“Pendolino” Lima/Rivarossi – parte I: ETR 480

Negli anni ’90 le ferrovie italiane sono pervase da un’aura di entusiasmo per il rinnovo del parco rotabili e in particolare dei mezzi destinati ai servizi di punta come le locomotive E402 A e B, gli ETR 500 e i “Pendolini” di nuova generazione ETR 460 ed ETR 480, a cui si aggiungono gli ETR 470 della neocostituita società Cisalpino per i servizi verso la Svizzera e la Germania. Tutti mezzi che alla prova dei fatti si sarebbero dimostrati assai inferiori alle aspettative a causa dell’inesperienza dei costruttori nel settore degli azionamenti elettronici, che ha portato a scelte progettuali discutibili o ad eccessive e inutili complicazioni, e dell’inaffidabilità intrinseca della componentistica dell’epoca, tant’è che oggi, dopo circa un quarto di secolo, quegli stessi mezzi, se non sottoposti a rinnovamenti radicali come nel caso delle E402A (trasformate in E401), tirano stancamente a campare barcamenandosi tra un’elettronica ormai da museo e la conseguente carenza di ricambi.

Ad ogni modo all’epoca il fervore del mondo reale investe anche quello modellistico e in particolare Lima che, in preda all’entusiasmo, o meglio al delirio, nel 1995 annuncia la produzione, in scala H0 (1:87), di E402A, ETR 500 ed ETR 460. Se la prima, dopo una travagliatissima gestazione, riuscirà a vedere la luce solo dopo un decennio e il secondo lo stiamo ancora aspettando, solamente il terzo arriverà in porto, o meglio “in stazione”, a fine millennio, non prima però di avere in parte mutato pelle: non più l’ETR 460 ma i suoi parenti più prossimi, cioè l’ETR 480 FS e l’ETR 470 Cisalpino nel frattempo entrati in servizio e più tardi l’ETR 460 P.
Onde evitare confusione, tratteremo questi modelli per tipologia: in questa prima parte vedremo l’ETR 480, seguirà l’ETR 470, infine l’ETR 460 P.

A fine 1998 viene dunque commercializzata una confezione, contenente 4 elementi, relativa all’ETR 480 35 (art. L149701 con carrozze estreme ETR 480 005 BAC ed ETR 480 055 BAC, intermedie ETR 480 205 BB e ETR 480 605 BB).

I 4 elementi dell’ETR 480 35 della confezione art. L149701 – foto da ebay

Stando ai cataloghi, è prevista anche la realizzazione delle versioni con decoder, con alimentazione in corrente alternata sistema Märklin e con decoder per alimentazione in corrente alternata (rispettivamente art. L159701, L189701AC, L179701).

Poco dopo vengono consegnate le carrozze aggiuntive per completare la composizione, al vero di 9 unità, e contenute in due confezioni: in particolare abbiamo le carrozze ETR 480 505 RH ed ETR 480 305 RA (art. L149947) più le ETR 480 405 RB, ETR 480 620 BB ed ETR 480 105 BA (art. L149948).

Carrozze della confezione art. L149947 – foto da laborsadeltreno.com
Carrozze della confezione art. L149948 – foto da laborsadeltreno.com

A questo punto riteniamo utile una breve digressione sulle composizioni degli elettrotreni ETR 460, 470 e 480: al vero sono formati da nove pezzi raggruppati in tre “unità di trazione” costituite ciascuna da tre elementi, uno motorizzato di tipo BA, con gruppo statico per l’alimentazione dei servizi ausiliari, uno di tipo BB, sempre motorizzato e su cui è montato il convertitore di trazione, e uno di tipo R (rimorchiata) non motorizzato. A seconda della dislocazione all’interno del convoglio ciascun elemento è allestito in modo specifico: la prima unità di trazione ha posti di prima classe e, sugli ETR 460 e 480, attrezzaggio per invalidi sull’elemento R (classificato quindi RH, RA sugli ETR 470), la seconda unità di trazione ha posti di seconda classe sulle BA (con attrezzaggio per invalidi sull’ETR 470, da cui la classificazione BAH) e BB e ambiente bar/ristorante sulla rimorchiata (marcata RB), la terza unità di trazione ha posti di seconda classe sia sulle BA e BB sia sull’elemento R (marcato RA), infine le vetture estreme della prima e della terza unità di trazione, di tipo BA, hanno ovviamente la cabina di guida (da cui la designazione BAC). Dunque, come abbiamo visto, ogni vettura è allestita in modo differente dalle altre, solo le BB di seconda classe sono uguali, a parte il fatto che su quella dell’unità intermedia avviene l’incrocio delle linee seriali del treno (da cui la designazione BBLT che si può trovare sulla documentazione tecnica ma non adottata nella marcatura ufficiale). Teoricamente un ETR potrebbe essere composto da due sole unità di trazione per un totale di 6 elementi, in pratica però questi treni hanno sempre viaggiato nella composizione completa di 9 pezzi.
Per maggiore chiarezza riportiamo una tabella con le composizioni degli ETR 460, 470 e 480 allo stato d’origine: sottolineiamo quest’ultima asserzione dato che nel tempo, per varie ragioni, vi sono stati passaggi di carrozze tra alcuni convogli, ad esempio, nel caso degli ETR 470, nei primi anni 2000 le BAC di seconda classe sono state scambiate tra il treno 3 e il treno 7 mentre nel 2011 le unità di trazione di testa (prima classe) dei treni 6 e 7 sono state anch’esse scambiate, tanto che alla fine il treno 7 è divenuto un collage di elementi provenienti da tre diversi treni.

Tutto questo per dire che facendo circolare questi ETR su un plastico o esponendoli in vetrina è necessario, se si vuole essere aderenti alla realtà, comporre il treno in modo preciso, con ciascun elemento al posto giusto, e soprattutto rispettare la configurazione di 9 pezzi, anche se questo, immancabilmente, comporta una lunghezza totale del convoglio di quasi 3 metri, spazio non sempre disponibile sui normali plastici casalinghi.

Tornando ai modelli, la loro realizzazione si presenta piuttosto accurata e le forme, peraltro lineari e pulite, dei prototipi reali, sono rese in modo adeguato. Per le casse si è utilizzato lo stesso stratagemma già sperimentato anni prima sulle E646: sono infatti in plastica trasparente, con effetto fumé, in modo da ottenere automaticamente i vetri perfettamente a filo.

Vista laterale degli elementi dell’ETR 480 35 della confezione art. L149701 – foto da ebay

Anche le carenature nella parte bassa sono in plastica e su di esse sono incisi i numerosi sportelli e griglie di aerazione. Sul tetto troviamo i vari elementi presenti sul treno reale ove previsti: i pantografi, di tipo 52 con strisciante piano, sulle BAC, le gabbie di protezione dei reostati di frenatura e, in corrispondenza delle testate, i cavi di connessione dei circuiti elettrici, ovviamente interrotti tra una carrozza e l’altra per non intralciare la circolazione del convoglio.

Sulle unità con cabina sono poi presenti ulteriori particolari come i fischi (da montare a cura dell’acquirente), mentre i tergicristalli sono stampati sui vetri, con effetto comunque abbastanza buono. Al vero hanno la stessa particolarità che abbiamo già evidenziato parlando delle carrozze pilota Z1A ACME: quando il banco di guida è abilitato si dispongono verso le estremità del vetro, quando invece è disabilitato si posizionano al centro. Lima li ha riprodotti nella posizione corrispondente al banco abilitato, scelta a nostro avviso più che condivisibile: è vero che la cosa risulta incoerente sull’unità di coda, ma si può sempre ipotizzare un guasto, d’altronde è impensabile realizzare un modello su cui i tergicristalli cambino disposizione a seconda del senso di marcia. I fanali, al vero costituiti ciascuno da un gruppo ottico comprendente il faro bianco, quello rosso e, solo a sinistra, il fanalino verde, sono riprodotti in modo accettabile ma il suddetto fanalino verde è stato misteriosamente dimenticato.

Elemento di testa ETR 480 005 BAC – foto da ebay

I carrelli non sono malvagi anche se meritano un minimo di sporcatura per eliminare l’effetto della plastica nuda non verniciata che ne sminuisce il realismo.

I mantici di intercomunicazione sono forniti in configurazione completa, con una finestra per il passaggio del gancio modellistico che però limita la circolabilità a tratti in rettilineo o in curva di ampio raggio (allargando tale finestra è però possibile scendere a circa 450 mm di raggio), mentre per far circolare il modello su curve più strette (fino a 360 mm) è possibile montare i mantici ridotti, privi della parte bassa, che consentono l’escursione completa dei ganci. Questi ultimi, come di moda in quegli anni in casa Lima (vedi ad esempio le ALn 668) sono di tipo non standard e non intercambiabile e dotati di timoni di allontanamento.

Gli interni sono riprodotti in modo semplificato con un elemento unico in plastica per ogni carrozza e sulla motrice sono parzialmente sacrificati per lasciare spazio alla meccanica. La cosa non si nota più di tanto grazie al colore scuro dei vetri, tuttavia non sarebbe stata una cattiva idea realizzare alcune tendine chiuse o semichiuse, come fatto dalla stessa Lima su altri modelli più o meno coevi (ALn 668, ALe 601 ecc.).

Dettaglio della ETR 480 205 BB – foto da ebay

La coloritura è eseguita in maniera più che buona, con tonalità fedeli al reale e con scritte e loghi corretti nella forma e nelle dimensioni, solo i loghi FS (XMPR 1° tipo) hanno le quattro parti che li compongono un po’ troppo distanziate tra loro, cosicché la “F” che vanno a formare risulta un po’ massiccia. Apprezzabili, tra le altre cose, i pannelli indicatori (al vero a cristalli liquidi) tampografati su alcune porte, i loghi “Giugiaro design” e i pittogrammi “Eurostar Italia”.

La meccanica, collocata sulla BAC di prima classe, è di concezione tradizionale: telaio metallico, motore a 5 poli in posizione centrale e trasmissione articolata con snodi cardanici che, tramite viti senza fine e ingranaggi, aziona tutti e 4 gli assi. Due ruote sono dotate di cerchiature di aderenza in gomma, la forza di trazione di conseguenza risulta abbastanza elevata, sufficiente per trainare senza grosse difficoltà il convoglio completo di 9 pezzi. Con il senno di poi, per avere un migliore comportamento dinamico sarebbe forse stato meglio motorizzare una delle carrozze centrali, come fatto in tempi più recenti sull’ETR 450 Rivarossi.
L’impianto elettrico è costituito da un circuito stampato molto semplice, senza le miriadi di componenti SMD a cui siamo abituati oggi, a cui fanno capo i cavetti che convogliano la corrente dalle lamelle che strisciano sulle ruote fino al motore e per l’illuminazione dei fari e su cui troviamo una primordiale presa a 6 poli per il decoder e il deviatore che consente di selezionare la presa di corrente dal binario o dalla linea aerea.
Anche la BAC di seconda classe è dotata di prese di corrente per l’illuminazione dei fanali, manca comunque una “linea treno”, come invece si ritrova su modelli recenti, che consentirebbe alcune funzionalità aggiuntive come l’illuminazione interna dell’intero treno o la presa di corrente selettiva dall’unità di testa, a costo però di una maggiore complessità dell’impianto elettrico e soprattutto degli agganci, con spinotti multipolari delicati e non sempre affidabili.

Grazie alla notorietà dei treni veri l’accoglienza negli ambienti fermodellistici è positiva, con il prezzo però si inizia un po’ a strafare: la confezione base di quattro elementi infatti costa quasi mezzo milione di lire. É l’epoca della vergognosa e, alla lunga, autolesionista politica dei prezzi liberi, dove la “libertà” consiste in una continua corsa al rialzo… Per inciso ci piace notare che, stando alle rivalutazioni ISTAT, 500.000 lire di fine 1998 corrispondono a poco più di 360 euro attuali: lo stesso prezzo, ad esempio, della recente coppia ALe540+Le Os.kar di produzione cinese, l’ETR in oggetto invece è composto, come già detto da 4 unità, ed era prodotto in Italia…

Il successo di questi modelli induce Lima, nel 2000, a produrre un secondo lotto: è l’epoca della confusionaria gestione bresciana e, per non farsi mancare nulla, anche qui ci si diverte a fare confusione con le varie confezioni che compongono l’elettrotreno. L’ETR 480 viene proposto con una differente numerazione, abbiamo adesso il treno 41, e una diversa suddivisione delle carrozze tra le varie confezioni, che ora diventano quattro: la prima (art. L149998) contiene solo le due unità di estremità, ETR 480 011 BAC motorizzata ed ETR 480 061 BAC, la seconda (art. L149999) le ETR 480 211 BB ed ETR 480 611 BB, la terza (art. L149761) le ETR 480 511 RH ed ETR 480 311 RA, la quarta infine (art. L149762) le ETR 480 411 RB, ETR 480 626 BB ed ETR 480 111 BA.

Elementi dell’ETR 480 41 della confezione art. L149998 – foto da ebay
Elementi dell’ETR 480 41 della confezione art. L149999 – foto da ebay
Elementi dell’ETR 480 41 della confezione art. L149761 – foto da ebay
Elementi dell’ETR 480 41 della confezione art. L149762 – foto da ebay

Nello stesso periodo la confezione base da 4 pezzi dell’ETR 480 35 viene realizzata in serie speciale per le FS (art. L819701i, riportato solo sul foglio di istruzioni accluso) per l’iniziativa “Formula Treno” che, a quanto abbiamo capito, era una sorta di concorso a premi o raccolta punti. Il contenuto è sempre lo stesso, cambia invece il contenitore, la scatola infatti ha un coperchio di colore verde con un grande logo FS che funge da finestra.

Confezione ETR 480 35 “Formula Treno” art. L819701i – foto Antonello Bafundi, per gentile concessione
Interno della confezione e foglio di istruzioni – foto Antonello Bafundi, per gentile concessione

L’ETR 480 però viene anche declassato a giocattolo con una serie di semplificazioni: la più importante, e la peggiore, di tutte, è lo stampaggio delle casse in plastica bianca, non più trasparente, in questo modo si perdono completamente i finestrini, che vengono semplicemente disegnati, con effetto decisamente pessimo. A questo proposito non è assolutamente comprensibile né giustificabile il motivo per cui non si sia mantenuto lo stampaggio in plastica trasparente, cosa che avrebbe consentito un risultato estetico assolutamente migliore oltre alla possibilità, per chi se la fosse sentita, di elaborare i modelli e migliorarne ulteriormente l’aspetto. Altro downgrade lo si trova nella motorizzazione: abbandonati il telaio metallico, il motore a 5 poli e la trasmissione cardanica si adotta il vecchio e poco prestante motore “G”. I carrelli, dal canto loro, vengono rimpiazzati da quelli del TGV, peraltro semplificati e dotati del vecchio sistema di aggancio a occhiello e uncino, dunque addio anche al gancio corto con timoni di allontanamento. Ulteriori semplificazioni riguardano i pantografi, interamente in plastica e che ricalcano i vecchi Lima standard degli anni ’70-’80 (riproducenti a grandi linee un modello tedesco seppur vagamente simili ai 52 FS), e la finitura.
Così ridotto l’ETR480, in composizione di 4 elementi, viene commercializzato con marchio Lima Jouef in una confezione comprendente anche i binari e il trasformatore (L106502T). La marcatura delle carrozze è quella del treno 41: ETR 480 011 BAC motorizzata ed ETR 480 061 BAC, entrambe con cabina, ETR 480 211 BB ed ETR 480 611 BB intermedie.

Confezione art. L106502T – foto da ebay

Di lì a poco il gruppo Lima-Rivarossi, già in cattive acque, viene rilevato da Hornby, con trasferimento della produzione in Cina. La nuova gestione nel 2015 ripropone, ora con marchio Rivarossi, un nuovo ETR 480: il treno realizzato è il 38, anche qui suddiviso su tre confezioni: la prima (art. HR2230) con le due carrozze estreme con cabina ETR 480 008 BAC ed ETR 480 058 BAC e le intermedie ETR 480 208 BB ed ETR 480 308 RA, la seconda (art. HR4129) con le ETR 480 408 RB, ETR 480 108 BA ed ETR 480 608 BB, la terza infine (art. HR4130) contiene le ETR 480 508 RH ed ETR 480 623 BB.
Le caratteristiche sono analoghe a quelle delle precedenti edizioni, con qualche miglioria e affinamento alla meccanica e all’impianto elettrico.

I 4 elementi dell’ETR 480 38 della confezione art. HR2230 – foto da ebay

Parallelamente, o meglio, già qualche anno prima, i nostri ETR vengono proposti anche in versione giocattolo, riprendendo quanto fatto dalla precedente gestione, con marchio Lima e contenuti in confezioni da 4 elementi più i binari e l’alimentatore. Nel tempo vengono prodotti sia l’ETR 480, in due successive sfornate (art. HL1003 e HL1031, sempre con le stesse marcature del treno 41 della precedente edizione, più la confezione HL4020 con due carrozze aggiuntive), sia l’ETR 485 nella prima livrea Frecciargento (art. HL1038).

ETR 480 nella confezione art. HL1003 – foto da ebay
ETR 480 nella confezione art. HL1031 – foto da ebay
Carrozze aggiuntive ETR 480, art. HL4020 – foto da zibaldonegiocattoli.it
ETR 485 nella confezione art. HL1038 – foto da ebay

A tal proposito osserviamo che ad oggi quest’ultima è, con tutti i limiti del caso, l’unica riproduzione degli ETR 485 che, come noto, altri non sono che gli ETR 480 riclassificati dopo i lavori di adattamento per l’esercizio sulle linee ad alta velocità con alimentazione a 25 kV in corrente alternata. Infatti Hornby finora non ha sviluppato il tema, eppure le varianti, sia di equipaggiamento che di livrea, non mancherebbero, ricordiamo ad esempio l’ETR 480 con insegne “tBiz” o gli ETR 485 nelle livree finora rivestite: la primitiva “AV” grigio-argento, la successiva Frecciargento con fascioni rossi laterali e l’attuale Frecciargento. Insomma, di carne al fuoco ce ne sarebbe parecchia e riteniamo che Hornby prima o poi possa produrre qualcosa in tal senso.

“Pendolino” Lima/Rivarossi – parte II: ETR 470
“Pendolino” Lima/Rivarossi – parte III: ETR 460 P