E428 semiaerodinamica – Piko

Per una qualche ragione legata a particolari influssi e riflussi astrali, a partire dall’inizio del nuovo millennio ogni circa nove anni nel mercato fermodellistico italiano si tiene una disfida fra tre diversi produttori sulla riproduzione in scala H0 di una locomotiva FS “importante”: nel 2005 ACME, ViTrains e Comofer si contendevano la E464 (come sappiamo poi Comofer, per una serie di ragioni, ha passato la mano e la sua E464 non è mai arrivata nei negozi), nel 2014 è stata la volta dell’invasione delle E636 da parte di Lima Expert, ACME e Roco, infine 9 anni più tardi, nel 2023, Piko, Rivarossi e l’emergente Aimx si confrontano sulla E428.

La E428 Piko era “nell’aria” già da un paio d’anni e negli ambienti fermodellistici si sono venute a creare elevate aspettative attorno a questo modello, alimentate dalla campagna pubblicitaria attuata dall’importatore Emmemodels che ne ha promosso la realizzazione, supportate dall’ottimo livello riproduttivo raggiunto dalla casa tedesca nelle sue produzioni più recenti (tra cui le nostrane D145 e D141) e accresciute da vari rinvii della data di commercializzazione, inizialmente prevista a metà del 2023 e poi slittata a metà dicembre.

Purtroppo per Piko, a rompere le uova nel paniere è arrivata Aimx che, subito prima dell’inizio delle consegne, ha presentato a sorpresa la sua E428 iperdettagliatamente iperdettagliata, la quale, nonostante le due riproduzioni siano relative a serie differenti, ha accresciuto ulteriormente le aspettative sulla concorrente: fatto sta che quando questa è arrivata nei negozi più di uno è rimasto insoddisfatto. La E428 Piko è comunque un bel modello, ben realizzato e ben dettagliato.

Foto da ebay

La prima versione riproduce la E428 137 del deposito di Mestre, appartenente alla serie con cabine semiaerodinamiche (123-203) che, per le ragioni già esposte a suo tempo quando abbiamo parlato degli analoghi modelli Rivarossi, identifichiamo come terza serie. La numerazione scelta (137) è la stessa dell’ultima edizione della E428 semiaerodinamica Rivarossi in scala 1:80, non sappiamo se si tratti di una casualità o di una sorta di omaggio alla storica “antenata”.

Il modello, prodotto negli stabilimenti Piko in terra cinese, è ambientato negli anni ’80, a fine carriera (la 137 al vero risulta radiata nel 1988), e presenta alcuni elementi “moderni” tipici di quell’epoca come le ruote motrici con imitazione del sistema di trasmissione Fanelli a tamponi in gomma, i carrelli portanti Ap1110 con captatori per la ripetizione segnali in cabina di guida o i fanali di tipo automobilistico con ghiere in alluminio.
Oltre che in configurazione analogica (art. 97460), è disponibile anche in versione DCC (art. 97462) e DCC Sound (art. 97463).

Foto da ebay

La cassa è in plastica e riproduce adeguatamente le forme spigolose del prototipo reale, con le caratteristiche chiodature. Diversi sono i particolari riportati tra cui trombe e fischi sul tetto, i vari corrimani, i tergicristalli e i rubinetti di sicurezza dei pantografi con relative tubazioni, queste forse un po’ massicce. Per i corrimani delle porte delle cabine si è adottata una soluzione non ortodossa e a nostro avviso neppure bellissima da vedersi, infatti la parte inferiore è stampata insieme alla scaletta, che è solidale al semicarro e non alla cassa, di conseguenza ciascun corrimano è diviso in due pezzi.

Foto da emmemodels.it

Sul tetto spiccano i pantografi tipo 32 FS, molto fini, inoltre lo sfogatoio centrale è applicato a parte. Sopra le cabine è presente una fascia chiodata che probabilmente caratterizzava la 137 ma che non è presente su altre unità (tra cui le 174 e 202, ancora oggi esistenti).
A prima vista le ghiere dei fanali, guardando frontalmente il modello, appaiono sovradimensionate, osservando meglio si nota però che tale impressione è dovuta non a errate proporzioni ma alla conformazione interna dei fari stessi, con una sorta di anello più chiaro al cui centro è presente il microLED per l’illuminazione. Smontando i ganci a occhiello (di tipo intercambiabile con innesto NEM 362) è possibile allestire i panconi frontali in maniera realistica con prese REC maschio (la cui custodia è da ritoccare in argento) e femmina, gancio e accoppiatori pneumatici.

Foto da emmemodels.it

I vetri frontali recano incisi i telaietti di sbrinamento, dei quali è stata però riprodotta solo la cornice esterna e non i resistori: a tal proposito riteniamo che la migliore riproduzione di tali dettagli sia quella delle E428 Rivarossi prodotte negli anni ’90 (purtroppo non replicata nelle successive edizioni).

Gli interni delle cabine sono riprodotti, così come sono riprodotti, e parzialmente visibili attraverso i finestrini laterali, il grigliato che separa il corridoio dalla cabina AT e alcuni elementi della stessa cabina AT (contattori, pacchi reostato), i quali però si presentano in un poco realistico color grigio: a nostro avviso sarebbe buona cosa ridipingerli in una tinta più scura dato che al vero, essendo in ombra, non risultano così appariscenti.

La parte bassa della macchina è molto ricca di dettagli, in parte stampati e in parte applicati: tubazioni, cilindri freno e relative timonerie, boccole, sospensioni a balestra, sabbiere e così via.

Foto da ebay

La cassa è fissata al telaio tramite quattro viti e questa è sicuramente una nota di merito: dopo anni e anni di maledetti incastri unidirezionali, che rendono lo smontaggio dei modelli un’operazione da incubo, con il concreto rischio di rotture e danneggiamenti vari, notiamo con piacere che diversi produttori (tra cui Rivarossi con la recente D744) stanno finalmente tornando alle vecchie, semplici e affidabili viti che, come ci avevano fatto credere a suo tempo, a partire dagli anni ‘80/’90 erano state sostituite dai suddetti incastri per risparmiare sui costi di produzione e di assemblaggio (ragionamento che al giorno d’oggi non si regge più in piedi visti i prezzi dei modelli e la loro produzione effettuata generalmente a basso costo in Cina o Est Europa).

Foto da ebay

La verniciatura in castano e isabella è corretta, tuttavia i colori scelti, seppur accettabili, appaiono un po’ carichi, come avveniva sulle prime E636 Roco: probabilmente l’utilizzo di tonalità meno sature, come fatto da Aimx sulla sua E428 (il continuo paragone tra le due riproduzioni è inevitabile), avrebbe incrementato ulteriormente il realismo.

Allo stesso modo la colorazione uniforme in castano tende ad appiattire tutti i dettagli della parte bassa e non rende pienamente giustizia all’accuratezza della riproduzione, a differenza della E428 Aimx, dove molti particolari sono ritoccati in più colori conferendo un effetto più “movimentato” e realistico. Si tratta comunque di un difetto facilmente rimediabile con un pennellino e qualche boccetta di vernice e, volendo, con un po’ di sporcatura e invecchiamento. A tal proposito, fino a non molti anni fa i ritocchi da apportare ai modelli a cura dell’acquirente erano ordinaria amministrazione e facevano parte del gioco, ultimamente invece, a furia di riproduzioni iperdettagliate, ci si sta abituando ad esigere rotabili che escono dalla scatola già perfetti nei minimi particolari: con questo non intendiamo giustificare certi svarioni e arlecchinate che si sono visti anche in tempi recentissimi, ma finché si tratta di verniciare una presa REC o una balestra la cosa non dovrebbe essere vista come una mancanza o un problema.

Foto da ebay

Le varie marcature e iscrizioni di servizio appaiono corrette nella forma e nelle dimensioni, le targhe sulle fiancate sono tampografate e non in rilievo, come avviene sulla stragrande maggioranza dei modelli, anche se in questo caso sono attraversate dalle chiodature, fatto che ne compromette il realismo: si tratta comunque di dettagli minuti, siamo inoltre certi che qualche artigiano starà già preparando targhe sostitutive in metallo fotoinciso.

Foto da ebay

La meccanica è di impostazione classica: telaio in metallo, motore a cinque poli in posizione centrale e trasmissione tramite corti alberi con snodi cardanici, viti senza fine e ingranaggi ai quattro assi motori. I due semicarri sono vincolati al telaio principale tramite un cinematismo a glifo, concettualmente simile a quello dei timoni di allontanamento dei ganci, che fa sì che essi si allontanino leggermente tra loro in curva, in modo tale da consentire l’inscrizione anche su raggi ristretti (fino a 360 mm), inoltre le lame paraneve sopra i panconi non vanno a interferire con gli spigoli della cassa: si tratta di una soluzione sicuramente ingegnosa che coniuga la circolabilità alla possibilità di montare dettagli esteticamente rilevanti (sulle E428 Rivarossi invece le lame paraneve potevano essere montate solo per esposizione statica). Purtroppo lo stesso ingegno non è stato utilizzato per studiare una soluzione idonea a mantenere in opera le scalette delle cabine, le quali possono essere montate solamente se il modello circola su curve di raggio molto ampio.

Foto da ebay

Il funzionamento, come ci si aspetta da Piko, è molto regolare e la forza di trazione più che buona, grazie al peso del modello e alla presenza di ben quattro ruote con cerchiatura di aderenza in gomma.

L’impianto elettrico è basato sul solito circuito stampato su cui convergono i cavetti che prelevano la corrente dalle ruote e quelli che alimentano i microLED per l’illuminazione dei fanali e degli interni e comprende l’ormai irrinunciabile interfaccia per il decoder secondo il moderno standard Plux22.

Foto da ebay

I prezzi, non certo popolari, sono allineati agli standard attuali che impongono, per le locomotive, “quota 300”, ossia cifre nell’intorno dei 300 euro (400 se DCC Sound): si parte infatti dai 276 euro della versione analogica, che balzano a 322 euro per quella DCC non sonorizzata (+16,7%) e schizzano a 384 euro per quella DCC Sound (+39%). In questo caso sono almeno in parte giustificati dalla complessità del modello e dal fatto che si tratta di un progetto interamente nuovo, che ha richiesto significativi investimenti,  e non di riedizioni che sfruttano stampi risalenti al secolo scorso.

Nonostante la E428 Piko, come detto all’inizio, sia stata parzialmente messa in ombra dall’improvvisa e imprevista concorrenza di quella Aimx e dalle riedizioni di quelle Rivarossi, di concezione più datata ma ancora valide e un po’ più economiche (o meglio, meno costose), è stata comunque apprezzata negli ambienti fermodellistici grazie alla sua qualità.

Piko ovviamente ha in programma ulteriori versioni, anche di altre serie, e il gruppo E428 sotto questo punto di vista si presenta alquanto ricco. Viene tuttavia da chiedersi se e quanto possa essere conveniente da parte dei vari produttori l’accanimento nel darsi battaglia a riprodurre rotabili peraltro già presenti sul mercato, andando a saturarlo di doppioni e di triploni (anche Aimx ha in previsione altre millemila versioni di E428). Senza dire che rotabili ormai non più in servizio da decenni (salvo, se va bene, poche unità preservate nel parco storico) hanno in genere poco richiamo sui modellisti giovani e mediamente giovani che non li hanno “vissuti”: costoro sono indubbiamente più attratti dai mezzi recenti, quelli che vedono tutti i giorni e di cui in molti casi manca totalmente qualsiasi modello (pensiamo ad esempio ai “Pop”, ai “Rock” o ai nuovi “Blues” che già oggi in molte regioni dominano la scena). É vero che la clientela di riferimento delle case fermodellistiche è la fascia di età ormai avanzata e con ampie disponibilità economiche, per cui la ferrovia è sinonimo di E428, 626, 636, 646 o dell’ultimo vapore, ma è anche vero che in prospettiva questa fascia andrà per forza di cose ad assottigliarsi sempre di più.