Uno sguardo ai cataloghi novità Hornby 2024

Nei giorni scorsi Hornby ha reso disponibili i cataloghi 2024 comprendenti le novità per i marchi detenuti dalla casa britannica (Rivarossi, Lima, Jouef, Electrotren, Arnold) che potremo vedere nei negozi, se tutto va bene, durante quest’anno, anche se sicuramente qualcosa slitterà al prossimo o ancora più in là dato che diverse novità annunciate negli anni scorsi (ad esempio le 685, le E636 di terza serie o le E645 di prima serie) al momento in cui scriviamo non sono ancora in vendita.

Il catalogo dei marchi per la scala H0 (Rivarossi, Lima/Lima Expert, Jouef, Electrotren) può essere visionato e scaricato gratuitamente qui mentre quello Arnold si può trovare qui.
Senza la pretesa di andarli a spulciare minuziosamente pagina per pagina e di presentare l’elenco completo di tutti i nuovi modelli programmati, vogliamo richiamare qui le principali novità relative a rotabili per lo più italiani che hanno attirato la nostra attenzione: in alcuni casi si tratta di riproduzioni di nuova progettazione, in altri di ricoloriture di modelli già proposti in passato (prossimo o remoto).

Partiamo dalla scala H0 e da Rivarossi: a riprova del fatto che le locomotive articolate FS sembrerebbero essere sempre molto gettonate, troviamo il “Caimano” E656, sviluppato sulla base della “piattaforma” inaugurata ormai 10 anni fa da Lima Expert con le E636 e quindi totalmente nuovo rispetto alle E656 viste finora, che affondano le loro radici nei modelli realizzati da Lima nel 1992. Sono previste inizialmente unità di prima (001-104), seconda (201-251) e quarta serie (159-200) tra cui – immancabile e già proposta a suo tempo da ACME e da Roco – la 023 nella livrea sperimentale TEE giallo-rosso, realisticamente ambientabile solamente all’interno della fabbrica, dato che la macchina vera non ha mai circolato con tale schema: evidentemente è destinata al mercato collezionistico ma onestamente – parere personale di chi scrive – di questa particolare versione se ne potrebbe anche fare a meno. Naturalmente i prezzi per le versioni analogiche vedranno un sostanzioso incremento percentuale a doppia cifra rispetto alle ultime E646, arrivando a toccare la soglia dei 300 euro (+25%), nuovo valore a cui si è stabilito debbano attestarsi i prezzi delle locomotive, infatti – guarda caso – anche le recentissime E428 Aimx e Piko si muovono in quell’ordine di grandezza (con la parziale attenuante che si tratta di progetti interamente nuovi mentre qui la base meccanica esiste da un decennio). Molto più modesti invece gli incrementi per le versioni DCC Sound, i cui prezzi erano elevatamente elevati già in precedenza: si passa infatti dai 359 euro delle E646 ai 375 delle E656 (+4,4%), chiaramente però l’obiettivo per il prossimo futuro è sfondare il muro dei 400 (obiettivo già raggiunto dalla già citata E428 Aimx). Inutile dire che, visti i livelli di qualità riproduttiva e di dettaglio raggiunti con le E636, E645 ed E646 e l’euforia da iperdettaglio scatenata negli ambienti fermodellistici dalla E428 Aimx (che ha offuscato la pur ottima Piko), le aspettative per queste E656 sono, al pari del prezzo, più che altissime.

E656 di seconda serie, nei programmi Rivarossi per il 2024

Il filone delle locomotive Diesel per servizi di manovra pesante e di linea, che Piko aveva iniziato ad esplorare negli anni scorsi con la D145 e la D141 ed è stato poi proseguito dalla stessa Rivarossi con la recente D744 Effishunter, sembrerebbe anch’esso godere di un certo apprezzamento: accanto a nuove versioni della Effishunter 1000 (quelle di Trenord e di Dinazzano Po) verrà prodotta un’altra moderna macchina di tipologia similare, ossia la DE18 Vossloh, prevista in molteplici varianti tra cui quella italiana D318 di Mercitalia Shunting & Terminal. I prezzi in questo caso saranno gli stessi delle D744, già allineati ai nuovi standard di cui abbiamo detto per la E656.
La DE18 sarà prodotta anche in scala TT, anche se al momento non è prevista la versione italiana ma solo quelle tedesche.

Dopo la D744 arriva la D318 Mercitalia Shunting & Terminal (immagine da catalogo Rivarossi 2024)

Tra gli elettrotreni verrà realizzato l’ETR 460 nei colori Frecciabianca che questi convogli, ormai a fine carriera, rivestono da una decina di anni. Riguardo a ciò ricordiamo che questo elettrotreno, annunciato da Lima nel 1995 e poi abortito in favore del “cugino” ETR 480, era stato proposto solamente nella versione ETR 460 P (convogli inizialmente politensione per servizi tra Milano e Lione, poi resi monotensione e riclassificati ETR 463). Ora, non sappiamo se verranno sfruttati proprio gli stampi dell’ETR 460 P e quindi sarà prodotto l’ETR 463 (i tre convogli ETR 460 21, 27 e 28 infatti, equiparati ai 460, sono stati anch’essi inglobati nel parco Frecciabianca), in caso contrario sarà la primissima realizzazione di un ETR 460 “puro”, che potrà essere declinato anche nella veste originaria bianco-rosso (attualmente non prevista). Inutile dire che i tempi sarebbero maturi anche per un ETR 485 Frecciargento che, se la memoria non ci tradisce, era stato annunciato nel 2010 insieme a molti altri modelli che stiamo ancora aspettando (citiamo a caso ETR 250, ALe 790/880, ALe 803, E321 “singola” serie 001-020).

Ancora inedito, l’ETR 460 Frecciabianca, sempre da Rivarossi nel 2024

Tornerà anche l’ETR 470 sia nella primitiva livrea Cisalpino bianco-blu sia nella successiva, e ancora inedita, argento con fascia blu, che questi treni hanno mantenuto anche dopo la cessazione della società e la ripartizione del parco tra Trenitalia e SBB: a quanto abbiamo capito il convoglio proposto sarà proprio uno dei quattro acquisiti dalle ferrovie svizzere (treni 2, 3, 5, 9). Entrambi gli elettrotreni saranno suddivisi su due confezioni, la prima comprendente le due unità con cabina di guida (di cui una motorizzata) e due intermedie, la seconda le restanti cinque intermedie e saranno in vendita all’incredibile cifra di 400 euro per la prima confezione in versione analogica, che balzano allegramente a 545 per la versione DCC Sound mentre la seconda confezione costerà 275 euro. In definitiva chi vorrà allestire il convoglio completo di nove pezzi dovrà investire solamente 675 euro per la versione analogica oppure 820 euro per quella “full optional”. Un bel record per modelli i cui stampi – a parte il dubbio sulla configurazione dell’ETR 460 che potrebbe richiedere alcune piccole modifiche – hanno da poco superato il quarto di secolo di vita (ricordiamo che le prime versioni Lima, prodotte in Italia, uscirono nel 1998 e già all’epoca erano vendute a cifre spropositate di circa 500.000 lire, corrispondenti a circa 400 euro attuali).

Dopo oltre 20 anni torna l’ETR 470, con marchio Rivarossi, anche nell’inedita ultima livrea Cisalpino ma con loghi SBB

Passando al settore carrozze, una novità di un certo interesse é la UIC-X cuccette tipo 1968, che era stata realizzata 20 anni fa da Heris/ACME. Inizialmente sarà proposta sia in livrea rosso fegato-grigio beige sia in XMPR con loghi Trenitalia, ma in tutti i casi in confezioni comprendenti più vetture, anche di altro tipo. A tal proposito notiamo che non solo Hornby ma anche altre case si sono prese il pessimo vizio di vendere le carrozze in confezioni di più unità e non singolarmente: ci pare una politica commerciale decisamente controproducente perché le confezioni multiple hanno un unico ma enorme difetto, e cioè costano troppo, i loro prezzi infatti sono paragonabili a quelli di una locomotiva, nel caso specifico siamo a oltre 80 euro a vettura (l’obiettivo, rincorso anche da altre case, è “quota 100”, ossia 100 euro a carrozza) e con confezioni da due o tre pezzi si arriva allegramente a veleggiare intorno ai 200-250 euro. Ciò fa desistere dall’acquisto sia chi non ha possibilità di spesa illimitate (e sono sempre di meno quelli che non hanno limitazioni di budget nell’acquisto di modelli) sia chi, magari per completare un convoglio, è interessato a una sola carrozza anziché a più esemplari, specie quando si tratta di riedizioni di modelli già prodotti in passato e che già si possiede.

Anche la UIC-X cuccette tipo 1968 è nei piani di Rivarossi per il 2024

Accanto alla cuccette FS sarà realizzata, in diverse varianti di livrea, anche la “cugina” DB, questa pure venduta in scoraggianti confezioni di più unità, anche con vetture di altro tipo. Ci auguriamo che la versione FS non sia una mera ricoloritura di quella tedesca (o viceversa) ma che gli stampi siano correttamente differenziati: al giorno d’oggi ciò dovrebbe essere scontato, ma non si sa mai…

Altra carrozza che potrebbe essere degna di attenzione è la ristorante ex CIWL tipo 1925T “Pistoiesi” in configurazione ammodernata con intercomunicanti a elementi tubolari, proposta in versione anni ’70 con stemma CIWL e filetto rosso (indicante l’abilitazione a viaggiare a 180 km/h) e anni ’80, priva di stemma e con insegne “trattoria” (queste carrozze sono rimaste appunto in servizio fino alla metà degli anni ’80 o poco oltre, per ulteriori informazioni si veda scalaenne): ovviamente non saranno vendute singolarmente ma in confezioni con due carrozze tipo X, a cifre che si aggirano intorno ai 240-250 euro. Abbiamo scritto “potrebbe essere degna di attenzione” perché in realtà lo stesso identico modello circa un anno fa era stato prodotto da ACME, sempre venduto in confezione con altre due carrozze (una X e una Y).

Altra novità Rivarossi per il 2024 la carrozza ristorante CIWL tipo 1925T (immagine da catalogo Rivarossi 2024)

La stessa carrozza sarà poi proposta, con marchio Jouef e venduta – una volta tanto – singolarmente, in livrea “C1” arancio con fascia bianca e immatricolazione presso le ferrovie belghe: è un modello adatto anche ad ambientazioni italiane in quanto tali carrozze fino al cambio orario del 23 maggio 1993 viaggiavano tra Bruxelles e Milano in composizione all’EuroCity 90/91 “Vauban”, infatti ricordiamo distintamente di averne viste in stazione Centrale di Milano intorno al 1992. Anche qui il prezzo sarà nell’ordine dei canonici 80 euro.

La carrozza ristorante SNCB ex CIWL tipo 1925T in livrea “C1” sarà venduta con marchio Jouef (immagine da catalogo Rivarossi 2024)

Ancora in tema di carrozze ci pare interessante, seppure di nicchia, un bagagliaio “tipo 1946” in livrea grigio ardesia con loghi indicanti l’attrezzaggio per il trasporto di biciclette: si tratta di uno dei primissimi esperimenti di trasporto biciclette al seguito, condotto nel 1988, e il bagagliaio in questione era utilizzato in composizione a una coppia di treni diretti festivi tra Firenze e Viareggio, venendo poi dirottato verso impieghi ordinari ma mantenendo per qualche tempo i pittogrammi con la bicicletta stilizzata su fondo bianco.
Manco a dirlo, il bagagliaio sarà venduto non singolarmente ma in confezione con una carrozza, soluzione che farà desistere più di uno dall’acquistarlo (in primis chi scrive…). Sono poi previste ulteriori confezioni di vetture “tipo 1946” in varianti ancora inedite: un primo set contenente un bagagliaio, una 13.000 e una 33.000 in livrea castano, un secondo con una coppia di 33.000 castano-isabella con marcature di seconda classe, un terzo con due 33.000 di seconda classe, di cui una con compartimento ristoro, con marcatura FS pre-UIC.
In tutti i casi il prezzo dovrebbe rimanere allineato a quello delle “1946” da poco prodotte, ossia circa 70 euro a carrozza: non pochi, ma qualcosa in meno rispetto al nuovo standard “80 tendente a 100”, il problema è che, come detto prima, il 70 va moltiplicato per due o per tre, a seconda del numero di elementi contenuti in ogni confezione…

Il particolare bagagliaio “tipo 1946” per trasporto biciclette, sempre da Rivarossi

Sempre restando nella nicchia troviamo anche la carrozza letti MU con insegne dell’agenzia Railtour, buona per comporre un classico treno internazionale d’agenzia degli anni ’80-primi ’90. Ricordiamo che gli stampi di questa carrozza, sia pur con qualche rivisitazione, risalgono al 1995.

Ancora da Rivarossi, la carrozza letti MU con insegne Railtour (qui il vecchio modello in scala 1:80 del 1986)

Piuttosto in disarmo ci è sembrato il marchio Lima/Lima Expert, che raccoglie solamente modelli già presentati in passato: in pratica solo ALn 668, ETR 610, E464 con carrozze Vivalto, l’ICE1 DB, un paio di carrozze Z giocattolo basate su stampi di oltre 40 anni fa e qualche accessorio. Eppure ci piacerebbe molto vedere, ad esempio, un convoglio moderno come il “Pop”, il “Rock” o il “Blues” prodotto con la stessa filosofia dell’ETR 610 o dell’ICE, ben fatto ma non iperdettagliato e con un ottimo rapporto qualità/prezzo: il “Pendolino” e il treno veloce tedesco, in confezione da quattro elementi, infatti sono in vendita a circa 250 euro, ossia più o meno quanto una locomotiva. Sicuramente avrebbe un buon successo specie tra i più giovani che, per forza di cose, sono poco attratti dai modelli di rotabili di epoche passate e dai prezzi spropositati…

Terminiamo con la scala N, che vede ben tre novità di indubbio richiamo: innanzitutto la Diesel D445, i cui prototipi erano già stati presentati all’ultima edizione dell’Hobby Model Expo di Novegro e che sarà declinata sia nella prima (1001-1035) che nella terza serie (1056-1150) e nelle quattro livree sinora rivestite da queste macchine: verde magnolia-isabella, beige-arancio-viola, XMPR e la recente Intercity bianco-grigio-rosso (mancherebbe, a essere pignoli, la prima versione dell’XMPR con fasce diagonali blu). Si tratta di un’ottima scelta vista la versatilità, la diffusione e le ampie possibilità di ambientazione a livello geografico e temporale (al vero le prime D445 festeggiano quest’anno 50 anni di carriera), purtroppo temiamo che il prezzo di vendita, non proprio popolare (si va dai 185 euro della versione analogica ai 305 della DCC Sound), frenerà almeno in parte il successo che questo modello sicuramente meriterebbe (un po’ come avvenuto con le ALn 668) e di conseguenza anche il rilancio della scala N, auspicato da decenni ma mai andato a segno per varie ragioni (in questo caso appunto i prezzi).

La D445 di terza serie in livrea beige-arancio viola sarà una delle principali novità FS in scala N ad opera di Arnold

In secondo luogo, come era lecito aspettarsi, verranno proposte, quale naturale evoluzione della E656, le E645 ed E646, presentate in veste d’origine con modanature, compresa l’immancabile versione nei colori del “Treno Azzurro”. Questi modelli in scala N sono attesi da un trentennio, chi ha buona memoria infatti ricorderà che Rivarossi li aveva annunciati nel lontano 1994 (ovviamente poi non se n’era fatto nulla…). Diversamente dalla scala H0, nel passaggio da E656 a E646 i prezzi rimarranno sostanzialmente invariati (ed elevati): 215 euro la versione analogica, 335 quella digitale.

Attese da 30 anni finalmente arriveranno le E646 ed E645 in scala N con marchio Arnold

Per finire, il moderno Frecciarossa ETR 1000, o ETR 400 che dir si voglia, fiore all’occhiello del parco AV Trenitalia, interessante anche al di fuori dei confini nazionali, data la presenza di questi treni in Spagna, in Francia e prossimamente anche in Germania: non a caso Arnold proporrà, oltre alla versione Trenitalia “normale”, a cui si aggiunge quella in livrea pubblicitaria Ducati, anche quelle spagnola (con insegne Iryo, socetà collegata a Trenitalia che ne gestisce i servizi in terra iberica) e italo-francese. Sarà venduto in confezione di 4 elementi a soli 350 euro per la versione analogica, che salgono a soli 490 per quella DCC Sound. Non si ha ancora notizia delle restanti 4 carrozze necessarie per completare il convoglio, sicuramente verranno prodotte in un secondo tempo.

Sempre ad opera di Arnold, il moderno ETR1000 (o ETR400)

Ultima considerazione, tanto la D445 quanto la E646 potrebbero preludere alla realizzazione di carrozze da abbinarvi: pensiamo ad esempio alle MDVC, ideali compagne della D445 “navetta”, alle Z nei nuovi colori Intercity, unico accostamento possibile con la D445 nella medesima livrea, che altrimenti rimarrebbe “orfana”, o alle “tipo 1946” e “tipo 1959” in blu e celeste a complemento della E646 “Treno Azzurro” e che poi potrebbero essere proposte anche in altre coloriture. Non a caso, tutte queste carrozze sono già prodotte in H0, quindi parte del lavoro di progettazione è praticamente già fatto. Come siamo soliti dire, se son rose fioriranno, purché non siano cachi…