“Littorine” Breda Os.kar – parte I: ALn 56 e 556 FS

Come abbiamo scritto in passato, da qualche tempo Os.kar ha preso l’abitudine di consegnare modelli non annunciati e di annunciare modelli che poi non vengono consegnati (molti stanno ancora aspettando l’Arlecchino da oltre un decennio…): ebbene nel settembre scorso (2022), con una mossa a sorpresa, la casa sarda ha presentato una nuova famiglia di automotrici FS in scala H0, le celebri “Littorine” ALn 56 e 556 Breda, le cui prime versioni sono state commercializzate già a fine anno, sorpassando di slancio le attesissime elettromotrici ALe 582 che invece, al momento in cui scriviamo e nonostante siano state date più volte in “imminente consegna”, a quasi due anni dall’annuncio non hanno ancora visto la luce.

La scelta di riprodurre le “Littorine” Breda, delle quali esistono gli ancor validi modelli Rivarossi degli anni ’80 e sottoposti nel tempo a varie migliorie e aggiornamenti, potrebbe apparire non del tutto azzeccata, c’è però da dire che da un lato le automotrici Rivarossi non sono più in produzione da quasi 20 anni, non essendo mai più state riproposte dopo l’avvento della gestione Hornby, e dall’altro si tratta di mezzi che nella loro lunga carriera, svoltasi sia presso le FS che presso ferrovie private, hanno avuto parecchie “reincarnazioni”, pertanto Os.kar, sfruttando un unico set di stampi di base, le declinerà in numerose varianti, alcune delle quali mai prese in considerazione, a suo tempo, da Rivarossi.

Data la complessità della materia, per non creare troppa confusione iniziamo qui a trattare le versioni “standard” FS, seguiranno poi man mano le altre, sia FS che di ferrovie private.

ALn 56 2022, art. 2051 – foto da littorina.it

Partiamo dunque dalle ALn 56 e 556, arrivate nei negozi alla fine del 2022: in particolare abbiamo la ALn 56 2022 (art. 2051) venduta singolarmente, la ALn 56 2059 in confezione con il rimorchio LDn 24 325 (art. 2050) e una seconda confezione contenente le ALn 556 2217 e 2225 (art. 2052), tutte nella tipica livrea castano-isabella e con le varie modifiche apportate nel dopoguerra (traverse di testa con respingenti, radiatori laterali) ma con alcuni dettagli quali le trombe che le ambientano negli anni ’70, ultimo periodo di servizio prima del definitivo accantonamento, avvenuto al principio degli anni ’80 per le ultimissime unità noleggiate alla Ferrovia Alifana.

ALn 56 2059 e LDn 24 325, art. 2050 – foto da ebay

La riproduzione, come d’abitudine per Os.kar, è ben dettagliata, la cassa, in plastica, riprende le forme del prototipo reale, con il suo caratteristico assetto ribassato, tipico delle automotrici di prima generazione. Le carenature inferiori appaiono tuttavia un po’ meno bombate del dovuto, probabilmente per esigenze costruttive e di stampaggio. I gradini in corrispondenza delle porte e i relativi corrimani sono in metallo così come le piccole griglie frontali e quella laterale bassa in corrispondenza del radiatore, lasciate però nel loro colore naturale, cosa che va bene per le prime ma non per la seconda, che andrebbe ritoccata in castano. Altri dettagli degni di nota sono i piccoli aeratori sui montanti dei finestrini laterali, i radiatori presso le testate e le fini chiodature sul tetto.

ALn 556 2217 e 2225, art. 2052 – foto da littorina.it

Sui frontali si apprezzano vari elementi riportati, alcuni dei quali molto fini e di conseguenza tendenzialmente fragili: la tromba, il fischio, i tergicristalli, le piccole maniglie sotto i respingenti, i supporti reggifanali e, sulle sole ALn 556, i bocchettoni degli accoppiatori per il comando multiplo. Ben riusciti i fanali, di dimensioni ridotte come al vero, mentre i respingenti, i cui fusti sono caratterizzati dalle nervature di irrobustimento, sono inutilmente molleggiati così da avere gli steli troppo sottili mentre i piatti, pur corretti nella forma e nelle dimensioni, tendono a disporsi in obliquo, con effetto irrealistico.

ALn 56 2022, art. 2051 – foto da littorina.it

I vetri frontali sono costituiti da un unico elemento in plastica trasparente con i montanti tampografati, in modo da essere convenientemente sottili come al vero: si tratta di una soluzione già vista in passato anche su modelli di altre case, ad esempio, rimanendo nel campo delle automotrici FS, le ALn 668 Lima o quelle ViTrains. Sui vetri in corrispondenza delle postazioni dei macchinisti sono tampografati anche gli sbrinatori, che però risultano un po’ troppo vistosi rispetto al reale.

Sui vetri laterali è incisa la barra posta nella parte inferiore e su alcuni sono riportate le tendine parzialmente abbassate e le tabelle “2 classe” e, sulle porte, quelle con le diciture “entrata” e “vietato salire”, che però non sappiamo se e quanto al vero venissero usate, specie nell’epoca di ambientazione prescelta.

Dettaglio del centro della fiancata della ALn 56 2022, art. 2051 – foto da littorina.it

La coloritura, nel classico schema castano e isabella con tetto alluminio e traverse di testa rosse, è eseguita in modo corretto, le tonalità appaiono fedeli al vero così come le varie scritte di servizio e le marcature frontali e laterali con fine ombreggiatura. Unico neo, come detto prima, le griglie in corrispondenza dei radiatori non ripassate in castano. A proposito di marcature, le ALn 556 sui frontali riportano la dicitura “FS 556” anziché “ALn 556”, particolarità riscontrabile anche al vero su diverse unità, le ALn 56 invece hanno la normale sigla “ALn”. Le targhe del costruttore, accanto ai vestiboli e sui frontali, sono tampografate.

ALn 556 2217 e 2225, art. 2052 – foto da ebay

Gli interni sono riprodotti in modo adeguato ma non in maniera così iperdettagliata come su altri modelli Os.kar: su un unico elemento infatti sono stampati i sedili, le paretine divisorie e, nelle cabine, gli ingombranti cofani che racchiudono (al vero) i motori. Sempre nelle cabine sono riportati i banchi di manovra con il caratteristico volante (che fungeva da selettore delle marce) e sulla parete di fondo sono tampografate la porta di accesso, alcuni pannelli e, solo in quella anteriore, il volantino del freno a mano. Negli ambienti viaggiatori sono presenti le bagagliere, realizzate in metallo ma pressoché invisibili dall’esterno essendo poste al di sopra dei finestrini.

I carrelli hanno la parte alta delle fiancate mutilata per consentire la circolabilità su curve di raggio ristretto (fino a 420 mm), la cosa però non disturba perché sono in buona parte coperti dalle carenature, inoltre sono fornite anche fiancate complete, per esposizione statica o per la circolazione su curve di raggio molto ampio.

Per l’accoppiamento tra due unità è fornita una barra rigida la cui lunghezza consente la circolazione su curve strette, ma nella confezione è contenuta anche una seconda barra di lunghezza realistica che può essere montata sfruttando le sedi dei ganci sui panconi frontali; è però adatta solamente a modelli statici o poco più, tralasciando il fatto che nell’epoca di ambientazione prescelta le “Littorine” Breda si accoppiavano tra loro non più con barre rigide, come in origine, ma con il normale sistema a maglia e tenditore in uso sul materiale leggero FS.

Vista laterale della ALn 56 2022, art. 2051 – foto da littorina.it

Lo schema meccanico ripropone quello introdotto ormai 15 anni fa con le ALn 772, che prevede un motore di piccole dimensioni per ciascun carrello, di cui aziona tutti gli assi, ciò permette di avere gli interni liberi e quindi riproducibili senza grossi compromessi; potrebbe però capitare che i due motori, teoricamente identici, non abbiano esattamente la stessa velocità di rotazione a parità di tensione di alimentazione, con possibili irregolarità di marcia. Il funzionamento comunque è buono, con velocità massima, in scala, leggermente eccedente i 120 km/h delle macchine vere (in origine 140 km/h, ridotti a 120 nel dopoguerra dopo la rimotorizzazione); non sono presenti anelli di aderenza ma la forza di trazione permette di trainare abbastanza agevolmente un’ unità non motorizzata.

L’impianto elettrico è piuttosto complesso, come d’altronde è la norma sui modelli di ultima generazione: oltre all’irrinunciabile presa per il decoder (Plux22) sono montati di serie l’altoparlante per la sonorizzazione e l’illuminazione, tramite microLED, dei fanali, degli ambienti viaggiatori e delle cabine, quest’ultima invero un po’ troppo potente, tanto da guastare il trucco dei montanti dei vetri frontali tampografati. In ogni caso tramite appositi microinterruttori è possibile attivare o meno l’illuminazione delle varie parti (ricordiamo che normalmente in cabina si viaggia al buio). Molto opportunamente tali interruttori e la presa del decoder sono accessibili tramite uno sportellino nel sottocassa, senza dover “demolire” il modello, il cui smontaggio comunque è relativamente agevole allargando la cassa in corrispondenza degli incastri che la fissano al telaio.

ALn 556 2217 e 2225, art. 2052 – foto da ebay

I prezzi, come sempre, sono particolarmente elevati: la ALn 56 singola costa 250 euro, che salgono a 320 per quella con il rimorchio LDn 24, mentre la coppia di ALn 556 viene 370 euro, tutti meno 10 centesimi. Probabilmente per tale ragione, e anche perché sono ancora reperibili senza troppa difficoltà e a prezzi un po’ più umani gli analoghi modelli Rivarossi, che tutto sommato si presentano ancora piuttosto bene, queste nuove “Littorine” Os.kar non sembrerebbero andate a ruba e nel momento in cui scriviamo risultano ancora disponibili presso diversi rivenditori, nonostante la tiratura limitata a poche centinaia di esemplari.

“Littorine” Breda Os.kar – parte I: ALn 56 e 556 FS
“Littorine” Breda Os.kar – parte III: antinfortunistica