E636 3ª serie – Rivarossi

Nelle scorse settimane Hornby ha consegnato, con marchio Rivarossi e con un anno buono di ritardo, il modello in scala H0 della locomotiva elettrica FS E636 di terza serie: al vero si trattava delle unità con numerazione compresa tra 277 e 469, le più recenti del Gruppo, entrate in servizio tra il 1959 e il 1962 e quindi più giovani di una ventina d’anni rispetto alle macchine di prima serie (001-108), risalenti agli anni 1940-1943. Per le differenze tra le varie serie rimandiamo all’esaustivo articolo su scalaenne.

Le versioni realizzate sono due: innanzitutto la E636 353 in livrea castano-isabella (art. HR2936 e HR2936S DCC Sound), che per alcune particolarità, quali la presenza degli accoppiatori pneumatici della condotta principale (con rubinetti gialli) e la mancanza del gocciolatoio sopra i vetri frontali, si ambienta nel periodo compreso tra la seconda metà degli anni ’80 e la metà dei ’90 circa, prima della ricoloritura nello schema semplificato tutto isabella.

E636 353, art. HR2936 – foto da littorina.it

Segue la E636 378 in livrea interamente isabella (art. HR2937 e HR2937S DCC Sound), collocabile negli anni ’90 e caratterizzata dalla staffa portabandiera sotto il vetro centrale frontale, elemento rimosso da molte unità già negli anni ’70-’80 ma che su altre è sopravvissuto molto più a lungo (la E636 287 ad esempio ce l’aveva ancora nel 2003, quando era già in livrea XMPR).

E636 378, art. HR2937 – foto da littorina.it

Le caratteristiche costruttive, così come la maggior parte della componentistica, sono del tutto analoghe a quelle delle precedenti edizioni di E636 apparse sin dal 2014, inizialmente con marchio Lima Expert (e “corrente parallela” LE Models), rispetto alle quali le casse hanno subito alcune piccole modifiche per riprodurre correttamente le unità di terza serie. Purtroppo l’ottimo aspetto dei modelli è un po’ guastato dai pantografi, tipo 42LR, che in posizione di riposo non rimangono ben piatti: sembrerebbe che in fase di produzione siano stati assemblati utilizzando erroneamente il basamento destinato ai pantografi 42LRU, con strisciante centinato, che presenta una diversa disposizione delle molle e della riproduzione del cilindro pneumatico di sollevamento rispetto al 42LR: si tratta di dettagli (fino a non molti anni fa andavano ancora per la maggiore i vecchi pantografi 42 e 52 Sommerfeldt), ma in un modello di questo livello, anche di prezzo, un errore del genere risulta abbastanza fastidioso, tanto più che Hornby ha già in casa tutti i pezzi per realizzare i pantografi corretti (già visti sulle ultime E424). C’è da dire che anche sulle prime versioni del 2014 i pantografi in posizione di riposo non apparivano piatti (pur senza l’errore del basamento), ma allora nessuno si era stracciato le vesti… Del resto se i produttori continuano a sfornare modelli sempre più iperdettagliati e ad alzare i prezzi ad ogni giro, è ovvio che le aspettative crescono e di conseguenza aumenta anche il “peso specifico” di ogni difetto o imperfezione.

Invariata anche l’eccellente meccanica, con semitelai metallici, motore a 5 poli e trasmissione ai quattro assi dei carrelli estremi tramite alberi con snodi cardanici, viti senza fine e ingranaggi. Due ruote sono dotate di anelli di aderenza e conferiscono al modello una forza di trazione più che buona. La circolazione è possibile anche su curve di raggio ristretto (fino a 360 mm).

L’impianto elettrico utilizza i consueti circuiti stampati ricchi di componenti SMD, economici e poco ingombranti ma difficili da sostituire se non si dispone di attrezzature specifiche. Su di esso convergono i cavetti provenienti dalle lamelle di presa di corrente, che strisciano sulle ruote dei carrelli estremi, e quelli dei microLED che illuminano i fanali. Non manca, sulla versione analogica, la presa per il decoder a 21 pin (perché non passare al più moderno standard Plux22?) e lo spazio per l’altoparlante, elementi installati invece di serie sulle unità DCC Sound.

Altra vista della E636 353, art. HR2936 – foto da littorina.it

Colorazione e iscrizioni appaiono conformi al vero, con vari tocchi di colore su diversi dettagli (prese REC, condotte pneumatiche, maniglie delle porte ecc.), ritocchi in passato lasciati all’acquirente e che ormai sempre più spesso su molti modelli vengono già eseguiti in fabbrica, a tutto vantaggio della lievitazione del prezzo di vendita (ma “è il mercato che lo chiede”…).

I prezzi, rispetto a quelli delle ultime E646 consegnate alla fine del 2022, hanno subito un incremento di soli 10 euro, che li avvicinano ulteriormente al traguardo di “quota 300” (400 per quelle DCC Sound) che sarà finalmente raggiunto dalle prossime E656: si va infatti dai 249,90 euro delle versioni analogiche agli incontrollati 369,90 per quelle DCC Sound. Ci piace anche ricordare che nel 2014 le E636, all’epoca con marchio Lima Expert, costavano 169 euro (versioni analogiche), corrispondenti, secondo le rivalutazioni ISTAT, a circa 200 euro attuali, dunque queste nuove edizioni hanno visto un aumento del 25% rispetto a 10 anni fa (così non é stato per i nostri stipendi…). Allo stesso modo la “speciale” E636 018, modello celebrativo del 75° anniversario di Rivarossi prodotto nel 2020, era venduto a poco meno di 200 euro, corrispondenti a circa 230 euro odierni (che sono sempre qualcosa in meno di 250…).

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