di no, data la parentela che lega ViTrains alla vecchia Lima) e anche qui lo smontaggio è oltremodo difficoltoso e la possibilità di fare danni, più che una possibilità, è una certezza.

Data la lunghezza del mezzo (circa 60 cm), i tre elementi sono inseriti separatamente nella confezione, l’allestimento del convoglio comunque non presenta eccessive difficoltà, bisogna però fare attenzione agli spinotti che connettono l’impianto elettrico tra un rotabile e l’altro e che montaggi e smontaggi ripetuti potrebbero danneggiare.

ME030 – foto da ebay

I vetri, ben a filo cassa, hanno un realistico effetto fumé (su quelli delle cabine sono stampati i tergicristalli) e attraverso di essi si possono scorgere gli interni, riprodotti in modo abbastanza semplificato e solo sulla ALe 501 e sulla Le 220, mentre la ALe 502 è “cieca” dato che al suo interno è presente la meccanica: ciò ha suscitato diverse critiche e in effetti si sarebbe potuto studiare una soluzione differente e più innovativa che occultasse, per quanto possibile, le parti meccaniche al di sotto della fascia dei finestrini. Inoltre alcuni cavetti colorati sono ben visibili attraverso i vetri: anche qui si sarebbe potuto fare qualcosa in più per farli passare in zone nascoste alla vista.

Le carene frontali sono fissate al telaio tramite viti, rimane però una fessura tra le parti che risulta abbastanza vistosa per via della colorazione bianca di questa zona (anche al vero comunque le carene sono applicate a parte). Su questa prima versione non è previsto alcun tipo di aggancio per realizzare convogli composti da due unità accoppiate (come avviene al vero in molte occasioni), tale possibilità sarà però introdotta in tempi successivi.

dettaglio della ALe501 030 – foto da ebay

I carrelli sono riprodotti in modo sostanzialmente corretto ma non sono iperdettagliati come si usa oggi, scelta senz’altro condivisibile specie per l’utilizzo sul plastico, dove è facile perdere pezzi per strada. Quelli intermedi incorporano anche i mantici di intercomunicazione che si innestano su un meccanismo a glifo, concettualmente simile a quello dei timoni di allontanamento dei ganci NEM, per consentire la circolabilità su curve di raggio ristretto (fino a 360 mm); in tal caso però, data la limitata estensione dei mantici, questi non arrivano a coprire l’intero spazio tra due casse sul lato esterno della curva, con effetto estetico non proprio entusiasmante, del resto se si fossero adottati mantici di maggiore lunghezza sarebbero rimasti visibili attraverso gli adiacenti finestrini quando il convoglio viaggia in rettilineo.

La meccanica, come accennato precedentemente, è alloggiata all’interno dell’ALe 502, il cui telaio metallico (gli altri elementi lo hanno in plastica) ospita il motore a 5 poli che, tramite albero con snodi cardanici, vite senza fine e ingranaggi, aziona il carrello anteriore. Il funzionamento è regolare e grazie alla presenza di due ruote con cerchiature di aderenza in gomma la forza di trazione è piuttosto buona, tuttavia le lamelle prendicorrente, che strisciano su tutte le 16 ruote del convoglio, generano un attrito non indifferente anche perché sono piuttosto rigide e premono troppo (problema tipico di molte produzioni ViTrains): per migliorare la situazione occorre mettervi mano per allentarne la pressione e magari ridurre i punti di captazione a non più di 3 o 4 ruote per lato (8 per lato sono veramente eccessive) eliminando o semplicemente piegando alcune lamelle in modo tale che non tocchino più le ruote, il modello funzionerà ugualmente bene e la meccanica ne trarrà giovamento in termini di usura e prestazioni.

L’impianto elettrico prevede una “linea treno” con i già citati spinotti che connettono una vettura all’altra; su questa prima versione è presente la presa per il decoder secondo il vecchio standard a 8 pin e non è prevista l’illuminazione interna ma solo quella dei fanali, tramite LED.

Dettaglio della Le 220 030 con lo spinotto dell’impianto elettrico – foto da ebay

La decorazione è ben fatta e le tonalità appaiono fedeli al vero così come i vari loghi e le numerose iscrizioni. Chi volesse poi potrà applicare sulle fiancate gli stemmi della Regione a cui il treno è assegnato (nella confezione sono fornite decals riproducenti gli stemmi di varie regioni).

Il prezzo sin da subito è decisamente sostenuto ed è pari a ben 280 euro, corrispondenti, secondo le rivalutazioni ISTAT, a poco meno di 400 euro attuali, che vengono digeriti con la motivazione del “made in Italy” in un’epoca in cui la corsa alle “delocalizzazioni” verso la Cina è nel suo pieno fulgore. Il “Minuetto” riscuote comunque un buon successo e un certo apprezzamento negli ambienti fermodellistici.

Nel 2009 viene realizzato il convoglio ME074 (art. 1039), identico al precedente a parte la marcatura.

ME074, art. 1039 – foto da laborsadeltreno.com

Tre anni più tardi, nel 2012, viene proposto il “Minuetto” ME079, sempre in livrea XMPR ma in versione non motorizzata (art. 1075): è in questo periodo infatti che la casa introduce la possibilità di accoppiare due convogli, sfruttando per l’aggancio la vite di fissaggio della carena anteriore.

ME079, art. 1075 – foto da pagina Facebook Navitren

Nel 2014 è la volta delle unità in livrea tricolore “Leonardo Express” che al vero avevano soppiantato alla fine del 2011 le composizioni di E464 e carrozze X ristrutturate nei servizi tra Roma Termini e l’aeroporto di Fiumicino (a loro volta sostituite dai “Jazz” ETR425 dal 2015): viene prodotto sia un convoglio motorizzato, il ME008 (art. 1082), sia uno senza motore, il ME023 (art. 1083), in modo da poter realizzare la composizione con due complessi accoppiati normalmente utilizzata.

ME008, art. 1082 – foto da ricardo.ch

Nel 2017 viene riproposto il convoglio ME079, questa volta dotato di motorizzazione (art. 1075M), a cui si aggiunge il ME073 (art. 1100 e 1700 in configurazione DCC Sound) nella nuova livrea dei servizi regionali Trenitalia, introdotta a partire dal 2014.

ME073, art. 1100 – foto da ebay

Dopo di ciò il nostro “Minuetto” scompare dai radar per ben 7 anni per riapparire solo nei primi mesi del 2024 con due nuove versioni che ricalcano, numerazione a parte, quelle del 2017, ma con l’introduzione di alcuni aggiornamenti tecnologici come l’interfaccia per il decoder secondo lo standard Plux22 e l’illuminazione interna: abbiamo così il ME088 nella nuova colorazione regionale Trenitalia (art. 1144 e 1744 DCC Sound) e il ME052 in livrea XMPR, ancora con loghi FS-Trenitalia verde-blu (art. 1146 e 1746 DCC Sound).

ME088, art. 1144 – foto da 2tmodellismo.it

I prezzi sono sempre sostenuti, ma in proporzione sono scesi, come è giusto che sia, rispetto a quelli del 2005 (del resto gli stampi hanno quasi 20 anni…): in configurazione analogica infatti il “Minuetto” costa “solo” 350 euro, fuori controllo invece, come di consueto, quello DCC Sound, che tocca i 470 euro.

Da sottolineare che ad oggi non è mai stata presa in considerazione la versione nei colori XMPR ma con logo FS-Trenitalia verde-rosso, ambientabile a partire dal 2008.

ME058 in livrea XMPR con loghi Trenitalia verde-rosso, versione finora mai prodotta (Messina, 24/8/2013)

“Minuetto” Vitrains – parte II: Trenitalia MD
“Minuetto” Vitrains – parte III: ferrovie regionali